Grazie a ben due gol vittoria nelle ultime due partite, Antonin Barak è sicuramente tra i protagonisti di questo avvio di campionato delle zebrette. Questa la sua intervista alla Gazzetta dello Sport. Il ceco è salito alla ribalta grazie a un sinistro chirurgico, lui però ammette umilmente uno dei suoi limiti:

«Devo migliorare il destro»

In famiglia il calcio è una passione, ma non la principale:

«Mio padre Antonin ha giocato nelle serie minori e oggi allena i giovani, ma la sua passione è la musica. Suona la chitarra in una band di metallari, nel repertorio hanno tante canzoni degli AC/DC. Mia mamma fa la dentista».

C'è una squadra ben precisa nei suoi sogni:

«Ero e sono tifoso dell’Arsenal, impazzivo per Thierry Henry. Oggi guardo Iniesta, per visione di gioco e bellezza del tocco».

Panenka (autore del primo cucchiaio della storia, che permise alla Cecoslovacchia di vincere l'Europeo del 76') e Nedved, giocatore storico per la Repubblica Ceca, sono due suoi miti:

«Sì, ma io non tiro i rigori come lui. Certo, conosco Nedved, è un mito del calcio ceco, Pallone d’oro. L’ho incontrato, ci siamo parlati. Grandissimo. Come giocatori però siamo diversi».

In molti si chiedono quale sia il ruolo in cui rende al meglio, dopo che da regista basso non ha mostrato quanto fatto da mezzala:

«Mi sento un numero 8, interno di centrocampo. Noi cechi consideriamo regista il numero 6. Però accetto di giocare ovunque, non mi dispiace muovermi da numero 10, ma sono un 8».

Secondo lui l'Udinese ha i mezzi per non doversi accontentare dei semplici 40 punti:

«Siamo una buona squadra, migliore di altre che lottano per rimanere in A. Prima mettiamoci in sicurezza, poi divertiamoci».

Delusione però per la mancata qualificazione ai Play-Off per i Mondiali, nonostante i suoi 4 gol in 5 presenze, con la Repubblica Ceca che quindi non andrà in Russia:

«Sì, non dovevamo perdere a Belfast contro l’Irlanda del Nord, ma prima avevamo pareggiato per 0-0 in casa contro l’Azerbaigian e la stessa Irlanda del Nord, per cui... La Germania era la più forte del gruppo e si può perdere per due volte con i campioni del mondo. Ci siamo complicati la vita con le altre. Dobbiamo ripartire».

Spazio poi per parlare di altri sport:

«Da bambino per un anno ho fatto nuoto, stile libero. E mi piace sciare. Intorno a Udine ci sono tante belle montagne, però lo sci è pericoloso e io da calciatore non posso sciare».

Domanda inevitabile sul futuro post Udinese, ma Antonin è concentrato sulla sua esperienza in bianconero, Napoli e Juventus, oltre alle big d'Europa, sarebbero ovviamente grandi traguardi:

«Qui sto bene e qui devo crescere, non mi pongo il problema di quel che sarà. Vedremo. In Italia ci sono squadre importanti. In Europa mi piacciono Arsenal e Barcellona. La Juve è fortissima, ma ammiro il gioco del Napoli: sono fantastici».