I tifosi della Roma non hanno preso per niente bene la notizia della quasi certa cessione di Miralem Pjanic, per di più alla Juventus. Oltre a questa notizia, però, nelle ultime ore anche Nainggolan ha rilasciato delle dichiarazioni dal ritiro del suo Belgio che non lasciano tranquilli nella Capitale.

Se non altro il centrocampista è stato sincero e ha spiegato chiaramente la situazione in cui è coinvolto. Il Chelsea e Antonio Conte sono in pressing su di lui e qualche chiacchierata già c'è stata: "Conte? Abbiamo parlato, mi voleva già alla Juventus, ma io gli ho detto che non ci sarei mai andato. Ora sta cercando di convincermi ad andare al Chelsea, abbiamo fatto una chiacchierata, è una persona interessante. Se resterò a Roma? Vedremo, non lo so." Pressing anche da parte dei compagni di Nazionale che giocano a Stamford Bridge: "Courtois e Hazard cercano di convincermi ad andare a Londra con loro, ma vedremo cosa succederà. Certamente Conte è un bravo allenatore, si è visto alla Juve, dove ha vinto, e si è visto anche a Siena. Lui mi ha detto cosa si aspetta da me e che tipo di calciatore posso essere per lui. È importante sapere che un allenatore ti vuole così tanto. Dopo undici anni, lascerei l’Italia soltanto per un miglioramento sotto tutti i punti di vista, non per piccole differenze."

Spalletti e Nainggolan, pagineromaniste.com
Spalletti e Nainggolan, pagineromaniste.com

Evidentemente Conte e il Chelsea sono convinti di poter soddisfare le richieste del centrocampista della Roma. I giallorossi, adesso, sono in una posizione di forza economica, visto che la cessione di Pjanic risolverà i problemi legati al rispetto del Fair Play Finanziario. In più c'è da considerare che Spalletti ritiene Nainggolan un elemento fondamentale per il suo modo di fare calcio. Negli ultimi mesi della scorsa stagione proprio la posizione avanzata in campo del belga, in pressione a tutto campo e pronto a buttarsi negli spazi, è stata una delle intuizioni migliori di Spalletti. Adesso bisognerà resistere alle tentazioni del mercato, per non rischiare di toccare il motore di una squadra che ha mostrato di poter girare a ritmi molto alti.