Sul bellissimo circuito brasiliano si sono svolte, spesso, gare importanti, decisive e incerte. Dai duelli mondiali, del 2007, 2008 e 2012, alle grandi imprese. Da Senna, vincitore in casa nel 1991 e nel 1993, a Schumacher, protagonista prima in Ferrari e poi in Mercedes, per arrivare ai giorni nostri, alle ultime due edizioni, dominate dalla stessa Mercedes. 


1990- Dopo 10 anni senza Gp, la F1 ritorna a San Paolo, e per l’occasione il circuito di Interlagos si mette a nuovo: vie di fuga migliorate, layout più corto e sicuro rispetto al precedente, spettacolare sì, ma anche pericoloso. Dopo le polemiche del 1989, nel 1990 si riparte con i due rivali Prost e Senna separati, il Professore in Ferrari, il Mago alla corte di Ron Dennis. Il 2° Gp si corre a casa sua ed il Mago non delude le aspettative, pole in qualifica, con vista sulla vittoria per la gara. Ma la gara non va secondo le previsioni. Dopo l'avvio in testa, il Mago si trova il rivale Prost alle calcagna, il brasiliano gestisce e si difende, ma giunto negli scarichi del giapponese Nakajima, pronto a farsi doppiare, Senna lo tocca e i due entrano in contatto. Prost ringrazia e va a vincere, Senna passa dai box, e chiude 3°.

1991- Dopo il 2° trionfo mondiale, nel 1990, Ayrton Senna si presenta ai nastri di partenza della stagione 1991 con le insegne di favorito. Magic però ha un tarlo che gli gira per la testa: vuole vincere in Brasile, a San Paolo, a casa sua. Son passati 7 anni dall'esordio, 7 anni di vittorie, imprese e 2 titoli mondiali, ma neanche un successo nel paese natale. Sul tracciato di Interlagos è finalmente il momento di cogliere una grande vittoria, davanti a tutti coloro che lo considerano un eroe. E come può uno come Senna, vincere una gara così particolare, in modo normale? A metterci lo zampino, arriva come al solito il fato. È il 60° giro e Senna è al comando della corsa, quando perde la quarta marcia per un problema al cambio. Non torna ai box, troppo rischioso rientrare e perdere la testa della gara ed allora continua. Passano i giri, aumentano i problemi. In poche tornate perde tutte le marce ad eccezione della sesta. In alcune curve rischia di spegnere la sua McLaren-Honda, ma grazie al suo talento riesce a tenerla in vita. La voglia di vincere gli permette di trovare forze interiori inimmaginabili: ad ogni curva paga sforzi sovrumani per tenere in pista la vettura. Sotto la bandiera a scacchi i tifosi non credono ai loro occhi per l'impresa e Ayrton è distrutto, senza forze, esausto. Alla radio urla, non solo per la gioia, ma per il dolore, poiché nel tentativo di cambiare marcia, sbatte il braccio all’interno dell’abitacolo. Sul podio, nei suoi occhi si legge tutta la soddisfazione. Si emoziona, piange e con un ulteriore, grande, sforzo solleva la bandiera brasiliana in segno di amore e gratitudine per il suo popolo, che lo ama sempre di più.

fonte: da web
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1994- Dopo i due anni di dominio Williams-Renault, Senna decide, chiuso il ’93, di passare alla corte di Frank Williams e di sedersi sulla monoposto principe. La prima gara dell’anno si corre a casa sua, e ancora una volta Magic risponde alla chiamata del pubblico, siglando la pole. In gara è lotta con Schumacher, che lo supera al pit stop e comanda abilmente. Senna prova ad inseguirlo, ma al 55° giro va in testacoda ed è costretto al ritiro. Si tratta della sua ultima gara davanti al suo pubblico, qualche settimana dopo, il tragico week-end di Imola.

