Sospiro di sollievo per la Genova blucerchiata. Bruno Fernandes al 95', a tempo quasi scaduto, regala un pareggio quantomeno meritato, ma che pure questa volta sembrava svanire, quasi maledettamente. Il Palermo, ordinato in difesa, è riuscito a sfruttare una delle poche volte che si è fatto avanti nella metà campo avversaria. L'asse Aleesami-Nestorovski avrebbe potuto regalare tre punti preziosissimi, ma nel complesso De Zerbi può accettare il pareggio, per quanto dimostrato dalle due squadre nell'arco dei 95 minuti di gioco. 

LE FORMAZIONI - Giampaolo e De Zerbi confermano le indicazioni di formazioni della settimana, nessuna novità. Il primo ritrova Ricky Alverez e Barreto a centrocampo, solo panchina per Praet e Cigarini. Ritrova la maglia da titolare Jacopo Sala, che occupa la corsia di destra nella linea a quattro di difesa. Per il Palermo solito 3-4-2-1 messo in campo da De Zerbi: Diamanti e Hiljemark alle spalle dell’unica punta Nestorovski, che ritrova la titolarità dopo la panchina nella partita contro la Juventus. Sulle fasce sempre Rispoli e Aleesami. 

PRIMO TEMPO - La gara è iniziata a ritmi abbastanza elevati. A tenere il pallino del gioco nella prima mezz’ora è stata la squadra padrone di casa, con il Palermo che con ordine si è chiuso dietro pronto a ribaltare il fronte, sfruttando sopratutto la velocità di Rispoli e Aleesami sulle fasce. Al quinto minuto di gioco si è reso pericoloso Quagliarella sugli sviluppi di un calcio d’angolo: salvataggio prezioso di Aleesami sulla riga. Sugli scudi un pimpante Muriel, che però non è riuscito mai a trovare lo spunto vincente. Al 13’ il Palermo si è fatto avanti con una buona transizione offensiva, Hiljemark però non ha concluso al meglio dal limite dell’area di rigore. Parava Viviano che metteva in moto la velocità di Muriel in contropiede con un rilancio preciso: il colombiano puntava Goldaniga ma non riusciva a trovare la porta dopo essersi portato la palla sul piede preferito, quello destro. Dopo la prima mezz’ora i ritmi di gioco si sono abbassati: il Palermo non ha rinunciato a palleggiare quando il baricentro del centrocampo blucerchiato si è leggermente abbassato, ma nulla di più per la squadra di De Zerbi (sempre molto agitato in panchina). Succede poco nella parte centrale dei primi 45 minuti, da segnalare solo sul finale un colpo di testa di Barreto ed un azione pericolosa da Muriel, che si conclude con un tiro al lato. 

SECONDO TEMPO - La seconda frazione si è aperta con lo stesso copione della prima: è la Samp a fare la gara, il Palermo aspetta per poi ripartire. In dieci minuti i doriani si sono resi pericolosi col solito Muriel, che dribblato secco Goldadiga si è visto murare coi piedi il destro incrociato. Al 14’ del secondo tempo, però, cambia la partita: passa in vantaggio il Palermo, che riesce a sfruttare una delle poche azioni offensive. Aleesami, liberato sulla sinistra, pesca Nestoroski in area, buca l’intervento Skriniar ed il macedone segna un rigore in movimento. Allora i blucerchiati, dopo il gol, si riversano nella metà campo avversaria. Tanti cross, tanti corner, ma la difesa del Palermo riesce sempre ad avere la meglio. Entrato al 64' al posto di Linetty è Bruno Fernandes a cercare con ististenza la porta difesa da Posavec. Al 24’ in spaccata non riesce ad indirizzare in porta il cross di Muriel e poco dopo dal fondo, con un tiro cross, impensierisce la difesa rosanero. Il Palermo rinuncia ad attaccare, la Samp con costanza cerna il disperato gol del pareggio. Dopo la mezza rovesciata sempre del numero 10 doriano e il colpo di testa di Skriniar, il Marassi finalmente esplode al minuto 95, a tempo quasi scaduto. Bruno Fernandes è l'uomo della provvidenza: il suo tiro, cercato, calcoltato e mirato è imprendibile per Posavec, che da fermo può solo vedere la rete gonfiarsi. 1-1, Giampaolo fa un grosso sospiro di sollievo, De Zerbi con amarezza accetta il risultato. Giusto, per quanto mostrato in campo. 

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Micael Caviglia
Scienze della Comunicazione, scrivo su Vavel di Calcio, approfondendo la Lazio, la Premier League ed il tennis. Lo sport è cultura. Su Twitter sono qui