Poco meno di un anno fa una Roma spenta, molle e impaurita cedeva il passo all'Olimpico allo Spezia di Di Carlo, regalandogli una storica qualificazione ai quarti di Coppa Italia. Otto mesi dopo la Roma ha cambiato pelle nonostante in quel maledetto pomeriggio fossero già presenti i vari Dzeko, Salah e Pjanic. Il centrocampista bosniaco è migrato verso altri lidi in cerca di fortuna, al suo posto sono arrivati i Perotti, gli El Shaarawy assieme al gradito ritorno di Strootman.

Il reparto offensivo, eccezzion fatta per le noie pisocologiche di Dzeko, ha sempre garantito prestazioni e gol. In mezzo al campo, l'eredità, lasciata per strada da Miralem, può essere raccolta da un giovanissimo Paredes che permetterebbe a De Rossi di rifiatare e a Strootman di avanzare il proprio raggio d'azione. Tuttavia il pacchetto difensivo è, ormai da anni, quello più carente in personalità e sicurezza. Non sono bastati i vari Benatia, Castan (part-time) e Manolas dopo i disastri di Heinze e Yanga-Mbiwa. Solamente le prime dieci giornate di Rudi Garcia (a punteggio pieno) avevano fatto registrare un miglioramento costante dei difensori; salvo poi distruggere tutto nei due anni successivi. Lo scorso anno l'arrivo di Spalletti era stato provvidenziale, aumentando i rimpianti per non aver esonerato il francese subito dopo l'eliminazione dalla Coppa. Il ruolino di marcia col nuovo allenatore era davvero da scudetto e anche in Champions League i capitolini sono riusciti a mettere paura al Real futuro campione. Poi è arrivata l'estate, gli arrivi di Mario Rui, Vermaelen, Fazio e Juan Jesus sembravano aver messo apposto le lacune difensive.

Il preliminare di Champions era, probabilmente, l'obiettivo più importante della stagione ma puntualmente, arrivata al grande passo, la Roma si è sciolta. Andata e ritorno col Porto hanno manifestato inesperienza europea, poca lucidità e incapacità di "riempire la partita". Proprio quello che chiedeva Spalletti. Non divertirsi o far divertire, ma "condire" ogni partita con i suoi dettami tattici e con la sua determinazione e applicazione. Appello rivolto, invano, ai giocatori di maggior qualità come Salah, Perotti ma anche a quelli di maggior carisma come De Rossi e Nainggolan. La magra figura dei lusitani nella prima giornata della fase a gironi non fa che aumentare i rimpianti, ma la Roma vista a Plzen (e in questa prima fase di campionato) ha un avvenire tutt'altro che sereno.  Tutti sotto esame, dunque, tutti sotto la lente di ingrandimento. Anche quel giovane Gerson che Spalletti aveva "scusato" nel dopopartita di giovedì, perchè anche lui è parte del gruppo. 

Tutte le strade portano a Firenze ora, dove la Roma è chiamata a reagire per evitare un'altra stagione nell'anonimato. Riempire la partita, riempire il campionato; Spalletti chiama, i giallorossi devono rispondere.