Dopo un anno sfortunato dal punto di vista degli infortuni e più in generale dal punto di vista fisico, gli uomini di Garcia si presentano ai nastri di partenza con ambizioni altissime: c'è il tanto sospirato centravanti da 20 timbri a stagione (Dzeko), non ci sono competizioni che distraggano membri della rosa (vero Gervinho e Doumbia?) e gli infortunati cronici sono quasi tutti recuperati (manca Kevin Strootman di cui si parla per Novembre); per questi motivi in un certo senso non ci sono più scuse e, secondo chi scrive, portare a casa un trofeo o il passaggio dei gironi di Champions è l'obiettivo minimo per evitare di far saltare delle teste pesanti.

STORIA - 26 Maggio, i tifosi giallorossi non scorderanno facilmente quella data: era la finale di coppa Italia tra Roma e Lazio; l'occasione per cucirsi addosso la stella d'argento in faccia ai cugini biancocelesti e oltretutto nel proprio stadio, sembrava un copione hollywoodiano per la sua perfezione ma non è andato tuttto come speravano dalle parti della tribuna MonteMario. Senad Lulic al minuto settanta, o giù di lì, è sbucato alle spalle dell'incredulo Marquinhos e ha messo in rete la palla della vittoria: bum, fine, disastro in casa Roma; Andreazzoli e Osvaldo litigano e vengono messi alla porta entrambi così come Marquinhos e El Coco Lamela, insomma parte la rivoluzione. Sabatini sceglie Rudi Garcia per la panchina e una serie di giocatori già navigati da unire al mix di giovani talenti; da qui ha inizio una rivoluzione di gioco e soprattutto di risultati: nella prima stagione targata Garcia la Roma esprime il calcio migliore d'Italia e viene battuta solo da una Juve poco spettacolare ma inarrestabile; lo scorso anno è stata un'annata dai due volti visto il girone di ritorno zoppicante dovuto a una crisi fisica imbarazzante e a una dipartita sportiva di uomini chiave come Gervinho (Coppa d'Africa) e Maicon (Ginocchio), il tutto condito dallo schiaffo morale dovuto alla magrissima figura fatta al ritorno nell'Europa che conta davvero ( il 7-1 del Bayern risuona ancora).

L'ALLENATORE - Al timone della corazzata giallorossa ci sarà ancora il francese Rudi Garcia: l'allenatore francese classe 64' di Nemours è figlio di un calciatore e di chiare origini andaluse. L'allenatore giallorosso ha avuto una lunga carriera in panchina iniziata con la sua squadra del Corbeil-Essones di cui è allenatore giocatore, questo finchè non viene chiamato a lavorare al Saint-Etienne prima come vice e poi come capo allenatore dal '99 al 2002. Dopo l'esperienza con i biancoverdi arriva l'occasione con il Digione, squadra che sotto la sua guida riesce a salire in Ligue 2; le buone stagioni con il Dijon non passano inosservate tanto che nel 2007 gli viene offerta la panchina del Le Mans con cui chiude il campionato al nono posto e la coppa di lega con una buona semifinale. Nel 2008 la svolta: il Lilla gli offre la panchina, qui Rudi inizia un progetto a medio lungo termine puntando su giovani di prospettiva (Hazard, Digne, Sow e Gervinho passando anche per Payet) che lo porterà nel 2011 a centrare il double vincendo campionato e coppa nonostante qualche divergenza con la società. Nel 2013 viene chiamato a sedere sulla difficile panchina giallorossa, il francese non si spaventa e riesce a dare un'identità alla squadra portando un calcio innovativo mai visto in Italia; la prima stagione è da sogno e viene rovinata solo da una Juventus inarrestabile, la seconda come già detto risulta più difficile per via del triplo impegno e di numerosi infortuni.

