Tutto ebbe inizio quì. Anno 1950, al passaggio sulla linea del traguardo dell'Alfa Romeo 158 guidata da Nino Farina sventola la bandiera a scacchi del Gran Premio di Gran Bretagna. É la prima gara del mondiale 1950. È il primo mondiale di Formula 1. Il circuito che ospita quel momento storico è ricavato da un vecchio areoporto della Royal Air Force nel Northamptonshire, in località Silverstone. Tre piste disposte a triangolo e rudimentali balle di fieno per creare qualche variante. Da quel momento in poi a Silverstone se ne sono corse tante di gare. Non sempre ha ospitato il Gp di Gran Bretagna, dovendosi dividere il compito con altri circuiti mitici come Brands Hatch. Ha naturalmente cambiato più volte look, trasformandosi in uno dei circuiti più moderni del mondo. Comunque ogni volta che la Formula 1 arriva quì in molti nel paddock (ben 7 scuderie hanno la propria base nei paraggi, ndr.) hanno la stessa sensazione: home sweet home.

IL CIRCUITO. Nello spazio di 5891 metri, 18 curve disegnano il layout tecnico e veloce della pista. Si succedono curvoni velocissimi, staccate violente e accelerazioni in curva, pertanto il carico areodinamico necessario a Silverstone è molto alto, con forte stress dei pneumatici. La Pirelli fornisce le hard come gomma prime (arancioni) e le medium come option (bianche). Nonostante il pacchetto mescole orientato verso la maggiore resistenza la gestione del degrado è una componente fondamentale, soprattutto in relazione al clima. Domenica è previsto sole e caldo afoso, ma del resto siamo in Inghilterra, chi può dirlo..

IL GIRO. Lanciati sul rettilineo dei box, caratterizzato dall'edificio di recente costruzione Silverstone Wing, la prima curva è la Abbey che si percorre in quinta o sesta marcia alzando leggermente il piede dal gas, per poi spingere di nuovo giù verso la curva a sinistra Farm dove si cerca di non uscire troppo larghi per prepararsi alla prima staccata forte della terza curva (Village): una curva a 90° verso destra da affrontare in terza. Piccolo colpo di gas e altra frenata per la curva Loop a sinistra dove bisogna allargarsi molto in uscita per meglio posizionarsi per il veloce tratto successivo che inizia con la curva a sinistra Aintree che si percorre in accelerazione in quinta marcia. Segue il rettilineo Wellington (zona DRS) che conduce alla lunga curva Brooklands a destra, da affrontare in quarta marcia toccando tardi l'apice, dopodichè si passa in terza e si affronta il tornantino destro Luffield costeggiando il cordolo. Il curvone veloce Woodcote conduce alla zona della vecchia griglia di partenza che porta alla difficilissima Copse, una decisa curva a destra di quinta/sesta marcia che sottopone i piloti ad un'accelerazione laterale fortissima e richiede grande sensibilità su freno e acceleratore. Dopodichè arriva un'altra porzione fantastica: la serpentina delle curve Maggots, Beckett e Chapel dove è fondamentale la parzializzazione del gas e la riduzione progressiva della velocità. Si affronta il lungo rettilineo Hangar al termine del quale c'è la celebre curva a destra Stowe nella quale si mantiene una traiettoria larga sfruttando tutto il cordolo in uscita. Altro rettilineo verso il tratto finale, il complesso Club: staccata al cartello dei 150 metri e scalata in terza per la chicane e poi curva finale a destra in piena accelerazione verso il rettilineo dei box.