La partita giusta al momento giusto: quella di domenica contro la Lazio, per il Torino di Mihajlovic, sarà una sfida di importanza capitale. Per testare le ambizioni, per capire fin dove possono spingersi i granata, per confermare quanto di buono mostrato nelle ultime settimane. Dopo aver superato squadre che aspirano ad un posto in Champions League (Roma e Fiorentina) e dopo aver fatto un sol boccone di una "piccola" come il Palermo, il Toro domenica si troverà di fronte una formazione con cui verosimilmente si batterà nella corsa ad un posto in Europa League. La Lazio di Inzaghi, appunto: quello tra granata e biancocelesti, insomma, sarà un primo scontro diretto sulla strada che conduce all'Europa.

Un crocevia che sarà fondamentale soprattutto per i ragazzi di Mihajlovic: se i capitolini, infatti, sono abituati a lottare per la ribalta internazionale, i granata sono invece alla ricerca di conferme dopo tre settimane da urlo. Uscendo a testa alta (e magari con tre punti) dall'incrocio contro il grande ex Immobile, il Toro potrebbe definitivamente inserirsi nel novero delle squadre che possono legittimamente ambire a una posizione tra il quarto e il settimo posto, valida appunto per la qualificazione in Europa League.

I granata arrivano a questo bivio con il morale alle stelle, dopo tre vittorie consecutive che li hanno consacrati come rivelazione del campionato. Mihajlovic dovrà fare a meno dell'ex di turno De Silvestri, ancora alle prese con i problemi al tendine rotuleo, e di Molinaro, il cui rientro, dopo l'operazione ai crociati, è previsto per marzo. Tra i pali andrà Joe Hart, ormai un beniamino della Maratona. Difesa praticamente fatta: scelte obbligate sugli esterni, dove agiranno Zappacosta e Barreca, mentre al centro solito ballottaggio Bovo-Rossettini per un posto accanto a Castan. Valdifiori, sempre più padrone della manovra granata, sarà in cabina di regia, mentre ai suoi fianchi dovrebbero essere confermata la coppia "leggera" formata da Benassi e Baselli, favoriti rispetto ai più muscolari Obi e Acquah. In avanti scontata la conferma del "trio delle meraviglie" composto da Iago Falque, Belotti e Ljajic, bocche da fuoco del secondo miglior attacco della Serie A. Mihajlovic punta soprattutto su di loro per mandare al tappeto quella Lazio di cui fu simbolo, ma a cui ora chiede strada per proseguire la corsa all'Europa.

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Andrea Dalmasso
La scrittura come passione, il calcio come malattia, il giornalismo sportivo come grande sogno.