La Roma si ferma, all'Olimpico. Un Bologna di difesa e ripartenza imbriglia una Roma apparsa stanca, quasi indebolita dalla lunga rincorsa. Un incidente di percorso che rientra nell'ordine naturale delle cose, quando spingi al massimo, devi prima o poi fermarti, rallentare. Spalletti, al triplice fischio, non fa drammi. 

L'undici giallorosso, spesso in possesso della sfera, riversato nella metà campo felsinea, pecca negli ultimi venti metri, lì dove occorrono idee, rapidità, concretezza. Un eccesso di superficialità, un fraseggio talvolta fine a se stesso. 

"Sono cose che nel calcio ci stanno, venire fuori con un pareggio anche con una buona prestazione. Si accetta e si fanno i complimenti al Bologna".  

"Abbiamo comandato la partita fin da subito, ci è mancata un po’ di ferocia, siamo stati poco aggressivi"  

Il tecnico si complimenta con il gruppo, il pari casalingo non cambia il giudizio su approccio e partita, diverse le opportunità per scalfire il muro eretto con sagacia da Donadoni. 

"Abbiamo tenuto la palla per 70 minuti, tirato 15 volte in porta, pensavo di portare a casa questa gara. Ai ragazzi ho detto bravi. Totti? Bravo anche lui ovviamente, perchè fa parte della squadra"

Spalletti non pone poi vincoli di classifica. La Roma ha vantaggio su chi insegue, ma vede il Napoli allungare nuovamente in ottica seconda posizione. Nessun calcolo, occorre raccogliere il bottino pieno per sperare in qualcosa di più della terza posizione. 

"Noi dobbiamo fare delle buone prestazioni a prescindere, poi secondo, terzo o sesto posto lo vedremo alla fine. Inter e Napoli le guardiamo allo stesso modo. Dobbiamo mantenere questo spirito"

Nessuna apertura sul fronte mercato. El Shaarawy, pedina fondamentale nell'atipico attacco giallorosso, è elemento che piace, ma non è di proprietà della Roma, è operazione non semplice, oggi non all'ordine del giorno. 

"Andrà deciso cosa fare in futuro ma in questo momento dobbiamo pensare alla prossima gara. Di mercato non è ancora il momento di parlarne

Chiusura per Dzeko, in panchina al via, in campo nel finale. Non una scelta tecnica, noie fisiche alla base della decisione. Un problema alla gamba a limitare l'uso del colosso bosniaco. Spalletti motiva così la scelta di un reparto offensivo senza un vero "9". 

"Perché solo nel finale? Aveva un infortunio alla gamba e ci ha fatto un favore a entrare negli ultimi 20 minuti. Senza quel problema fisico avrebbe giocato titolare

(fonte dichiarazioni Gds)