Bentornata Formula 1! Tutto è ormai pronto per la nuova stagione che scatterà domenica prossima sul circuito di Melbourne; la 67ima nella storia della categoria e la più lunga di sempre, dall’alto dei 21 GP in calendario che si snoderanno dall’Australia all’atto conclusivo di Abu Dhabi.

Un debutto col fiato sospeso per capire se la Ferrari avrà le carte in regola per riportare il titolo a Maranello dopo l’ultimo targato 2007. Allora la spuntò Raikkonen al photofinish, abile e fortunato ad approfittare della rivalità esplosa tra Alonso ed Hamilton in McLaren. La Ferrari ‘sacchiana’ di Marchionne vuole invece dimostrare di poter vincere e convincere da subito, elevandosi a nuovo riferimento del gruppo.

Facile a dirsi… Di là dal fosso attende la Mercedes, dominatrice assoluta dall’introduzione delle power unit ibride e più che mai pronta a difendere lo scettro. La W07 Hybrid ha dato un saggio dei propri mezzi nei collaudi di Barcellona e l’impressione è che il meglio debba ancora mostrarlo. Ma anche la SF16-H ha detto la sua, solida e veloce, esibendo un potenziale che alla lunga, se ben coltivato, potrebbe emergere sulla diretta rivale.

Insomma, salvo sorprese sembra stagliarsi all’orizzonte una lotta a due, una guerra tra superpotenze opposte per organizzazione, cultura, appeal: ingredienti quantomai necessari per rianimare una F1 in debito di ossigeno, depressa dallo strapotere Mercedes e da avvitamenti tecnologici e regolamentari sempre più avulsi dai gusti del pubblico.

Un incrocio di stili e di ruote che ci auguriamo possa tenere sulle spine fino all’ultimo e fare da contrappeso alla rinnovata complessità del quadro sportivo che, da Melbourne, subirà importanti variazioni. Le qualifiche shoot-out, innanzitutto, col nuovo meccanismo ‘a tagliola’ che eliminerà via via il pilota più lento in pista, fino al confronto finale ‘head-to-head’ tra i due sopravvissuti.

Ma anche l'autonomia accordata ai piloti nella scelta delle gomme, d’ora in avanti liberi di giostrare la composizione dei 13 treni utilizzabili nel weekend di gara tra le tre mescole (non più due) proposte dalla Pirelli; variabile che aprirà a una minore sovrapposizione delle strategie, anche tra piloti dello stesso team, e di riflesso a corse più movimentate e aperte agli inserimenti di chi saprà azzeccare il mix perfetto.

Il taglio dei messaggi radio, infine, dovrebbe aggiungere ulteriore incertezza riportando i piloti sul ponte di comando, quasi come in passato. Con l’assistenza esterna ridotta ai minimi termini, eccezion fatta per le informazioni relative alla sicurezza, il muretto box dovrà comunicare tramite la cara, vecchia tabella rimettendo ai piloti l’onere di gestione della monoposto - le correzioni in corsa di assetti e mappature, ad esempio - e delle trame agonistiche.

In sintesi, i diversi ritocchi introdotti serviranno ad aumentare le variabili e trasferire buona parte dei processi decisionali dalla squadra al pilota, nella speranza di assistere a una lotta più incalzante ed equilibrata.

Altro motivo di interesse l’esordio del team statunitense Haas, che potrà fregiarsi della fitta sinergia con la Ferrari inclusiva del pacchetto propulsore-cambio-sospensioni di ultima generazione. Ma non solo. La griglia di partenza vedrà ben tre piloti esordienti: Jolyon Palmer (Renault), Pascal Wehrlein (Manor) e Rio Haryanto (Manor), primo pilota indonesiano della storia della F1 e unico asiatico al via; le sue credenziali, tre vittorie e un quarto posto finale colti in GP2 nel 2015.