Dopo le irregolarità amministrative culminate con il fallimento del club nel 2015 e la retrocessione in Serie D, il Parma torna nel caos. Questa volta a gettare ombre sulla società è una possibile combine organizzata per la partita contro l’Ancona, persa in casa per 2-0, sulla quale si è registrato un flusso sospetto di scommesse nelle zone di Mugnano, Arzano e Licola, ma soprattutto a Pozzuoli, in provincia di Napoli, nel quartiere di Monteruscello, dove opera il clan camorristico Longobardi-Beneduce.

Ad allarmare i titolari delle agenzie, che hanno sospeso le giocate, la quantità enorme di puntate sulla vittoria degli ospiti, quotata 16 a 1, ed addirittura sul risultato esatto, lo 0-2, che pagava 110 a 1 – l’Ancona è ultimo in classifica e finora aveva vinto solo una volta in trasferta in 16 partite, mentre il Parma si trova al secondo posto, ed a far sorgere tanti interrogativi è il goal del raddoppio, arrivato in pieno recupero. Il titolare del centro di Pozzuoli, Dario Lubrano, informato del fatto che si trattasse di somme ingenti, ha denunciato la situazione al responsabile di Intralot e da qui l’apertura delle indagini da parte dei carabinieri: “Ho capito che ci trovavamo di fronte ad uno strano aumento di giocate che ci avrebbe portati a subire danni economici enormi” ha dichiarato a Il Mattino Lubrano, “Ci è parso subito molto strano che due ragazzi che non avevamo mai visto chiedessero di puntare così tanti soldi su una partita di Lega Pro. Noi conosciamo la nostra clientela”.

I giocatori del Parma però non ci stanno, ed alle accuse hanno risposto in conferenza stampa ieri pomeriggio: “Da 5 giorni ci riempiono di merda, fenomeni da tastiera e con la penna. Un polverone scatenato apposta: chi accusa faccia nomi e cognomi di chi ha data la soffiata per le scommesse” è la dura replica del capitano, Alessandro Lucarelli, “Noi siamo padri di famiglia, questa cosa va oltre il calcio: io e tanti altri dobbiamo guardare in faccia i nostri figli. Sono accuse pesanti ed è troppo facile fare così. Se si fanno accuse pesanti ci vuole la certezza di quello che si dice, altrimenti è terrorismo mediatico”. E conclude con una richiesta: “L'organo di controllo apra indagine, non abbiamo nulla da nascondere. Vadano in fondo, siamo i primi a volerlo sapere. Non siamo qui a difenderci, ci dobbiamo scusare solo per la prova che abbiamo offerto domenica scorsa. Noi vogliamo che i nostri tifosi vengano allo stadio e siano orgogliosi di noi”.