Che il vento stesse cambiando lo si era capito fin dall'insediamento di Chase Carey ai vertici della Formula 1, avviando quel processo di rinnovamento e svecchiamento dai tanti anni di gestione Ecclestone che ha riportato la massima competizione motoristica ad alti livelli mediatici. Il presidente della Formula 1 Group non è di certo intenzionato a fermarsi qui, e in un'intervista alla Gazzetta dello sport ha spiegato quali sono le sue intenzioni per il futuro.

Prima di tutto: miglioramento dello spettacolo. Già da quest'anno si sono viste gare più avvincenti e battaglie tra piloti molto interessanti, anche perché il DRS ha inciso meno sulla velocità delle vetture rispetto agli anni passati. Carey spiega chiaramente cosa e come bisogna fare: "L’obiettivo principale per noi è migliorare lo spettacolo in pista, aumentando la competizione. I motori ibridi sono ottimi ma costano troppo e creano grandi differenze tra i vari team. C'è bisogno che tutte le scuderie partecipanti possano avere la possibilità di vincere un Gran Premio. I motori dovranno diventare più economici, perché ad oggi Ferrari, Mercedes e Red Bull possono permettersi di spendere il triplo degli altri". Certamente le problematiche sono tante, anche perché nessuno dei tre top team vuole regalare vantaggi agli altri, ma Carey spiega: "Una Formula 1 più aperta ed equilibrata avvantaggerà tutti. Se c'è più battaglia più gente seguirà le corse. Dobbiamo concentrarci di più sul pubblico e sugli spettatori, perché la Formula 1 è dei tifosi prima ancora dei team".

Dopo i tifosi, un'altra categoria che il dirigente americano vuole mettere in prima linea è quella dei piloti: "Lo sport è fatto di eroi, e i nostri devono essere i piloti. Quando sono arrivato in Formula 1 la prima cosa che ho notato è stata il carisma di campioni come Hamilton, Vettel, Alonso, e di quelli del passato come Lauda e Stewart. Se riusciremo a fare avvicinare la gente ai piloti e alle loro storie, conquisteremo sempre più tifosi". Per rimettere i piloti al centro del progetto c'è bisogno ovviamente di maggiori possibilità di farli rendere in pista: "Bisogna eliminare l'eccessiva disparità tra i vari team, e l'idea è anche di progettare macchine che favoriscano di più i sorpassi. Inoltre la tv e le piattaforme digitali sono essenziali, vogliamo grafiche con più informazioni e riprese ancora più eccitanti. Stiamo pensando anche a un'app."

Infine, l'ultima chiosa di Carey è sul calendario, destinato ancora di più ad evolversi nei prossimi anni ma non a cambiare completamente. L'idea è quella di preservare comunque i circuiti storici, costruendo su questi una nuova cornice per ampliare ancora di più il pubblico dei motori: "Per l’anno prossimo abbiamo un calendario di 21 gare già ben definito. Molti Paesi hanno dei contratti a lungo termine, quindi anche se le richieste sono tantissime, non ci saranno molti nuovi ingressi. Circuiti come Monza sono importanti, quest'anno in Italia c'è stato il record di spettatori e c'era un'atmosfera eccezionale. Mi piacerebbe far disputare lì il 1000esimo GP della storia nel 2019, ma credo che coinciderà con l'inizio della stagione. Ne discuteremo."