Diego Perotti non le manda certo a dire. Intervistato in esclusiva da Il Romanista, l'esterno offensivo ex Genoa e Siviglia ha parlato del momento della Roma e dell'impatto avuto da Eusebio Di Francesco sulla panchina giallorossa: "Di Francesco mi piace perché pretende sempre di più. Vuole attaccare. Qualche volta devi avere equilibrio, è vero, ma a me da attaccante questa libertà dà molta fiducia. Di Francesco mi ha fatto crescere e mi ha fatto fare meglio dell’anno scorso. Noi crediamo in lui fin dal primo giorno, ma anche in noi stessi, nel gruppo. Il bello è che non ti rilassi con lui, adesso per esempio abbiamo vinto il derby, è importante, prendi fiducia. Lui vuole sempre di più, è molto importante per la nostra testa".

E ancora, sull'ex tecnico del Sassuolo: "Ogni allenatore ha il suo modo di fare, poi alla fine fa delle scelte. Spalletti a un certo punto non mi faceva giocare, ma la squadra andava bene. Quando ha messo la difesa a tre e cambiato il ruolo di Nainggolan, è stato vincente. Non è vero che non voglio giocare a destra, è solo che preferisco a sinistra. Sia io che El Shaarawy abbiamo dimostrato che rendiamo meglio a sinistra. Però capisco gli allenatori e le loro idee. Con l’Udinese abbiamo fatto un tempo per uno. Quindi, è chiaro, preferirei giocare a sinistra, ma non sono di quei giocatori così forti che possono permettersi di scegliere il ruolo. Poi pur di giocare, lo farei anche in porta".

Punto importante anche sulla Roma: "Siamo completi. Non so quante squadre hanno due giocatori forti per ruolo. È vero che sono andati via dei giocatori importanti, ma ne sono arrivati altri, abbiamo avuto sfortuna con Schick e Karsdorp. Se crediamo in noi? Certo, manca tanto. Dobbiamo recuperare una partita, mancano alcuni scontri diretti. Noi abbiamo incontrato già quasi tutti e con l’Inter non meritavamo di perdere". 

Parlando invece del suo attuale momento di forma, Perotti si conferma più sereno e tranquillo: "Può darsi che sia cambiato qualcosa, che sono un po’ più luminoso. Quel gol mi ha cambiato la vita, magari anche i tifosi hanno cambiato il pensiero che avevano su di me, i primi sei mesi avevo fatto bene e la gente era contenta, poi ho giocato meno e quando entri e non riesci a fare bene i tifosi lo vedono. Poi abbiamo avuto quella settimana negativa perdendo Uefa e Coppa Italia. Diciamo che quel gol al Genoa ha unito tutto, la fiducia in me stesso e il pensiero dei tifosi".

Inevitabile, poi, il passaggio sul campionato: "La più forte è il Napoli nel modo di giocare, soprattutto quando non riesci a prendere palla. A me è capitato contro il Barcellona di Guardiola, tu andavi lì e non potevi fare nulla, magari il Napoli non ti fa sei gol, ma nel possesso palla sono molto vicini. Ma se giocano sempre gli stessi sentiranno un po’ di stanchezza. Finora hanno fatto un calcio bello ed efficace. Ha giocato bene, ha vinto e per questo sono davanti. Noi quest’anno abbiamo la squadra per vincere lo scudetto, anche se è vero che nella passata stagione non c’erano altre squadre come l’Inter".

E' la Juventus?: "Non mi sembra stia come le precedenti stagioni. - sentenzia Perotti - L’ho battuta sia col Genoa che con la Roma, ma la vedo indebolita. Non tanto per i giocatori che restano fortissimi, come Higuain e Dybala, ma non vincono le partite con la stessa facilità che ha il Napoli che ti spacca la porta. Non è impossibile come negli altri anni. Certamente resta una delle più importanti del campionato. Se volessi la maglia numero 10? No, no. La prenderei solo se Francesco viene e me la dà, mi è sempre piaciuto come numero ma l’8 mi piace, mi rappresenta a Roma e poi so quello che significa per i tifosi il 10. Sta bene dove ha finito". 

[fonte: vocegiallorossa.it]