Minuto 87 di Inter-Torino, il cross di Candreva dalla destra attraversa tutta l'area senza essere deviato, la palla viaggia lemme lemme verso la rimessa laterale sulla fascia opposta. Benassi rincorre la sfera, poi rallenta e nemmeno la protegge. Palacio, invece, innesta le marce alte, si avventa sul pallone e lo tiene in campo: da lì scaturirà il gol di Icardi, decisivo per la vittoria nerazzurra. Pochi frangenti che sono più che sufficienti a comporre la fotografia perfetta del Torino sceso in campo ieri sera al Meazza: un Toro spento, distratto, privo di quella famelica ferocia messa in mostra in questo primo mese e mezzo di campionato. La sconfitta non è che la logica ed inevitabile conseguenza di questi fattori.

I granata, protagonisti di un avvio di campionato da rivelazione, hanno deluso un po' tutti, Mihajlovic in primis. Il tecnico serbo ha commentato così la sconfitta di San Siro: "Oggi non sono soddisfatto e non lo sarei stato anche se avessimo pareggiato. Nel primo tempo abbiamo sbagliato tutto, siamo scesi in campo lenti e molli lasciandogli campo. Loro come qualità sono superiori e si poteva anche perdere quest’oggi, ma non in questa maniera. Dobbiamo imparare anche da queste prestazioni qua, dovevamo avere più grinta e rabbia e mettere sotto l’Inter. Oggi non mi è piaciuto niente, soprattutto nella prima frazione di gara". Difficile non essere d'accordo con Sinisa nell'analisi di quella che probabilmente, per il Toro, è stata la peggior prestazione stagionale. Eloquente il dato del primo tempo: zero tiri in porta. Uno score che non è migliorato di molto nella ripresa, quando i granata non sono andati oltre un presunto rigore per la trattenuta di Miranda su Maxi Lopez ed al gol di Belotti, concesso gentilmente da un pasticcio della retroguardia nerazzurra. Magro bottino per quello che si presentava al match come il secondo attacco del torneo.

Sul fronte opposto, invece, l'Inter ha prodotto pericoli in serie approfittando di un Toro distratto, lunghissimo, sfilacciato, all'apparenza completamente disorganizzato: per quanto creato dalle due squadre, insomma, lo scarto avrebbe potuto essere anche più ampio e l'Inter, per volume di gioco e occasioni confezionate, ha decisamente legittimato la vittoria. "Oggi non mi è piaciuto niente", ha sentenziato Mihajlovic, e nel Toro di San Siro, per davvero, poco o nulla ha funzionato. Male Hart, rivedibile sul primo gol di Icardi, in affanno i due centrali Rossettini e Moretti, tenuti costantemente in apprensione dal discusso capitano nerazzurro. In mezzo Acquah e Obi assolutamente inconsistenti, incapaci di pungere così come di fare filtro. Inoffensiva, per una volta, anche l'artiglieria granata: opaco Iago Falque, troppo egoista Ljajic, Belotti si è spesso ritrovato a fare la guerra da solo contro la difesa nerazzurra. Qualcosa in più si è visto con l'ingresso di Maxi Lopez, ma nulla di trascendentale. Un netto passo indietro, quindi, per il Toro, un Toro che a San Siro si è accorto che probabilmente non è ancora il momento di sognare.

Nessun dramma, nessun allarme, un passaggio a vuoto dopo un mese ai mille all'ora ci può stare: l'importante è ripartire immediatamente già da lunedì, dalla trasferta di Udine. L'imperativo è fare tesoro degli errori milanesi e ritrovare la grinta delle precedenti partite. Un Toro seduto come quello di San Siro, Mihajlovic non lo vuole più vedere.