La belissima vittoria sulla Juventus, e la ritrovata abiutine della corsa domenicale in Cittadella tra la gente ed i propri tifosi: il Parma, seppur fallito, si gode il momento, riavvicinandosi ai propri tifosi, e dimostrando a tutto il calcio, italiano e non, che nonostante il crack societario, la squadra è pronta a dare tutta per l'orgoglio e per la prorpia gente.

In mattinata Roberto Donadoni, allenatore del Parma, è stato ospite della trasmissione Radio Anch’io Sport sulle frequenze di Radio Rai 1. Insieme ai cronisti, il tecnico ha toccato tantisismi argomenti, dal momento che sta vivendo la squadra, alla prima parte di stagione, vissuta senza sapere dove si stesse andando. L'intervista inizia con una domanda sulla ritrovata abitudine dell’allenamento in Cittadella tra la gente: "Da quando io sono qui lo facciamo tutti gli anni una volta. Andiamo in Cittadella che è il parco più grande e più bello di Parma: andiamo fare un giro in mezzo alla gente e ai tifosi. Una camminata e un po’ di allenamento in mezzo a loro, che in questo momento difficile ci sono sempre stati vicini. Abbiamo chiesto che in questo finale di campionato il nostro pubblico ci sia vicino e che ci dia una mano, non per pietismo, ma perché abbiamo necessità che guardando sugli spalti ci siano i nostri tifosi a supportarci, e questa è una delle ultime soddisfazioni che possiamo avere".

Si parla poi di "Favola Parma" e di come la squadra stia rispondendo al fallimento societario: "E’ chiaro che tutto quello che è accaduto quest’anno ha dell’incredibile. Questi risultati che stiamo ottenendo utlimamente, queste piccole soddisfazioni aiutano a superare quello che è successo, ma rimane il fatto che questa situazione non deve verificarsi più in nessun’altra parte d’Italia". Si punta poi il dito contro la scelta di alcuni giocatori di abbandonare la barca, mentre Donandoni, da buon capitano, ha scelto di restare, dimostrando carisma ed orgoglio: "Per quanto mi riguarda mi interessa poco: il rischio, quando si dicono queste cose, è che ci si metta in luce o si dica quanto son bravo per aver fatto la scelta di rimanere qui e di andare avanti finché ne avrei avuto possibilità e volontà. E lo faccio con grande orgoglio. Tutti quanti faremmo più in fretta a dire: sapete cosa c’è? Arrangiatevi, io vado, ma credo che questo non rientri nel mio modo di ragionare e i ragazzi stessi hanno dimostrato che questa era la cosa più giusta e corretta da farsi, anche magari a dispetto di proposte allettanti. Poi se si ragiona per l’anno che viene si possono fare tutti i ragionamenti del caso. Adesso è inopportuno…. Il fatto di aver certezza del nostro prosieguo fino a fine campionato, di avere chiarezza da gente seria come i curatori che ci parlano chiaro e ci dicono le cose come sono, a dispetto dei mesi passati quando ci raccontavano tante cose poi tradite dai fatti, questi fatti ci han dato coscienza a differenza di altri di capire che il nostro futuro dipende dal quotidiano: oggi tutti i ragazzi hanno volontà di continuare la loro professione e ora hanno questa vetrina per esser appetibili e si ragiona e si continua in questo modo".

Arriva poi una domanda scomoda per Donadoni: l'ex arbitro Casarin chiede al tecnico parmigiano il perchè di una prima parte di stagione davvero sottotono e vistosamente al di sotto delle aspettative, vista anche come era finito lo scorso campionato. Questa la risposta dell'allenatore ducale: "Semplicemente per tutta quella parte di campionato si è andati avanti per inerzia. Mi spiego meglio: l’anno scorso avevamo giocato un campionato di un certo livello, per cui inconsciamente tutti pensavano che quello bastasse: si pensava poco al calcio e molto di a quello che stava succedendo. Anche perché non c’erano certezze; si pensava, a proposito degli stipendi, che tutto si potesse risolvere, come negli anni passati, all’ultimo secondo. Poi quando abbiamo iniziato a capire le cose era tutto più complicato, i buoni erano già scappati dalla stalla ed era complicato riprendere il filo del discorso. Anche se onestamente nella prima parte del campionato abbiamo perso partite per episodi e situazioni figlie di disattenzioni e mancanza di quella concentrazione feroce che serve per fare la differenza. Questo ha fatto sì che la lancetta della bilancia fosse sempre a sfavore e ha fatto sì che ci fosse quel tipo di risultato".

Infine Donadoni risponde ad una domanda di un radioascoltatore, che, oltre a chiedere delucidazioni sul futuro del tecnico, afferma come il finale di stagione del Parma stia riavvicinando i dissinnamorati al calcio giocato, mettendo in luce i veri valori dello sport: "Per quanto riguarda il mio futuro, sinceramente, non so come rispondere perchè non ne ho la più palla idea: vedremo cammin facendo. Il fatto che sento dire da lui e da moltissmi altri che questo tipo di situazione, che comunque è drammatica, riavvicina qualcuno ai valori veri dello sport e del calcio mi riempie di stimoli e gioia. Mi auguro veramente che lo spirito torni ad essere questo, e non solo per le situazioni drammatiche, ma il modo di interpretare il quotidiano, ma non solo nel nostro settore: non se ne può più di cattiverie e cose brutte che si sentono giorno dopo giorno. Fare qualcosa per gli altri, ma con benefici a noi stessi è molto bello. Facciamolo tutti, a partire dal sottoscritto…”