C'è un signore che si aggira nel paddock da anni, circondato da un alone di rispetto e riconoscenza. Questo signore è Sir Jackie Stewart, un uomo che ha fatto della F1 la sua vita, prima da pilota e poi da costruttore. Tre ti­to­li mon­dia­li con­qui­sta­ti di­spu­tan­do so­la­men­te 99 gran pre­mi. L’ul­ti­mo titolo lo ha vinto nel lontano 1973, 43 anni fa. Nonostante ciò Sir Jac­kie, al­l'età di 77 an­ni, è tutt'oggi un mi­to della Formula 1. Me­ri­to del mo­do in cui si è rap­por­ta­to con i ti­fo­si, con la gen­te, con l’am­bien­te. Una persona intelligente, che nonostante non sia più un pilota, guadagna più di essi grazie a sponsor e contratti milionari. Assistendo al­la mag­gior par­te del­le cor­se, Stewart è un profondo conoscitore della situazione della F1 attuale, dunque, il suo parere può risultare davvero importante. 

Raggiunto dai microfoni Gazzetta il campione scozzese ha parlato a 360° della F1 attuale, dal duello Rosberg - Hamilton, alle problematiche Ferrari

MALESIA...SINGAPORE - Stewart inizia l'intervista rispondendo alla domanda su chi sia il favorito del Gp della Malesia, a suo parere: "Non ce n’è un favorito, ma due, Ha­mil­ton e Ro­sberg. La cor­sa la fa­ran­no lo­ro".

Sir Jack torna indietro al Gp di Singapore, che ha visto vincere, in volata, Rosberg in un arrivo da cardiopalma: "Quel­la di Sin­ga­po­re è sta­ta una gran­de cor­sa, di­ver­ten­te per il pub­bli­co, per chi guar­da­va la tv. Ric­ciar­do è sta­to fe­no­me­na­le ma Ro­sberg, da­van­ti, era mol­to si­cu­ro e sa­reb­be sta­to dif­fi­ci­le su­pe­rar­lo an­che se ci fos­se­ro sta­ti al­tri die­ci gi­ri".

Stewart, poi, fa i complimenti a Nico per la corsa, dove nonostante le difficoltà finali, ha retto bene il colpo, portando a casa la vittoria: "Ni­co è un bell’esem­pio di pi­lo­ta che sa co­me ar­ri­va­re a quel­lo che ha in te­sta. Non ha sba­glia­to nien­te". Lo scozzese però non menziona solo la Mercedes, ma anche la Ferrari e Vettel, capaci di risalire dall'ultima posizione alla 5a: "Sin­ga­po­re ha pu­re evi­den­zia­to sia un Vet­tel che una Fer­ra­ri com­pe­ti­ti­va, nul­la di pa­ra­go­na­bi­le con le pre­sta­zio­ni Mer­ce­des, ma è stata una prestazione importante".

Per il finale di stagione Stewart non ha dubbi, sarà sempre e solo dominio Mercedes: "La mac­chi­na è ec­ce­zio­na­le. Il Grup­po Daim­ler Benz ha in­ve­sti­to un sac­co di sol­di e me­ri­ta di vin­ce­re. Ma con la stes­sa mo­no­po­sto al­tri sei pi­lo­ti vin­ce­reb­be­ro sen­za pro­ble­mi. Vet­tel, Alon­so, Ric­ciar­do, Raik­ko­nen, poi anche Ver­stap­pen che ha me­no espe­rien­za ce la po­treb­be fa­re e Hül­ken­berg che giu­di­co un ot­ti­mo pi­lo­ta. Mentre penso che per But­ton sia trop­po tar­di".