1995- È l’inizio di una nuova era per la F1, dopo Senna, Prost e Mansell, a prendersi le luci della ribalta è un tedesco, che guida una vettura italiana, ma non è una Ferrari, ma la piccola, e fortissima, Benetton-Ford, guidata dal manager italiano Flavio Briatore. La battaglia, dopo la stagione 1994, è ancora Benetton Vs Williams, ma entrambi i team partono sub-judice, perché le benzine sono considerate irregolari. La super Williams-Renault di Hill è in pole, ma Schumacher lo beffa al via e si mantiene in testa fino al pit stop,  quando Hill lo supera. Portatosi in testa, il britannico conduce fino al 31° giro, quando percorrendo la S do Senna esce di strada, consegnando la leadership a Schumacher. Il tedesco va a vincere davanti a Coulthard e Berger, ma nel dopo gara scoppia il caso benzina. Inizialmente Schumi e Coulthard rischiano la squalifica: Berger può diventare il vincitore del GP del Brasile. Questa incertezza dura però solo poche ore, poichè l'ordine di arrivo viene infine convalidato, ma i punti tuttavia vengono assegnati solo ai piloti: è un caso più unico che raro in cui i piloti prendono punti, ma le scuderie no, punite a causa di una benzina dai componenti irregolari.

fonte: da web
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2003- Sinonimo di gara pazza è il Gran Premio del Brasile 2003, il Gp della prima vittoria di Giancarlo Fisichella in Formula 1. Ma il vincitore, inizialmente, non è il romano, bensì un giovane ed arrembante Kimi Raikkonen, a cui viene assegnata la vittoria, a causa di un errore al momento dell’esposizione della bandiera rossa, che interrompe una gara funestata da incidenti e ritiri, come quello delle due Ferrari. La gara, disputata completamente sotto il diluvio, è completata da soli 9 piloti, più Webber e Alonso, coinvolti in un terribile incidente. Proprio questo evento mette in allarme la direzione gara, che decide di esporre la bandiera rossa. In quel momento Giancarlo Fisichella, in testa alla gara dopo il sorpasso su Raikkonen, supera il traguardo, completando il 55° giro. Ed ecco che la direzione gara si trova ingannata: pensando che il romano non abbia completato il giro, i giudici prendono come ufficiale il passaggio sul traguardo del 54° giro, quando a passare in testa è il finnico Raikkonen, seguito da Fisico e dal povero Nando. Solo due settimane dopo, in occasione del Gp di San Marino, l’ordine d’arrivo è rivisto e la gara viene assegnata al pilota della Jordan

2005- Due anni dopo la pazza gara del 2003, i piloti sul podio con Fisichella sono lì a giocarsi il mondiale. Fernando Alonso Vs Kimi Raikkonen: 111 punti contro 86, con 30 punti rimanenti. Nando è in pole, Kimi è 4 caselle più indietro, 5°. In gara Nando controlla, mentre Kimi spinge a fondo, facendo segnare più volte il giro veloce. Il Gp va a Montoya, che, dopo l'approdo al comando, gestisce senza difficoltà. Kimi chiude 2° a 2.5” dal compagno di team, ma deve arrendersi ad Alonso che, piazzatosi alle sue spalle, trionfa nel mondiale a soli 24 anni. 

