Dove eravamo rimasti? Così Carlos Sainz e Max Verstappen si sono presentati a Melbourne, col coltello tra i denti, intenti a riprendere le ostilità là dove le avevano lasciate. Il 2015, anno del debutto per entrambi, li ha visti rincorrersi e darsele senza sconti sulle piste del Mondiale; la stagione in corso promette di diventare il secondo atto di un confronto che ha acceso la Formula 1 e che potrà essere dirimente per il loro stesso futuro.

Lo sanno bene, Max e Carlos. Sanno che imporsi sull’altro garantirebbe l’accesso preferenziale a uno dei top team senza prolungare la gavetta, con tutte le incognite del caso. Il successo interno, poi, varrebbe una doppia investitura dovuta alla caratura dello scontro, già elevatissima in rapporto all’età anagrafica e all’esperienza di guida.

Il primo round di Melbourne è andato allo spagnolo ma Verstappen può recriminare per la bandiera rossa, uscita mentre teneva agevolmente testa a sua maestà Hamilton in quarta piazza. Poi, complice un pit stop difettoso ha perso ulteriore tempo ritrovandosi decimo, alle spalle del compagno. Compiutesi le strategie, Max ha chiesto più volte in radio di avere strada dal compagno finendo in testacoda a due giri dal termine nel tentativo di passarlo.

Un bel rischio: l’entrata dell’olandese ha portato a un contatto che avrebbe potuto compromettere la gara di entrambi e togliere punti preziosi al team. Stavolta è andata ma, se fossimo in Franz Tost, d’ora in avanti dormiremmo sonni poco tranquilli; chissà se imporrà ai due un codice comportamentale in stile Mercedes per contenere la rivalità entro limiti accettabili.

Sollecitato su eventuali ordini di squadra, Verstappen non ha usato giri di parole: “Francamente non so se dal team ne arriveranno in futuro e ad essere sincero non mi interessa visto che sarò sempre chilometri più avanti di Carlos”. Ecco. Viva la diplomazia.

Più misurato e aziendalista l’approccio di Sainz, che ha scelto di non proseguire la polemica. “Tutti sappiamo che non ho fatto niente di male, dare ordini di scuderia non era la cosa giusta da fare. – ha spiegato il madrileno – Io e Max siamo stati protagonisti di un duello, eravamo entrambi in lotta per una posizione, ed è tutto molto chiaro".

"Non c’è alcun problema tra me e Verstappen - ha proseguito Carlos - e non c’è stato bisogno di alcun chiarimento. Credo che noi due siamo tra i piloti che collaborano di più come compagni di team, poi in gara è normale ci sia sfida e ci siano certe emozioni forti, ma siamo abbastanza maturi da saper gestire la situazione”.

La notte del Bahrein porterà consiglio?