LA MERCEDES FAREBBE BENE A RITIRARSI - Stewart sorprende tutti dichiarando che, a suo modo di vedere, la Mercedes ora dovrebbe ritirarsi da trionfatrice: "Se fos­si la Mer­ce­des Benz ab­ban­do­ne­rei la F.1 co­me squa­dra, ri­ma­nen­do­ci pe­rò co­me for­ni­tri­ce di mo­to­ri. Sa­reb­be un'ope­ra­zio­ne gran­dio­sa, per­ché tan­ti ac­qui­ste­reb­be­ro le po­wer unit Mer­ce­des. Un po’ co­me fe­ce la Co­swor­th coi mo­to­ri Ford. La Mer­ce­des in epo­che di­ver­se, co­me gli an­ni ’20, ’30, ‘50, è ar­ri­va­ta, ha do­mi­na­to ed è usci­ta di sce­na con un ca­ri­co di glo­ria e pub­bli­ci­tà. Ca­pi­sco quan­to sia dif­fi­ci­le la­scia­re da vin­cen­ti ma la sto­ria di­ce che nes­su­no è im­bat­ti­bi­le. E se la­sci quan­do per­di, ro­vi­ni quel­lo che hai fat­to pri­ma".

Le domande si concentrano, poi, sul duello mondiale, che vede Rosberg in testa, con 8 punti di vantaggio sul compagno di team Hamilton: "Nico ha la con­si­sten­za e gui­da divinamente. Ma 8 pun­ti so­no po­chi, de­ve guar­dar­si be­ne da un ti­po co­me Ha­mil­ton". Alla domanda sulle prestazioni deludenti di Hamilton, il campione del mondo, risponde così: "Sem­pli­ce­men­te non ha di­spu­ta­to bel­le cor­se. Che sia­no sta­te le gom­me o al­tro, ha gui­da­to so­pra i li­mi­ti ma al­lo stes­so tem­po col ti­mo­re di es­se­re cri­ti­ca­to per un even­tua­le in­ci­den­te. Non ho un rap­por­to stret­to con lui e mi asten­go dal giu­di­car­lo".

FERRARI - Il finale dell'intervista si concentra sulla Ferrari e sull'attuale condizione della scuderia di Maranello. Il primo punto affrontato dall'ex costruttore riguarda l'addio di James Allison: "Senza dubbio è una de­ci­sio­ne che non ha aiuta­to. La squa­dra era abitua­ta a la­vo­rare con lui, ad ave­re un lea­der. Ci vor­rà tem­po per ri­crea­re una si­tua­zio­ne si­mi­le. Al­li­son era riu­sci­to a riu­ni­re il team, ave­va la fi­du­cia di tan­ti. Pen­so che la Fer­ra­ri a un cer­to pun­to sia ri­ma­sta di­so­rien­ta­ta e si sia chie­sta co­sa po­te­va fa­re per in­ver­ti­re la ten­den­za del­la man­can­za di vit­to­rie, che pe­ral­tro con­ti­nua. Al­li­son era ed è un ot­ti­mo in­ge­gne­re. Ma poi c’è sta­ta la scom­par­sa del pa­dre, fi­gu­ra im­por­tan­te per lui, men­tre la mo­glie, tra­ge­dia a par­te, non vo­le­va vi­ve­re in Ita­lia. Met­ten­do tut­to in­sie­me, ne esce il qua­dro di un uo­mo che non era fe­li­ce. Det­to que­sto, se­con­do me la Fer­ra­ri è in­con­si­sten­te da trop­po tem­po e dal pun­to di vi­sta in­ge­gne­ri­sti­co non rie­sce ad ave­re la sta­bi­li­tà in­di­spen­sa­bi­le a un brand fan­ta­sti­co qua­le è".

L'intervista si chiude con un altro consiglio, questa volta rivolto a Marchionne e alla Ferrari: "Gli ser­ve gen­te bra­va, de­ve sce­glie­re i tec­ni­ci mi­glio­ri sul mer­ca­to, è il mo­men­to giu­sto. Non si vin­ce sen­za la gen­te mi­glio­re. Ri­cor­do Ken Tyrrell, che non ave­va più sol­di de­gli al­tri, pe­rò sa­pe­va sem­pre chi pren­de­re. Ec­co, al­la Fer­ra­ri ser­ve un Tyrrell nel­le scel­te e tor­ne­rà gran­de, al­tri­men­ti sa­rà mol­to du­ra".