2006- Un anno dopo il mondiale è ancora a portata di Fernando Alonso, che, dopo il trionfo di Suzuka, favorito dal ritiro di Michael Schumacher, gode di 10 punti di vantaggio sul rivale tedesco: in pratica ha il mondiale in mano. La gara però non è soltanto la gara decisiva del mondiale, ma l’ultima gara in Ferrari di Michael Schumacher. La qualifica vede Michael Schumacher chiudere al 10° posto per colpa di una pompa della benzina difettosa, mentre in pole finisce il compagno Felipe Massa, pilota di casa. Massa scatta bene dalla pole, Schumacher è chiamato ad una rimonta, sempre che Alonso si piazzi alle sue spalle e non raccolga abbastanza punti per rimanere in testa al mondiale. Ma sembra tutto andare a rotoli, per la rossa: Michael rimonta come una furia, ma arrivato negli scarichi di Alonso, tocca Fisichella e fora la posteriore sinistra alla S di Senna. Un intero giro su tre ruote, sosta ai box, ultimo. Tutto sembra perso. Massa, in testa nel GP di casa, difende la posizione sperando in una rimonta del suo compagno. Allora Michael Schumacher, chiamato a gran voce da tutto il pubblico, incitato dai box alla sua ultima grande gara, inscena una rimonta che ha dell'impossibile. Quando esce dai box è a più di 30 secondi dal penultimo, quasi doppiato da Massa. Schumacher rimonta, giri veloci dopo giri veloci, sorpassi da urlo, che tolgono il fiato: Schumacher sta facendo una cosa considerata impossibile, da quasi doppiato al podio. Stupendo il sorpasso rifilato a 3 giri dalla fine a Kimi Raikkonen, suo successore in Ferrari, al quale Michael, nonostante l’età, dimostra ancora una volta quello che sanno fare i campioni. Alla fine chiude 4° tra gli applausi e le lacrime. Massa trionfa davanti al suo pubblico, il primo ad abbracciarlo è proprio Michael, sul quale si concentrano tutte le attenzioni: tutte le telecamere sono per lui, i giornalisti cercano solo lui, nella sua ultima gara, Michael Schumacher mostra ancora una volta chi è il vero campione. 

fonte: da web
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2007- È il primo anno senza Schumacher. Questo mondiale passa alla storia come il mondiale della Spy Story, ma molti lo ricordano per il finale thrilling, per la lotta interna, in casa McLaren, tra Alonso e l’esordiente Hamilton, capace quasi di trionfare all’esordio. Il campionato 2007, però, resta il mondiale di “Iceman” Kimi Raikkonen. Il finnico, vice-campione del Mondo nel 2003 e nel 2005, raggiunge finalmente il punto più alto, quell’iride meritato due anni prima, ma scippatogli dalla sfortuna. Kimi trionfa in maniera sorprendente, battendo i due rivali della McLaren ben più quotati. A 4 Gp dalla fine, sulla pista amica di Spa, il finnico paga all’inglese della McLaren 18 punti. Raikkonen, però, non è il pilota moderno, arrendevole e lamentoso. Si arriva in Brasile, all’ultimo appuntamento iridato, con 3 piloti racchiusi in 7 punti. Le qualifiche vedono Felipe Massa in pole, seguito da Hamilton e dagli altri due contendenti al titolo. In gara le due Ferrari scappano via, Alonso prova a stargli dietro, mentre Hamilton, inesperto, si fa prendere dalla tensione e compie errori su errori, fino a finire in ultima posizione. A metà gara Raikkonen supera Massa, portandosi virtualmente in testa al mondiale. A fine gara l’ordine d’arrivo è congelato temporaneamente, a causa di un’irregolarità delle benzine di Bmw e della Williams di Rosberg, che relegano Hamilton al 7° posto. Dopo qualche ora tutto viene confermato e si ha la fine di uno dei mondiali più divertenti, pazzi e incredibili della storia della Formula 1.

