Un Edgar Barreto a tutto tondo, quello intervistato dalla Gazzetta dello Sport. Il centrocampista paraguayano, reduce da un periodo non felice alla Doria, non nasconde comunque il suo entusiasmo, una voglia di tornare a calcare da protagonista i campi di gioco, indossando rigorosamente la maglia della Sampdoria. "Quando ero piccolo, in Paraguay, io e mio fratello vedevamo spesso la Serie A, ed io giocavo sempre immedesimandomi in Lombardo, vera e propria bandiera della Sampdoria. Quando è cominciata la mia avventura con la Samp, ho sempre cercato di dare il massimo, ripagando la fiducia del mister".

Parlando, infatti, di Giampaolo, Edgar Barreto non nasconde un vero e proprio affetto per lui, ricordandone la vicinanza anche nei momenti bui. Vicinanza ripagata con le tante declinazioni che hanno portato Barreto, alla fine, a restare in Liguria. Nel ricordare la scorsa stagione, invece, Barreto non si scompone, dimostrando una maturità tipica dei giocatori da decenni protagonisti sui più importanti campi nazionali: "Io giudico solo me stesso, so di non aver dato il massimo e di non aver giocato al mio livello. Purtroppo quando tutti sono in difficoltà non puoi non venirne condizionato. L'anno scorso tutti giocammo male, tutti al di sotto di Viviano: le sue parate sono state determinanti per la salvezza".

Perno imprescindibile della Sampdoria, Barreto viene molto apprezzato anche per la sua voglia di sostenere i giovani calciatori, tendenza apprezzata dal proprio allenatore. "Credo sia naturale, perché penso di capire meglio degli altri cosa si prova. In Olanda erano tutti chiusissimi, nessuno parlava la mia lingua ed io mi sentivo solo. Oggi provo ad aiutare gli altri, a farli socializzare. Il rischio di rimanere isolati è alto, soprattutto nei giovani: quando li vedo con la testa nel telefonino faccio una battuta e li faccio socializzare. Qui abbiamo molti giovani, mi vengono in mente Praet e Linetty".

E, nel sottolineare infine l'importanza della sfida contro il Milan, Barreto ricorda l'andata, sottolineando la fugace decisività di un episodio isolato, che spesso può cambiare il corso di un'intera gara: "Il mio gol annullato all'andata avrebbe potuto cambiare tutto, il fuorigioco non c'era e tra l'altro la palla non l'ho neppure toccata. La nostra prestazione fu importante, mettemmo in grande difficoltà il Milan. Pure la prossima sarà una bella sfida e, ve lo assicuro, per loro sarà dura". Il Milan, dunque, è avvisato. 

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Antonio Abate
Studio Filologia Moderna a Salerno. Sogno di diventare un giornalista e/o un telecronista sportivo. Direttore Generale di Vavel Italia nonché socio fondatore di TAGS Soc. Coop. Vorace lettore.