“Ribadisco un concetto espresso tante volte: la Roma non ha dimostrato di essere ancora da scudetto, anche in precedenza doveva fare quel salto di qualità che non ha fatto, siamo indietro e dobbiamo cercare di fare meglio per dare fastidio e migliorare la posizione in classifica". Eusebio Di Francesco alza la voce. Il tecnico della Roma, intervenuto durante l'evento Pitti Immagine a Firenze, ha sottolineato un concetto più volte espresso nel corso della stagione, quello che la sua squadra non è ancora pronta a fare il definitivo salto di qualità per puntare al titolo. 

Non sarà quindi la gara di San Siro, alla ripresa delle ostilità del campionato, contro l'Inter a rilanciare le ambizioni dei capitolini verso la rincorsa a Napoli e Juventus, in questo momento due squadre di altro rango e passo: "Ricordiamoci sempre che abbiamo una partita da recuperare, non mi piace quando guardiamo alle ultime quattro partite, guardiamo agli ultimi mesi dove si sono viste ottime cose, in questo momento la squadra sta facendo male ma il desiderio di tutti è rimetterci in carreggiata per migliorare la posizione in classifica e portare avanti il discorso Champions”. 

Si riparte dal 4-3-3, sistema di gioco consolidato e che più volte ha dato risultati e soddisfazioni al tecnico pescarese: “Il sistema vale molto meno dell’aspetto psicologico e parlarne è relativo. È lo stesso modulo che ci ha dato soddisfazioni, adesso denigrarlo lo lascio fare alla gente o a voi. Tante volte si parla per parlare. Poi ho dimostrato di avere flessibilità ma quando si allena un sistema bisogna dare continuità e credere in ciò che si propone, non posso pensare che la squadra non abbia smarrito o non creda più in quello che uno propone. Ci sono momenti difficili, sta a noi saperli superare”.

Foto As Roma Twitter
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Inevitabile non guardare anche all'esclusione di Nainggolan contro l'Atalanta ed alla bravata di Capodanno del centrocampista belga. Questo il parere di Di Francesco, il quale pare aver già archiviato la questione: “Nainggolan sarà titolare con l’Inter. A volte mi fate le domande e siete poco informati, Nainggolan è stato il primo a scusarsi, a mettersi in tribuna con i dirigenti. Non c’è un caso, è una scelta etico-morale per quello che è accaduto. Mi piace di più parlare di quello che è accaduto e su cui devo lavorare io, dal punto di vista mentale questa squadra fino a venti giorni fa era la squadra rivelazione e aveva fatto benissimo in Champions, non possiamo essere quelli visti nelle ultime gare, soprattutto nel primo tempo con l’Atalanta la squadra ha dato una cattiva impressione, anche al suo allenatore".

Ed ancora, riguardo il prossimo recente futuro: "Noi lavoreremo con positività, perché nel nostro ambiente si è molto negativi e si traggono giudizi prima troppo buoni e adesso eccessivamente negativi. Questa squadra deve ritrovare un equilibrio, io sono l’allenatore e devo trovare il bandolo della matassa, per riportare la squadra ai livelli raggiunti in precedenza. Sono sicuro che ce la farò”. Si parla anche dell'incontro che doveva esserci a Londra con Pallotta, relativo al mercato ma non solo: "Non ho parlato con Pallotta perché il mio riferimento societario è sempre stato Monchi, non so quando si incontreranno, so meno di voi. Ieri ho parlato con Monchi e lo farò anche più tardi, è lui il mio referente su tutto. È prematuro dire cosa decideranno. Non sta a me parlare di mercato, io faccio il tecnico, do delle direttive tecniche, loro si occuperanno delle possibilità e degli avvicendamenti anche dei calciatori che abbiamo”.

Chi è già presente nella rosa dei capitolini è Patrick Schick, oggetto fin qui misterioso della campagna acquisti estiva che non ha ancora fatto breccia nel cuore dei tifosi giallorossi. Di Francesco tuttavia lo aspetta, consapevole delle sue potenzialità: “Lo abbiamo acquistato molto prima, tutti ci aspettavamo che rendesse qualcosa in più, ha grandi potenzialità, non le ha ancora dimostrate, ci vuole tempo. Roma ha costruito e distrutto con grande facilità tanti calciatori, questo calciatore è in costruzione, diamogli tempo, anche se so che nel nostro mondo ce ne è sempre meno. Ma va aspettato. Ricordo che Tommasi è dovuto uscire da Trigoria scortato dalla polizia ed è diventato l’idolo della curva. Con il tempo e con il lavoro, la pazienza e i risultati, riusciremo a riconquistare quello che abbiamo lasciato in questi ultimi venti giorni”.