Tanta delusione in casa Torino. I granata non riescono a risollevarsi dopo il tonfo nel derby di sette giorni fa ed incassano una sconfitta evitabile a Verona. La doppietta di Valoti rende vano il gol del momentaneo pareggio di Niang. Walter Mazzarri si presenta in conferenza stampa visibilmente contrariato: "Abbiamo preso gol su calcio piazzato, e regalato un tempo agli avversari. Meglio nel secondo tempo, ma dopo aver pareggiato non siamo stati bravi a sferrare il colpo decisivo, ci siamo fermati ed abbiamo beccato il secondo gol. Rivendendoli a video, mi fanno arrabbiare".

Mazzarri però non vuole confrontare questa sconfitta con quella patita per mano della Juventus: "Ogni partita ha storia a sè. Nel derby è stato diverso, perchè siamo stati contratti e non siamo stati in grado di impensierire i bianconeri. Oggi invece è stato diverso. E' vero che abbiamo regalato un tempo, ma poi c’è stata la reazione, abbiamo dato la sensazione giusta, ma siamo stati puniti su due errori. Con un pò d'attenzione in più stavamo parlando di un'altra partita, uscire dal campo con almeno un punto era il minimo che potessimo fare ed invece torniamo a casa a mani vuote. Sono sconfitte dure da digerire".

Mazzarri dice la sua riguardo al mancato utilizzo di Ljajic, oggi alla sua prima presenza da quando il tecnico livornese siede sulla panchina granata: "Quando sono arrivato Ljajic veniva da un infortunio. Io le squadre le schiero anche in base alla continuità che i giocatori mostrano sul campo. Questo modo di fare è un input importante per tutti i calciatori della rosa che sanno di essere presi in considerazione. In settimana Adem si è allenato molto bene, il ragazzo era in palla e dunque lo schierato. Ci serviva in quel momento della partita un uomo di fantasia, in grado di saltare l'uomo e creare la superiorità numerica". Obiettivo 'Europa' ormai messo da parte, il Torino vivrà un finale di stagione anonimo: "Scenderemo sempre in campo con il massimo delle motivazioni, a maggio sapremo quanto siamo stati bravi e tireremo le somme".

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Andrea  Indovino
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