C'è rispetto tra Zenga e Giampaolo - timonieri di Samp e Empoli - lo si evince dalle parole della vigilia. Il primo, Walter, elogia l'operato del collega, "costretto" a tagliare i ponti con un passato di successi a firma Sarri per dare agli azzurri un abito nuovo, utile a inseguire l'ennesima salvezza, il secondo sottolinea la forza dell'undici blucerchiato, un frullato di qualità e carattere che trova il suo punto più alto a Marassi.

Quattro punti a dividere Sampdoria e Empoli, quattro, come i punti che separano al momento l'Empoli dalla terz'ultima piazza e la Samp dalla zona Europa. L'ambizione di spostare i limiti più in là, l'esigenza di allontanare il pericolo, due punti di vista riassunti dalla pressione che circonda i 90 minuti in terra ligure.

Motivi per sorridere, da ambo le parti. Giampaolo ritrova il suo faro, Saponara, tre giornate dopo la discussa espulsione per proteste, con conseguente mannaia della giustizia sportiva. Zenga medita il rilancio in grande stile di Antonio Cassano, nella serata di riposo per Luis Muriel. Giunge in estate, visibilmente sovrappeso, Cassano si allena in silenzio, scampoli di campo, per avvicinarsi ai compagni, ora la prima occasione. Non è al meglio, ma ha nei piedi il calcio.

4-3-3 per i padroni di casa, con Viviano a difendere i pali. Difesa guidata al centro da Zukanovic e Moisander, laterali Cassani e Pereira. Fernando è il mastino di centrocampo, a Barreto compiti di costruzione, con Soriano dedito a inserimenti e incursioni in zona gol.

Come detto Cassano, riferimento centrale. La sua qualità per accendere Eder e Carbonero.

Zenga deve rinunciare a Coda, Krsticic e Christodoulopoulos.

Giampaolo conferma il 4-3-1-2, con il rientrante Saponara alle spalle di Pucciarelli e dell'eterno Maccarone. Paredes, Zielinski e Diousse (o Maiello) in mediana, dietro Laurini, Tonelli, Costa e Mario Rui. Skorupski in porta. Fuori causa Croce e Mchedlidze. In diffida, Tonelli.