Chiuso a doppia mandata il 2017 si aprono dodici mesi di calcio e per tutti è tempo di rivedere le gesta del precedente per ripartire con slancio e corregere, dove serve, gli errori commessi. E' senza dubbio il caso della Roma, che in apertura di 2018 deve trovare e capire spunti di ripartenza positivi dal ciclo appena interrotto dei precedenti 12 mesi. Mesi di cambi, mesi di stravolgimenti. Per dare l'idea del numero di avvenimenti sponda Roma, tenete presente la questione dello Stadio, i due allenatori (Spalletti e Di Francesco), l'addio di Francesco Totti, certo non l'ultimo dei saluti, il cambio di DS e le altre novità in società. E poi il gioco, con il secondo posto nello scorso campionato guadagnato al photofinish, l'eliminazione dalla Coppa Italia subìta già due volte in un solo anno solare, l'uscita da Champions ed Europa League con Spalletti e la permanenza invece nel massimo campionato europeo con Di Francesco (con il passaggio da prima nel girone). Prendete poi i derby vinti, 2 sui 4 giocati, ma costellati più da delusioni che da gioie. Ancora, le vittorie su Milan e Inter, con quest'ultima che poi ha saputo vincere all'Olimpico in avvio di questo campionato; la vittoria splendida ma inutile ai fini scudetto sulla Juve, e la sconfitta invece allo Stadium di quest'anno, copione simile allo scorso.

Insomma, il quadro, peraltro non dettagliato e solo riassuntivo, lascia presagire numerosi eventi, ampie emozioni e buone impressioni, che però non sono mai riuscite a trasformarsi in vere soddisfazioni. Vero, la Roma ha portato a casa il record di vittorie consecutive in trasferta, 12, ma poi si è bloccata e lontano dall'Olimpico non sta più vincendo; vero la Roma ha fatto, in questo frangente, 6 gol al Chelsea di Conte, e governato bene l'avventura europea, ma è stata anche la squadra ad uscire dalla porta minore delle lotte internazioni con un modesto avversario, il Lione. Ancora, la Roma ha trovato Dzeko recordman di gol, poi però affronta ancora difficoltà e digiuni del suo 9. Insomma, il dolceamaro tipico della squadra romanista, che ora si trova in un mese che sembra riassumere alla perfezione tutto l'anno vissuto. Con una parola chiave: difficoltà. La Roma vive di difficoltà: 17 legni colpiti nel solo girone d'andata di Serie A, quest'anno, fanno coppia con i tanti pali dello scorso anno, nulla di strano. Tante situazioni di sfortuna e tante sofferenze sono rimaste uguali nei primi 5 mesi a tinte spallettiane, sono gli stessi nei mesi da luglio a oggi in mano all'ex Sassuolo. 

L'evento dell'anno, oltre alla importante approvazione del progetto sullo Stadio romanista, è stato senza alcun dubbio il duro addio di capitan Totti, che ha lasciato la sua vita tra le lacrime di un popolo. Da maggio ad oggi una Roma senza Totti ha senz'altro dovuto cambiare la sua identità, e il capitano ha dovuto fare lo stesso con la sua persona e il suo percorso di vita. Ancora sono vive negli occhi quelle immagini, che in quel pomeriggio consegnavano la Roma a una Champions ora tutta ancora da vivere (notizia più che positiva). Sono impressi i pianti di tutta una città.

E poi il fronte mercato, con l'arrivo di Monchi, il ds della dolce rivoluzione, che tanto sta cambiando nel pensiero e nel lavoro di Trigoria. Con lui esperienza e nomi importanti, da Kolarov a Pellegrini, da Schick a quelli tutti da scoprire, come Under e Defrel. Un direttore sempre positivo per un ambiente che aveva un forte desiderio di chiarezza, non di perfezione. Così è lo spagnolo, chiaro, diretto. Anche questo è il 2017 giallorosso. Ora si apre un anno fondamentale per la storia della Roma, il 91esimo di vita.