  • LA SQUADRA- Anche quest anno la squadra è cambiata moltissimo, necessita quindi di un'analisi reparto per reparto:
  1. PORTA: Tra i pali è partito Skorupski ma è arrivato un altro polacco di tutt'altro spessore; stiamo parlando di Szczesny portiere giovane ma di grande esperienza dalle parti di Holloway road alla corte di Wenger. Spettatore di fatto di questo avvicendamento è stato Morgan De Sanctis che da sicuro numero uno di ritrova quasi condannato alla panchina, questo non è necessariamente un male visti gli acciacchi fisici che lo hanno perseguitato e la carta d'identità ormai datata.
  2. DIFESA: Qui sono concentrati i maggiori dubbi, sono partiti Holebas (era necessario?) Mapou e Romagnoli; il primo verrà forse rimpiazzato da Digne mentre il secondo e il terzo sono stati rimpiazzati da Ruediger e Gyomber che per carità sono ottimi giocatori ma uno ha un ginocchio appena rimesso insieme mentre l'altro vestiva la maglia di una squadra di Serie B di basso retaggio. Accanto a questi cambi sono stati riconfermati Manolas e Castan in mezzo mentre a destra al momento sono a contratto solo Maicon e Torosidis che tutto garantiscono tranne che integrità fisica.
  3. CENTROCAMPO: Qui è stato riconfermato Nainggolan a suon di milioni, stessa sorte toccata a Keita. Nemmeno De Rossi, Pjanic e Paredes sembrano destinati a partire; stesso discorso vale per Florenzi che nonostante le offerte rimane a Roma a fare il tuttofare e in particolare a coprire la traballante fascia destra della difesa giallorossa.
  4. ATTACCO: In questo reparto sono state rimescolate pesantemente le carte infatti sono arrivati Iago, Salah e Dzeko ovvero altri due esterni e l'invocato centravanti; sono partiti poi Doumbia rispedito a Mosca e Destro mandato al Bologna (quasi ufficiale). La questione qui riguarda gli esuberi: c'è capitan Totti da accompagnare dolcemente verso il ritiro senza chiedergli troppi minuti, c'è Iturbe che a Roma hanno deciso di non aspettare più e Ljajic la cui insofferenza e discontinuità non ha mai convinto l'ambiente; riuscirà Sabatini a sistemare tutti?

FORMAZIONE - La squadra dovrebe scendere in campo col solito 4-3-3: Szczesny in porta , Digne (se arriva) , Manolas, Castan e Maion (Sognando Peres); a centrocampo aspettando Strootman dovrebbero giocare ancora De Rossi, Pjanic e Nainggolan mentre davanti dovrebbero partire titolari Gervinho e Salah per supportare il nuovo bomber Edin Dzeko con Totti pronto a dare minuti di qualità dalla panchina.

CHIAVE TATTICA- La squadra di Garcia ha fatto del gioco sugli esterni il suo punto forte: ai giocatori di fascia viene chiesto di essere abili nell'uno contro uno per creare superiorità ed eventualmente mettere in mezzo palloni per il centravanti. Dalle parti di Trigoria sperano quindi che Gervinho e Salah siano in grado di garantire un rendimento costante, favoriti anche dalle attenzioni che le difese riserveranno al grande acquisto dell'estate giallorossa: Edin Dzeko. I due velocisti africani della Roma possono innescarsi da soli o in alternativa beneficiare dei lanci del talentuoso centrocampo alle loro spalle: sia Pjanic che Keita (senza dimenticare De Rossi) garantiscono un efficace lavoro di impostazione dato che l'interdizione viene affidata all'inesauribile Nainggolan.

ASPETTATIVE - Inutile dire che un'altra stagione senza trofei suonerebbe come un sono fallimento: il campionato è più che mai aperto con la Juve chiamata ad assorbire il ricambio generazionale e le milanesi con grupppi nuovi; la Coppa Italia invece è sempre un'incognita ma la stella d'argento persa contro la Lazio urla ancora vendetta, motivo in più per non snobbare la coppa nazionale. Oltre a ciò una figura dignitosa in Europa sarebbe più che gradita vista la possibilità di finire in terza fascia; qui però il discorso è troppo legato alla sorte in quanto si può finire in gironi favorevoli come in gironi della morte. Quello che sperano i tifosi è di vedere una squadra finalmente affamata di vittorie come recita uno slogan del marketing giallorosso.

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Andrea Fabbian
Pane, Roma e basket