In una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport Valon Behrami, nuovo "anziano" dell'Udinese, ripercorre in breve tutti i vari passaggi della carriera, che sta culminando con il ritorno in Serie A, in quel di Udine.

Behrami è già stato in orbita Udinese, nel 2003 infatti metà cartellino era di propietà dei bianconeri, ora però la squadra è diversa: "I tempi sono cambiati, difficile arrivare a quel livello, ai Sanchez e agli Inler tanto per fare due nomi importanti. Ma lo spirito della società non mi sembra cambiato: puntare sui giovani e valorizzarli".

Lo svizzero è uno dei senatori in spogliatoio: "Sono cambiato anch'io, diciamo che ho messo la testa a posto e sono nel pieno della maturità".

Lui e Barak sono due novità muscolari per il centrocampo: "È il calcio d'oggi: in giro non si vedono altri Pirlo".

A centrocampo ha ricoperto tutti i ruoli, anche quello di esterno: "A due come in Nazionale o a tre come nell'Udinese. A Verona ero giovane, forte e correvo".

Alla Lazio ha fatto anche il terzino: "Una soluzione provvisoria quando Oddo è passato al Milan. Ma provare ruoli diversi mi è servito, oggi go molte informazioni in più".

L'addio però con Lotito è stato burrascoso: "Ho chiuso non male: malissimo. Non mi sono presentato in ritiro, ho fatto scrivere dall'avvocato, volevo andarmene. Errori che non rifarei".

L'allenatore più importante del suo passato: "Mazzarri al Napoli: mi ha fatto migliorare molto dal punto di vista del carattere, a rispettare i compagni, a comportarmi da professionista".

Delneri è famoso per una parlantina non sempre comprensibile: "In allenamento si capisce tutto, in partita è più complicato: col Genoa ogni tanto dovevo farmi ripetere qualcosa dai compagni..."

L'addio al Napoli per andare all'Amburgo: "Un errore: ho lasciato una piazza incredibile, la Champions per finire in un gran casino, con 4 cambi di allenatore".

In Inghilterra ha avuto Zola al West Ham e Mazzarri al Watford: "I migliori. La Premier è diversa, ti fa diventare un giocatore vero, torni con una mentalità diversa. Nessuno ti vizia, come in Italia. Ti devi arrangiare: se prendi un pestone in allenamento ti alzi e continui. Il calcio che piace a me: aggressivo, ma non violento. Il problema è che quando superi i 30 non riesci più a tenere certi ritmi. Senza contare che nel 2009 quando mi sono rotto i legamenti del ginocchio ho seriamente temuto di chiudere col calcio".

Behrami non segna da tempo: "Segnare non è mai stato il mio compito e giocando lontano dalla porta Delneri non me lo chiede".

Due reti importanti però Valon le ha segnate, nel 2005 contro la Turchia e nel 2008 nel finale di un derby con la Roma: "Momenti che non posso dimenticare. Spero di riprovarci, ormai ho dimenticato come si esulta..."

La situazione della Svizzera: "Abbiamo tre punti sul Portogallo e ci giochamo tutto a ottobre nello scontro diretto a Lisbona".

Domanda finale sulla sua doppia nazionalità: "Dopo tanti anni penso di aver fatto la scelta giusta diventando cittadino svizzero. Qualche mese fa mi è stato chiesto di giocare nella nuova nazionale kosovara, ma ho detto di no".