Chissà cosa avrà detto ai suoi, Luciano Spalletti, per imprimere il cambio di passo che spesso la Roma non dimostra tra primo e secondo tempo e che altrettanto frequentemente è sinonimo di condanna nella ripresa, vedasi Bergamo. Forse la lezione della domenica di A, in un modo o nell'altro, sarà servita, condita dalle parole forti del Certaldino negli spogliatoi dell'Olimpico (semideserto, ma non fa più notizia). Fatto sta che la Roma ha proprio svoltato in quanto a voglia, prestazione e dominio del gioco, e il (giusto e prevedibile) risultato è arrivato. Il 4-1 finale consegna alla Roma un attacco europeo stellare, con 16 reti (il secondo dopo lo Shakhtar). Ma soprattutto il primato nel girone, che voul dire molto: di norma, sta a significare un tranquillo sedicesimo con il ritorno tra le mura amiche. E soprattuto, vuol dire che l'unica preoccupazione del 2016 capitolino resta la Serie A, con- in serie- match tutti casalinghi e da vincere: prima il Pescara, poi il Derby e ancora il Milan. In mezzo l'ultima gara di questi gironi europei, a Vienna, senza nessuna pretesa o ambizione ulteriore. Una spinta importante.

Dunque un risultato giusto, la Roma ha fatto il suo e basta. Ma le perle della serata non vanno archiviate assolutamente: Dzeko è apparso più che mai in spolvero, grazie anche a 3 reti molto belle, su tutte la prima, frutto di un azione personale che fino a poche settimane fa i tifosi giallorossi poteva apprezzare solo in video. Semmai, che sembra aver preso il "virus" del bosniaco, è Salah, al quale vanno però accreditati già 8 gol stagionali, tantissimi per la sua posizione in campo. Spesso però, e anche ieri, l'egiziano non appare cinico, ma è comunque sempre molto ispirato. L'altro mattatore della ripresa romanista è Perotti, che in maniera casuale o voluta, poco conta, ha strabiliato il pubblico capitolino con una rabona di pura classe. Che poi volesse crossare, ma il pallone deviato è entrato in porta sul lato sguarnito, sono altri discorsi. Alla Roma restano 45' di intensità, i colpi di classe, e le pecche difensive da evitare. Un paio di minuti prima di dilagare, infatti, i giallorossi si sono salvati dal pari ceco grazie all'unico intervento della serata di Allison. Insomma non c'è mai da star tranquilli, nulla può considerarsi acquisito con la Roma. Ma se al 90' arrivano i 3 punti, tutti gli altri discorsi vanno limati in allenamento, fino ad arrivare ad una parvenza di perfezione, che consacrerà la Roma agli allori che le spettano.

ROMA: Allison 6, Peres 6, Fazio 6, Rudiger 6,5, Emerson 6,5, Paredes 7, Strootman 5,5 (Gerson sv), Salah 5,5 (De Rossi sv), Nainggolan 6,5, Iturbe 5 (Perotti 6,5), Dzeko 7,5. All Spalletti 7.

VIKTORIA: Kozacik 6, Mateju 6, Hejda 5,5, Limbersky 6, Kovarik 6,5, Hrosovky 6, Hromada 6, Petrzela 5, Kopic 4,5 (Duris 5,5), Zeman 6,5, Kremencik 5,5 (Bakos sv). All Pivarkin 5.