Serviva un innesto di livello per cementare una difesa ballerina: è arrivato Carlao, carneade brasiliano di 31 anni reduce da tre anni nel campionato cipriota. Serviva iniettare muscoli e chili in un centrocampo troppo leggero: qui la casella "acquisti" è addirittura rimasta desolatamente vuota. La mediana, al contrario, ha perso un ulteriore pezzo, con i saluti di Vives, che ha svestito il granata dopo sei anni approdando alla Pro Vercelli. Il Torino, insomma, si è arreso, rinunciando di fatto a rinforzarsi e a una seconda parte di campionato da protagonista. E' questo il messaggio che arriva da questo mercato di gennaio granata: un gennaio da calma piatta, in cui l'unico sussulto è arrivato in apertura, con il prestito di Iturbe a rimpolpare un reparto, l'attacco, che sembrava essere l'unico discretamente completo ed assortito. Le lacune della rosa granata non sono invece state colmate, i rinforzi sono rimasti nelle richieste di Mihajlovic: un immobilismo che assomiglia terribilmente ad una resa, una strategia che rimanda alla prossima stagione il discorso Europa.

Cairo ha scelto di rimanere a guardare, di limitarsi a piccoli movimenti, ad investimenti ancor più ridotti - numerosi i colpi per il settore giovanile - rinviando alla prossima estate, così sperano i tifosi del Toro, la campagna di rafforzamento della prima squadra. La spesa più ingente, in questa sessione invernale, è stata quella per il riscatto di Iago Falque, costato 6 milioni, somma coperta dal Leeds, che a propria volta ha riscattato Jansson, ceduto dai granata in estate, per 4 milioni, e dall'Atlanta United, che verserà nelle casse del torino 5 milioni e mezzo per il venezuelano Martinez, giunto al capolinea della sua avventura sotto la Mole. Meno di un milione (500 mila euro) il prezzo pagato per Carlao, mentre Milinkovic-Savic, promettente portierone serbo, arriverà in estate per la somma di 2 milioni e mezzo. Investimenti ridotti, troppo ridotti per una società che in estate, è bene ricordarlo, solo per il trio Bruno Peres-Maksimovic-Glik ha incassato la bellezza di 50 milioni di euro (parte del denaro arriverà la prossima estate).

Carlao, innesto per la difesa (www.tuttosport.com)

Anche in virtù di quest'utile, di un bilancio chiuso regolarmente in attivo, la piazza attendeva rinforzi importanti. Rinforzi richiesti direttamente da Mihajlovic, che più volte ha lamentato una "coperta troppo corta". Il tecnico serbo dovrà però mettersi l'anima in pace, lavorando con il materiale a disposizione: con una difesa in cui l'elemento più affidabile è ancora il trentaseienne Moretti, con un centrocampo che - ormai è assodato - è troppo leggero per sostenere il 4-3-3 voluto da Miha. Da Castro a Hjiljemark, passando per Imbula: i nomi fatti per la mediana granata sono stati tantissimi, tutti troppo dispendiosi per Urbano Cairo, che a mercato chiuso ha lasciato il suo allenatore a bocca asciutta, senza il rinforzo tanto desiderato, con buona pace delle mire ambiziose del tecnico serbo. Il Torino, insomma, poteva spendere, ma non ha voluto farlo. E' rimasto con un reparto difensivo francamente non all'altezza di un attacco tra i più prolifici del torneo, con un centrocampo decisamente male assortito, insomma con una rosa poco equilibrata ed incompleta. Nonostante la liquidità per intervenire, questo è certo, non mancasse.

L'assalto all'Europa, quindi, è rimandato alla prossima stagione. Ammesso che quegli investimenti congelati in questo piatto gennaio vengano poi sbloccati la prossima estate. Se così non fosse, Cairo rischerebbe di vedere rispolverato un celebre vecchio hashtag, quel #cairobraccino che impazzava sul web fino a due anni orsono. Tormentone sorpassato o sfottò destinato a ritornare: staremo a vedere.