Chi l’avrebbe mai detto di trovare, dopo quattro giornate, il Torino lassù in cima alla classifica, a due sole lunghezze dall’Inter capolista a punteggio pieno? In un inizio di stagione dei più strani dell’ultimo decennio, con le big (sulla carta) che procedono a singhiozzo tra prestazioni altalenanti, i granata non ci stanno a restare nel limbo di metà classifica. Quest’ anno più che mai, le premesse sembrano ottime per assistere, se non ad un ritorno del Grande Torino, quanto meno ad una prestazione da Coppe Europee.

Il tecnico Ventura, quinta stagione all’Olimpico per lui, ha assemblato una squadra solida e concreta, che imposta la sua forza su un collaudatissimo 3-5-2 e su un lavoro magistrale delle fasce. Proprio le cavalcate degli esterni rappresentano la marcia in più di questa squadra, che cerca sempre di far partire la manovra dalla regia di Vives (o Benassi) verso Bruno Peres sulla destra e Avelar a sinistra. In alternativa, rispettivamente Zappacosta e Molinaro, riserve di gran lusso che in molte altre squadre della serie sarebbero titolari inamovibili.

Il gioco dell’undici granata può poi fare affidamento su una gran gamma di soluzioni, portate dal parterre offensivo, che si amplia fino ad inglobare il centrocampo. Come mezzala, Baselli si inserisce molto spesso, con incursioni rapide che scardinano le difese avversarie. Dall’altra parte, Acquah ha la responsabilità di fare tutto il lavoro sporco, di copertura, recupero del pallone e ripartenza. In alternativa, cross al centro, una soluzione utilizzata con esiti più che positivi anche nello scorso match vinto (e dominato!) contro la Sampdoria. Le punte Quagliarella, Maxi Lopez e Belotti (uno dei tre deve fare la panchina, garantendo comunque dei ricambi di lusso) sono molto abili nel trovare la posizione in area, anche spalle alla porta, ed hanno un fiuto del gol da cannonieri di qualità.

Un’altra forza di questo sorprendente Torino va ricercata inoltre nella difesa a tre, uno dei reparti più solidi dell’intero campionato, che affianca a Glik, l’esperto centrale di caratura europea, pupillo di Ventura fin dai tempi di Bari, Emiliano Moretti, che ha giocato a lungo in Spagna ed ha ormai un’esperienza di gioco decennale, e il talentuoso Maksimovic, a lungo desiderato dal Napoli nella scorsa sessione di mercato. In alternativa, Cesare Bovo, un altro che nei campi di serie A ci è cresciuto, e che ha ormai imparato a gestire ogni situazione.

Il Torino ora secondo in campionato è una mina vagante, una di quelle squadre che in partita secca se la giocano con chiunque. Ora, bisognerà vedere cosa l’undici di Ventura sarà in grado di fare sulla lunga distanza, quando ai big match si alterneranno partite di provincia, specie in trasferta. La campagna acquisti di Cairo lascia intendere che quest’anno i granata giocheranno per vincere e convincere. Le prime quattro giornate hanno confermato la tendenza. Questa squadra potrebbe davvero fare un colpo magistrale.