Alberto Aquilani riparte da Pescara: 32 anni e tanta voglia di tornare ad essere protagonista nel campionato che lo ha lanciato con la maglia della Roma, la Serie A, dopo una stagione allo Sporting Lisbona, con cui ha disputato un buon campionato con 19 presenze e 3 gol. Adesso è pronto a far sognare l'Adriatico con i suoi piedi che hanno illuminato stadi non da poco: Anfield con il Liverpool, San Siro con il Milan, quello che hai tempi era lo stadio della Juventus, l'Olimpico di Roma con la maglia della sua Roma, il Franchi di Firenze e infine lo Stadio José Alvalade di Lisbona. Domenica sera, nel caso dovesse scendere in campo, sarà subito scontro con il suo ex compagno Joao Mario, per il quale il centrocampista italiano ha parole al miele, affermando che il suo ruolo naturale è quello di centrocampista. Tutti speriamo di vedere l'Aquilani dei bei tempi, che sarebbe un rinforzo non da poco anche per la nazionale italiana.


Dove eravamo rimasti?
"A Firenze (sorride, ndr). Poi un anno lontano dall’Italia per fare una nuova esperienza e poi la decisione di tornare a casa: ho preso al volo la chance Pescara".


Domenica ritrova il suo ex compagno Joao Mario, l’acquisto più costoso della nuova Inter di Suning.
"Ottimo rinforzo, una certezza: bravo ragazzo e calciatore molto dotato tecnicamente e ben strutturato fisicamente, nonostante non sia altissimo".

Che tipo di giocatore vedranno i tifosi interisti?
"Allo Sporting l’ho visto utilizzare praticamente in tutte le zone del campo: a destra, a sinistra, in mediana. Un giorno mi è venuto spontaneo chiedergli: "Joao, ma dove ti piace giocare?". Per me è un centrocampista, il suo ruolo naturale".

Ora una nuova gioventù a Pescara. Cosa l’ha convinta?
"È stato Oddo a far scoccare la scintilla. Mi ha telefonato trasmettendomi una grande carica e spiegandomi la sua idea di calcio, che poi è anche la mia".

Lei ha giocato con grandi club e ha vestito la maglia azzurra: ma ha qualche rimpianto?
"Assolutamente no. A fine carriera magari ci penserò, ma non ora: ho ancora tanto da dare al calcio italiano".

Fonte: Gds