Pronostici alla fine rispettati al San Paolo di Napoli, con i partenopei che hanno tirato tre ceffoni all'Udinese di Delneri. Il tecnico aveva già anticipato la difficoltà della partita, cercando di nascondere la pesantezza di certe assenze, puntando tanto sul lavoro di gruppo. Che però ci siano dei giocatori nettamente superiori ad altri in questa squadra è evidente. Non tanto nelle giocate singole, quanto nella costanza nell'arco dei novanta minuti. Samir garantiva solidità dal primo all'ultimo secondo, con tanto di sgroppate da brasiliano sulla fascia, che sono pura goduria per tifosi, staff tecnico e dirigenza (che al momento giusto lo venderà per fare la solita plusvalenza fuori di testa). Anche Angella, pur essendo già una riserva, aveva messo in mostra una rocciosità inividiabile per una seconda linea abituata a vedere le partite dalla panchina. Si può poi tralasciare di sottolineare la mazzata causata dall'assenza di Fofana in mezzo, giocatore dal talento enorme che, dovesse crescere in un certo modo, potrà diventare veramente il nuovo Yaya Tourè come auspicava Patrick Vieira ai tempi del Manchester City. Dunque, già dalla formazione messa in campo da Delneri sul prato del San Paolo, si era capito che ci sarebbe stato da soffrire eccome, con l'attacco unico reparto a vantare tutti i titolari (pur con un Thereau che continua a non essere al top).

Silvan Widmer. Fonte: www.facebook.com/UdineseCalcio1896
Silvan Widmer. Fonte: www.facebook.com/UdineseCalcio1896

In conferenza stampa forse Delneri si è un po' dato la zappa sui piedi quando, parlando di Heurtaux, aveva detto:"Dovesse esserci un'altra assenza in mezzo, giocherà lui.". Le cose sono due: o sapeva che Angella non stava benissimo, oppure la sfortuna lo ha sentito. Il francese non giocava una partita da titolare da ottobre. La ruggine all'inizio non si è notata, con Mertens all'asciutto di palloni giocabili grazie all'enorme lavoro delle zebrette sulle fasce. L'errore di posizionamento ad inizio ripresa è pesantissimo e frutto del tanto tempo passato lontano dalle partite ufficiali. Volendo guardare il bicchiere mezzo pieno, si può notare come sia incredible come un giocatore che ha avuto così tanti problemi fisici, negli scorsi anni, abbia ancora la possibilità di tornare a certi livelli, perchè la sua prestazione globale non è da film horror.

Mister Delneri. Fonte: www.facebook.com/UdineseCalcio1896
Mister Delneri. Fonte: www.facebook.com/UdineseCalcio1896

Peccato anche per Alì Adnan. Ha evidentemente carattistiche più offensive che difensive, pur  nascendo terzino (suo l'assist per il palo di Duvàn Zapata), come dimostrano gli esperimenti da mezzala effettuati da Delneri. Però l'iracheno per tutto il primo tempo chiude sempre al millimetro sia Callejon che Hysaj, in assoluto i giocatori più cercati dalla squadra di Sarri, conscia che la catena di sinistra dei friulani era quella che poteva entrare più facilmente in difficoltà. Poi però sbaglia uno stop e stende così il tappeto il tappeto rosso ad Allan per scaricare in rete il 2-0. Una macchia che rovina una prestazione in realtà tutt'altro che da buttare. L'ex Rizespor è un giovane che, nonostante le tante critiche, può crescere, ha qualità, bisogna solo trovare il modo giusto di farlo lavorare. Azione del raddoppio partenopeo che parte da una palla persa da Badu, uno dei pochi sopravvissuti dell'era Guidolin che però continua a non riuscire a fare il salto di qualità. I giovani Jankto e Fofana infatti gli avevano soffiato il posto a inizio anno con fin troppa facilità e, ora che ha spazio, rimette in mostra quell'incostanza che lo ha sempre contraddistinto. Alcune partite leone, altre fantasma. A sua parziale discolpa bisogna riconoscere che in un centrocampo a quattro le sue caratteristiche vengono un po' svilite, dato che può proporsi di meno in area con le sue percussioni e deve pensare di più a spendere energie per inseguire gli avversari.

Jankto in un contrasto con Allan. Fonte: www.facebook.com/UdineseCalcio1896
Jankto in un contrasto con Allan. Fonte: www.facebook.com/UdineseCalcio1896

Partita no per Hallfredsson, che continua a far vedere di non poter essere un volante da squadra che vuole puntare a qualcosa in più della salvezza. Ok, in alcune partite ha fornito grandi prestazioni e anche contro il Napoli, nella prima parte, ha fatto bene da filtro e non ha fatto ragionare i centrocampisti azzurri, ma in fase d'impostazione è fragile e se la squadra davanti è di un certo spessore, allora si trasforma in distastro. Troppi gli appoggi semplici sbagliati, senza contare poi che dalla sua voglia di forzare il tiro dalla distanza (che pure ha dimostrato negli anni passati di avere in repertorio) è nato il terzo gol dei padroni di casa. Kums (alle prese con un problema all'anca, ma comunque riserva) ha una qualità immensamente superiore e sarebbe lui il giocatore per salire uno scalino, però purtroppo il belga è incappato in un'annata no, traumatizzato dal diverso modo d'intendere il calcio che c'è in Italia. L'ex Gent è solo in prestito, ma, visti i limiti di Hallfredsson e la crescita di Balic che sembra andare a rilento (siamo ancora in attesa di vederlo in partita ufficiale, speriamo che ora, raggiunta quota quaranta, ci siano spezzoni anche per lui come per Lucas Evangelista ed Ewandro), l'augurio è che resti ad Udine ancora un anno, perchè è lui il volante che serve, non c'è bisogno di andare a cercarlo in giro per il mondo (Guilherme è stato un fallimento più che sufficiente).

Hallfredsson controlla una sfera in mezzo al campo. Fonte: www.facebook.com/UdineseCalcio1896
Hallfredsson controlla una sfera in mezzo al campo. Fonte: www.facebook.com/UdineseCalcio1896

De Paul invece ha messo in mostra uno dei suoi limiti in questa sfida. Dopo tanti complimenti per la sua crescita, innegabile numeri alla mano, contro il Napoli ha giocato una partita proprio sbagliata. Ha giocato un po' per sè stesso, facendo sempre un tocco in più per cercare un dribbling che puntualmente veniva stoppato, dato che i partenopei non sono degli sprovveduti e hanno una fase difensiva collaudatissima. Avrebbe dovuto cercare giocate più semplici, tentando il dribbling nelle ripartenze e non sistematicamente come ha fatto. Delneri ha detto che quando vede un giocatore giocare per sè si incazza, probabilmente non si è arrabbiato con l'argentino, ma sicuramente si è accorto della scarsa prestazione, dato che lo ha sostituito subito dopo il primo gol degli azzurri. Encomio invece per Duvàn Zapata. Il colombiano, contro la squadra proprietaria del suo cartellino, svolge bene il suo compito, cercando di far salire la squadra grazie al fisico, tentando di prendere le innumerevoli spazzate della difesa e vedendosi negare il gol solo dal palo. Queste partite servono per crescere, ogni giocatore sa di aver fatto qualcosa di buono e qualcosa di sbagliato, Delneri in settimana avrà materiale da far rivedere a tanti dei suoi elementi, per portare più vicino al livello dei compagni alcuni e per invece aiutare a migliorare i titolari fissi.