Con lui la Roma ha svoltato e adesso il terzo posto è un obiettivo alla portata per la squadra di Luciano Spalletti. L'allenatore toscano ha sicuramente moltissimi meriti nella crescita complessiva dei giallorossi che ora possono guardare con fiducia alle prossime partite.

Eppure, quando Spalletti era arrivato, la situazione era parecchio diversa, ma il tecnico si è rimboccato le maniche e ha iniziato a lavorare, come spiega a Radio Anch'io Lo Sport: "Quanto conta veramente un allenatore? Sono d'accordo con quelli che dicono che i tecnici contano poco, ma allo stesso tempo se fossi un presidente prenderei un allenatore che pensa di contare molto. Che cosa ho recuperato all'interno della Roma? Non so com'era prima, la vedevo solo da fuori. C'erano dei margini di miglioramento e abbiamo provato a sviluppare la mentalità giusta, nel vivere lo spogliatoio e il campo." Non ha trovato differenze nell' ambiente rispetto al passato: " Non ho trovato molta differenza. Pensavo che i discorsi rispetto al passato sarebbero cambiati, invece ho trovato sempre le stesse voci, tipo che "a Roma non si può lavorare". Dico invece che a Roma c'è tutto per lavorare bene, abbiamo il privilegio di stare in una città bellissima e in un club prestigioso."

Difficile dire cosa sia scattato nella squadra nell'ultimo mese e mezzo: "Non c'è una spiegazione prestabilita. Uno entra dentro il club, guarda, si rende contro, prova ad organizzare, possibilmente con il dialogo perché senza viene meno la fiducia. Allora piano piano questa fiducia sale, con un po' di fortuna, e magari vinci due partite e da lì in poi si parte. Poi bisogna sempre avere qualcosa di nuovo da mettere sul piatto, ma soprattutto di riconoscibile." Uno come Totti, con cui ora sembra essere tutto risolto: "Francesco è sicuramente tra i giocatori più importanti che ho a diposizione. Io sono venuto qui a fare l'allenatore della Roma e devo far vedere che riesco a gestire tutto al meglio. Lui è venuto fuori da un infortunio e adesso è tornato. C'è stato un malinteso fra di noi che ci è dispiaciuto, adesso è tutto a posto."

Spalletti sembra aver trovato anche la chiave giusta per far tornare El Shaarawy su alti livelli: "Se si creano subito gli indispensabili non si fanno crescere gli altri. Lui è un talento, che ti risolve l'azione da solo, l'abbiamo visto anche sabato con l'Empoli. Ed è anche un bravissimo ragazzo. Bisogna però che ci metta sempre del carattere nelle cose che fa, perché nel calcio d'oggi è importante." Chiusura su Walter Sabatini che Spalletti spera possa restare alla Roma: "Io devo pensare prima di tutto a convincermi che ho la possibilità di continuare a lavorare con questa società. La volontà - se si arriva in fondo al campionato e il risultato sarà positivo - anche sotto il profilo della mentalità - è quella di continuare a stare con chi ho lavorato. Spero che lui continui a fare il suo lavoro dentro la Roma, perché uno dei migliori. Come dico sempre, c'è una squadra che gioca e una che non gioca. "

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About the author
Francesco Nasato
24 anni, giornalista pubblicista, allievo della scuola di giornalismo dell'Universitá IULM, laureato alla Cattolica di Milano in Linguaggi dei Media. Editor di Vavel Italia, scrivo di calcio e Milan sul web e la carta stampata da quando ho 18 anni