Suzuka, Giappone. Uno storico circuito, da anni parte integrante del calendario della F1, particolarmente apprezzato dai piloti e che ha sempre regalato agli appassionati di questo sport gare emozionanti. Ma, come non ci si stanca mai di ripetere, è pur sempre uno sport pericoloso, a volte fatale. Il pensiero non può non correre alla passata stagione, quando proprio qui, a Suzuka, un giovane pilota francese, Jules Bianchi, veniva coinvolto in un drammatico incidente. La fine della storia purtroppo la sappiamo: dopo mesi in fin di vita, Bianchi ha perso la sua battaglia.

Molte sono state fin da allora le polemiche a proposito della sicurezza: l’incidente del pilota francese seguiva uno avvenuto poco prima e che aveva visto protagonista Adrian Sutil, finito fuori pista a causa delle condizioni dell’asfalto e fortunatamente illeso. Non così è andata allo sfortunato Bianchi, incastratosi con la sua Marussia nelle barriere di quella maledetta curva 7 ed estratto già in condizioni critiche. “È stato un incidente eccezionale, sono rimasto molto tempo a pensare a quanto accaduto” ha dichiarato Sutil, attualmente riserva della Williams, “Cose come queste aprono gli occhi sulla pericolosità di questo sport. Il Gp del Giappone sarà difficile per tutti.” “La pericolosità di questo sport è stata abbastanza mitigata dalle misure prese” ha continuato, “ma quanto accaduto ci ricorda che resta comunque una pratica sportiva pericolosa.

Molto era già stato fatto dalla Federazione Internazionale dell’Automobile per evitare incidenti fatali a velocità elevate (gli ultimi erano stati quelli di Ratzenberger e Senna nel 1994 a Imola), ma dopo quanto successo a Bianchi si è deciso di introdurre la safety car virtuale, che obbliga i piloti a moderare la velocità senza che sia necessario l’ingresso della vettura vera e propria in pista, ed è inoltre previsto il rallentamento per tutti i piloti in caso di incidente. Una precauzione necessaria per la sicurezza dei piloti, come abbiamo potuto vedere anche durante il GP di Singapore appena trascorso.

Quello del Giappone, come già detto da Sutil, sarà difficile per tutti i piloti, ma in particolare per la Ferrari e la Manor. Jules Bianchi infatti era cresciuto nella Driver Academy di Maranello e si dice che presto sarebbe entrato a far parte del team come pilota ufficiale. Dopo la dedica di Vettel in Ungheria, sia il tedesco che Raikkonen sono pronti a dare il tutto per tutto per portare la Ferrari in alto e ricordare così un giovane e sfortunato pilota che non ha potuto coronare il sogno di correre e vincere per la rossa. Ma, come detto, sarà un GP particolare anche per la Manor, ex Marussia, la scuderia per cui correva il pilota francese durante la scorsa stagione e che proprio grazie a lui aveva ottenuto i primi (e finora unici) punti mondiali.

Penseremo sempre a Jules” ha dichiarato Graeme Lowdon, direttore sportivo della Manor. “Ora andremo in Giappone e dobbiamo andarci come team e fare il nostro lavoro in modo professionale, e dobbiamo essere forti. Molti ragazzi che oggi sono nel nostro team erano là l’anno scorso, quindi sappiamo che sarà difficile, ma anche che Jules era un pilota e che avrebbe voluto vedere il team concentrato sul lavoro per il weekend di gara. Ma mentirei se dicessi che non saranno momenti difficili perché lo saranno sicuramente, è inevitabile.” “Monaco è stato ovviamente difficile, ma questo weekend lo sarà ancora di più. Almeno di Monaco avevamo molti ricordi felici“, ha ricordato Lowdon. “Monaco è stato molto commovente, più di quanto forse pensassi. Ero andato a trovare Jules una settimana prima circa, e andando a Monaco avevo dei pensieri positivi. Lo avevo visto, gli avevo parlato, gli avevo detto che stavamo tornando e pensavo che Monaco sarebbe stato toccante ma non troppo difficile. Alla fine invece l’ho trovato incredibilmente difficile, e quello era un posto che ci faceva tornare in mente dei bei ricordi. Ma allo stesso tempo ho imparato che non puoi mai pensare come ti sentirai in un posto fino a che non ci vai, e sarà così per questo weekend“.

Sarà un weekend carico di emozioni per noi, sarà diverso sia da Monaco, un posto colmo di bei ricordi, che dall’Ungheria, dove tutti abbiamo dovuto dare il nostro ultimo saluto a un amico e a un collega amatissimo“, ha dichiarato il team principal Manor John Booth. “Pensiamo a Jules tutti i giorni, sarà sempre una parte profonda del nostro team. I funerali di Jules ci hanno ricordato che lui è stato un dono speciale per così tante persone, a partire dalla magnifica famiglia Bianchi, che è sempre nei nostri pensieri e nelle nostre preghiere. Eravamo il team di Jules e per questo vorrei chiedere a tutti di capire e rispettare che desideriamo affrontare in modo molto privato l’esperienza di tornare a Suzuka. I nostri impegni rifletteranno questo. Fa parte del mio lavoro garantire al team il giusto ambiente in cui lavorare nonostante circostanze molto difficili. Questo sarà il mio obiettivo principale. Jules non è solo stato nei nostri pensieri fin da quell terribile giorno del 2014, ma il suo nome è sempre stato sulla nostra macchina a ogni gara. Questo tributo, i nostri incredibili ricordi di Jules e il cameratismo che abbiamo tra noi nel team sono tutto quello di cui abbiamo bisogno di correre in suo onore questo weekend a Suzuka."