Molti si aspettavano una prestazione di tutt'altro tipo, ma un punto in trasferta non si butta. Questo in sostanza il pensiero del post partita, sia dei tifosi che degli addetti ai lavori. Giusto o sbagliato che sia, Chievo Verona - Udinese praticamente non c'è stata. La vigilia lasciava aperta la possibilità al fatto che fosse una partita partircolarmente combattuta. Entrambe le compagini infatti si trovano al decimo posto e i posti ai piedi dei posizionamenti europei sono ad un passo. Raggiungere l'Europa League è impossibile, ma l'ottavo posto potrebbe non essere così utopistico, specie se il Milan continua con questo passo e comunque sempre meglio che giocarsi tre mesi senza obiettivo alcuno. Invece no, fin dal primo minuto c'era il sentore che lo 0-0 fosse praticamente già scritto e così è andata. Nel primo tempo c'è solo un colpo di testa da Pellissier da annoverare tra le emozioni (un tiro pure finito a lato di svariati metri), nella ripresa l'espulsione di Cesar (molto ingenua) e un'inzuccata di Alì Adnan che ha costretto Sorrentino al volo per alzare la sfera sopra la traversa. Veramente troppo poco in novanta minuti, per una partita difficile da commentare.

Il fatto che l'Udinese fosse stata seguita in terra clivense da seicento tifosi faceva sperare che le zebrette avrebbero cercato la vittoria, ma l'impressione è che ci sia accontetati del pareggio. Anche perchè il Chievo, per come ha giocato, non era insuperabile, ha messo in mostra più di qualche fragilità. Questo sembra essere un po' il trend dei friulani che, ultimamente, quando si ritrovano in trasferta contro squadre di livello pari o inferiore, spesso pensano più a non subire e a portarsi a casa il punto più che cercare la vittoria. Contro Sampdoria, Empoli e Chievo le prestazioni si assomigliano tutte. Attenzione in difesa (tranne che nel finale della sfida con i toscani) e pochissimo in attacco. La retroguardia non è mai entrata in affanno, con Danilo che ha bloccato anche quelle due imbucate di Pellissier che potevano creare qualche problema. È anche vero però che Widmer e Samir, tenendo benissimo la diga, in avanti non si sono fatti mai vedere. Per lo svizzero è comprensibile, dato che era da un mese che non giocava, per il brasiliano un po' meno. Il centrocampo ha fatto un filtro eccellente, però anche questo nella fase offensiva non è riuscito mai a dare una mano. Hallfredsson è rimasto quasi sempre davanti ai centrali di difesa, Fofana come suo solito quando ha avuto la palla tra i piedi non sapeva quale giocata effettuare o si incaponiva in dribbling impossibili e infine Jankto non ha mai trovato la sovrapposizione con Thereau, giocata che viene di solito effettuata normalmente. De Paul ha confermato ancora una volta di non riuscire ancora a portare a compimento le sue giocate se non ha una struttura funzionante almeno all'80% come supporto. Insomma, non è ancora un trascinatore, nonostante il grande talento (se consideriamo però l'età ancora giovane non gli si può nemmeno gettare addosso la croce). Duvàn Zapata ci ha provato, ma Delneri a differenza degli altri allenatori gli chiede di essere un ingranaggio della macchina e non più il principe e quindi se il motore è ingolfato si ingolfa inevitabilmente anche lui.

Questo atteggiamento potrebbe essere dettato da alcuni limiti che ancora contraddistinguono i movimenti dell'Udinese. C'è ancora un'enorme difficoltà a cercare il cambio di gioco, forse per timidezza, perchè adesso i giocatori dai piedi buoni ci sarebbero per farlo. Sta di fatto che spessissimo l'esterno opposto alla zona dove si sta giostrando resta solo e nessuno lo vede. Contro il Milan è accaduto spessissimo che Thereau non fosse tenuto d'occhio dalla difesa avversaria, ma i suoi compagni non lo hanno mai servito e più di qualche volta il francese si è anche innervosito. In fase di transizione poi si finisce sempre col scegliere la giocata meno efficace e questo porta al buttar via tanti contropiedi che potrebbero essere molto interessanti. Contro il Chievo lo stesso Thereau ha più cercato di mantenere il controllo della palla, piuttosto che lanciare uno dei centrocampisti pronti ad infilarsi tra le maglie della difesa clivense. La pioggia che cadeva copiosa sul Bentegodi potrebbe non aver aiutato, ma non può essere l'unica spiegazione. Nella sfida con il Milan è stato invece Fofana a gettare spesso alle ortiche ripartenze che potevano risultare micidiali. L'ex City comunque continua a confermare di essersi un po' seduto, pur rimanendo un tassello troppo importante per le zebrette. Da qui la seconda sostituzione consecutiva da parte di Delneri, che ha dato altri minuti da mezzala ad Alì Adnan. L'iracheno sembrava un partente sicuro, ma verso metà gennaio le voci su un suo trasferimento si sono spente e il tecnico gli ha già dato due spezzoni, quindi forse lo spostamento in avanti potrebbe essere la mossa per far emergere le qualità dell'ex Rizespor. Insomma, tutti questi nodi ancora da sciogliere fanno sì che ancora l'Udinese non riesca a mettere sempre in mostra le sue qualità che, dopo la rivoluzione estiva, sono diventate importanti. Ora c'è la trasferta di Firenze, vedremo se in casa di una big l'atteggiamento sarà differente, o se si cercherà ancora di "sgarfare".