Ci sono momenti, in una stagione, che posso diventare decisivi e precludere il prosieguo del cammino. Nel caso del Pescara ce ne sono due e in questi c'è sempre la stessa squadra, l'Empoli. Già, perché i due confronti con i Toscani, nel giro di cinque mesi, hanno aperto e chiuso un ciclo, un girone dell'inferno Dantesco che ha regalato pochissimi sprazzi di purgatorio. Centocinquanta giorni in cui la crepa, apertasi e novembre, è diventata una voragine che, con il passare del tempo, ha inghiottito tutti e infine l'intera compagine Abruzzese, che a questo punto aspetta solo la matematica per il ritorno in Serie B dopo un solo anno dalla promozione.

I fattori che hanno portato a questo fallimento sono tanti e sono sempre i soliti, visto che li stiamo elencando da mesi, ma, a questi fattori, va aggiunto il rimpianto di quello che poteva essere e non è stato, a causa di scelte sbagliate della società, infortuni e limiti evidenti di una squadra che non ha mai potuto contare su un centravanti di riferimento, ed una costanza nella prestazioni di alcuni giocatori, uno su tutti Bahebeck. I rimpianti, come dicevamo, sono tanti visto che mai come quest'anno la quota salvezza è stata cosi bassa con le ultime quattro che sono state le peggiori degli ultimi vent'anni almeno: basta pensare che proprio l'Empoli potrebbe salvarsi non arrivando nemmeno a quota 30, mai successo nella storia della Serie A.

Una stagione deludente e di rimpianti, ma si sa, le delusioni nel calcio si costruiscono, ed il Pescara ha fatto proprio cosi, sbagliando completamente la campagna acquisti dell'estate, cercando di rimediare nel mese di Gennaio quando ormai era troppo tardi. In secondo luogo va aggiunto anche il cambio dell'allenatore, con Zeman subentrato ad Oddo, e le vicende extra calcistiche come le auto bruciate al presidente Sebastiani, lo sciopero dei tifosi e la possibile vendita della società che ora però sembra lontana. Un anno disastroso, quindi, anche se iniziato con le migliori credenziali, come dimostrano le sfide contro Inter, Napoli e Sassuolo che, alla fine, si sono rivelati fuochi di paglia in cui tutti si sono bruciati.

Il pareggio con l'Empoli ha sancito la definitiva resa dei biancazzurri che ora attendono solo la matematica retrocessione, mentre la società sta già programmando la prossima stagione con la speranza che ci sia una Zemanlandia bis. Le esultanze di Benali, Caprari e Bahebeck (nelle prime partite) sembrano un lontano ricordo e la curva vuota e l'immagine simbolo di una stagione da dimenticare, una stagione che poteva andare diversamente. Una stagione da mille rimpianti.