2008- Si può vincere una gara, ma essere tristi? Chiedetelo a Felipe Massa, vincitore del Gran Premio di casa nel 2008. Dopo il 2007, Hamilton vuole la rivincita, la Ferrari risponde con Felipe Massa, degno erede di Michael Schumacher e ottimo scudiero di Raikkonen l’anno prima. Il brasiliano giunge sulla pista amica di San Paolo con 7 punti di svantaggio dal leader Hamilton. In qualifica Massa conquista la 3a pole consecutiva in Brasile, mentre Hamilton è 4°. Entrambi mantengono le posizioni al via, ma la gara è "sconvolta" da un clima matto, con la pioggia che arriva e va via, condizionando le strategie. Sorprende Vettel, che si mantiene al 2° posto, quasi negli scarichi di Massa. La Ferrari di Felipe vola sul bagnato, il pubblico lo spinge, ma è il giovane brasiliano che sta dando tutto, il punto più alto e massimo della sua carriera. È dai tempi di Ayrton Senna che un pilota brasiliano non sale sul trono iridato, e per una manciata di secondi tutto sembra presagire tale esito: Massa passa sul traguardo per primo, ai box si esulta. Hamilton è sesto, indietro, ma a tre curve dal termine del GP riesce a recuperare e sopravanzare Timo Glock, che con la sua Toyota sceglie di terminare la corsa senza montare gomme da bagnato: gli ultimi giri procede lentissimo, e non resiste all'attacco di Lewis, andando leggermente lungo e lasciando aperto lo spiraglio. Dopo l’arrivo, Massa è in lacrime, disperato per la beffa. 

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2012- Altra stagione, altro finale ad alta tensione, ancora una Ferrari e Fernando Alonso in lotta per il mondiale. Questa volta, però, l’asturiano è sul sedile della nuova monoposto di Maranello. Rivale dello spagnolo è il discepolo di Michael Schumacher, Sebastian Vettel, forte di 13 punti di vantaggio. Il week-end vede salire in cattedra le due McLaren, che monopolizzano la prima fila, Vettel è 4°,mentre Alonso è soltanto 9°. Si parte con tempo nuvoloso e pioggerellina in arrivo, e, dopo una partenza al rallenty, Vettel viene colpito da Bruno Senna alla Sobida do Lago, e si gira! Urtato per ben 2 volte, il tedesco riesce a ripartire, la sua vettura incredibilmente non riporta danni, mentre ai  box c'è il caos generale per sostituire alettoni e ruote danneggiate dopo il 1° giro.

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Vettel è ultimo, ma davanti cominciano lotte senza esclusione di colpi: Alonso arriva dritto alla S di Senna e viene scavalcato da Hulkenberg, scivolando in 4a posizione. La pioggia comincia a scendere copiosa, quasi tutti si fermano per montare le intermedie tranne Button e lo stesso Hulk, che indovinano la mossa. I due guadagnano quasi 40 secondi di vantaggio, ma tutto viene vanificato dall'entrata della SC, causa numerosi detriti in pista dopo alcuni incidenti nelle retrovie. Alla ripartenza, Hamilton si porta in testa, e Vettel, approfittando del ricompattamento, prosegue la sua furiosa rimonta a suon di giri veloci. Nel tentativo di superare Hamilton, Hulkenberg arriva lunghissimo alla S di Senna, i due finiscono per toccarsi, e nel violento contatto ha la peggio solo l'inglese. Hulk rientra in pista, torna ancora ai box per riparare la vettura e rientra in gara. E' sempre più caos, torna a piovere, tutti montano gomme intermedie, le Ferrari si portano in 2a e 3a posizione, Massa lascia passare Alonso che è aggrappato alle ultime speranze iridate. Negli ultimi giri, Di Resta va a muro e la corsa termina nuovamente dietro la SC. Button vince, secondo arriva Alonso, ma non basta. A Seb basta il 7° posto, ma giunge 6°, vincendo matematicamente il suo 3° titolo di fila, con difficoltà e lotte ardue, in un bellissimo mondiale combattuto fino all'ultima curva! Ancora una beffa per la Ferrari, ancora un mondiale da mozzafiato, l’ultimo.

Nel 2013 Vettel domina, poi, con l’arrivo dell’ibrido, il mondiale è lotta a due in casa Mercedes, con Rosberg che fa centro nel 2014 e nel 2015. Il Gp del Brasile quest’anno torna ad avere importanza, con i due rivali del team tedesco in lotta per il mondiale.