Nel 2017 la F1 sarà orfana di Jenson Button, uno dei piloti protagonisti dell'ultimo decennio di questo sport. Sarà una grave perdita sia a livello di spettacolo che a livello di personalità, perché Jenson oltre che un campione era anche una bellissima persona ed era uno dei pochi piloti che riusciva a stare simpatico a quasi tutti gli altri nel paddock. Del suo lato umano non possiamo non ricordare il bellissimo rapporto che Jenson aveva con suo padre e quanto sia stato difficile per lui perderlo. Parlando della sua carriera invece si nota come sia stato un pilota molto precoce e molto sfortunato nei suoi primi anni in F1 quanto poi fortunato nell'anno del suo titolo. Probabilmente è un pilota che poteva ottenere di più ma si ritira con una carriera piena di trionfi alle spalle.

Jenson debutta in F1 nel 2000 a soli venti anni. L'inglese ha l'occasione di guidare la Williams BMW ma sa già che sarà per un solo anno: il team inglese ha già confermato Juan Pablo Montoya per l'anno successivo. La prima annata è buona ma non eccezionale, Jenson va varie volte a punti ma termina dietro al compagno Ralf Schumacher in classifica. Il 2001 però è disastroso: l'inglese passa alla Benetton e conquista solo due punti, finendo quasi sempre dietro a Giancarlo Fisichella con la vettura gemella. Nei due anni successivi però Button riuscirà a riscattarsi e si mostrerà come uno dei giovani più promettente della F1. Nel 2002 giunge settimo sulla Renault e l'anno dopo nono sulla BAR Honda mostrandosi come un pilota che ottiene il massimo possibile in baso al mezzo che ha a disposizione e in grado di battere piloti esperti come Jarno Trulli e Jacques Villeneuve.

Un giovane Jenson Button, in tuta Williams - Foto Reuters
Un giovane Jenson Button, in tuta Williams - Foto Reuters

Jenson inizia il periodo della sua carriera in BAR Honda. Con il team americano (che poi sarà acquistato completamente dalla Honda) il pilota inglese trascorrerà sei anni, ma quella che all'inizio sembrava la scelta giusta per arrivare a giocarsi il titolo si rivelerà in seguito una decisione sbagliata. Nel 2004 l'inglese fa il salto di qualità: in Malesia arriva per la prima volta a podio e da lì inizia una lunga serie di arrivi tra i primi tre che lo porteranno a compiere l'impresa di arrivare terzo in classifica mondiale dietro solo alle due imprendibili Ferrari, con unico neo della stagione il fatto di non aver vinto la prima gara della carriera. E quando il team italiano pare in crisi con le nuove regole per il 2005 Button sembra addirittura uno dei favoriti al titolo.

La macchina però è disastrosa e Button va a punti per la prima volta solo alla decima gara. La macchina poi migliora è Jenson salva la sua stagione con una serie di dieci piazzamenti di fila. Nel 2006 va meglio con la macchina che all'inizio gli permette di lottare per piazzamenti a punti ma nulla di più. A Budapest Button sembra davvero competitivo ma è costretto a partire quattordicesimo per un problema al motore. In gara c'è il diluvio e Button inizia una rimonta disperata che lo porta fino alla seconda posizione dietro ad Alonso. L'inglese prende il comando nell'ultima sosta e si avvia a vincere finalmente la sua prima gara in carriera. Button alla fine dell'anno è sesto in classifica. Di nuovo si inizia a parlare di lui come di un pilota da titolo, ma la Honda i due anni successivi fa macchine disastrose. L'inglese nulla può se non qualche piazzamento a punti.

Jenson Button, Brawn GP - Foto Vavel
Jenson Button, Brawn GP - Foto Vavel

Alla fine del 2008 la situazione è disastrosa: la Honda sta per abbandonare la F1 e l'inglese si trova per il 2009 in un team privato gestito da Ross Brawn. All'inizio prospetta un'altra annata difficile ma nei test la macchina va veloce, anche grazie al diffusore, e in Australia Jenson si ritrova in pole per poi dominare la gara. In Malesia altro capolavoro dell'inglese che sotto l'acqua riesce a mettere in fila tutti. Dopo un ottimo podio in Cina sempre sul bagnato, Button vince in Bahrein, in Spagna, a Monaco e in Turchia. A questo punto l'inglese ha talmente tanti punti di vantaggio sui suoi inseguitori in classifica che si può permettere di non vincere più per tutto l'anno e di portare comunque il titolo a casa. Le critiche però fioccano: Button ha vinto il titolo solo grazie ad una macchina nettamente superiore alle altre. L'inglese passa alla Mclaren, a fianco di Lewis Hamilton, e nei tre anni successivi dimostrerà che il suo titolo era ampiamente meritato.

Nel 2010 Jenson consolida la sua nomea di mago della pioggia: in Australia l'inglese monta le slick su pista umida e facendo dei temponi passa dal sesto al secondo posto per poi beneficiare del ritiro di Vettel per vincere la gara, in Cina l'inglese decide di rimanere con gomme da asciutto su pista bagnata mentre tutti trenne Rosberg vanno ai box, pochi giri e Button passa Rosberg per poi avviarsi a vincere sutto un diluvio. A questo punto Jenson è di nuovo leader del mondiale e l'inglese si giocherà il titolo con il suo compagno di squadra Hamilton, con il duo Red Bull e con Alonso, in uno dei mondiali più combattuti di sempre. Alla fine però Jenson è tradito proprio da una gara bagnata: in Corea è disastroso e si gioca le sue chance di titolo. Nel 2011l'inizio non è dai migliori ma dal Canada cambierà tutto e l'inglese farà quella che è considerata la sua miglior stagione anche se non arriverà il titolo. In Canada Button parte sesto e la gara, sotto una pioggia battente, inizia malissimo per l'inglese: prima si tocca con Hamilton e lo mette fuori gioco, poi si scontra con Alonso e costringe al ritiro anche lui, rimediando una penalità. È metà gara esatta e Button è ventunesimo ma, anche aiutato dalla safety car e dalla pista che va asciugandosi e diventa umida, si lancia in una rimonta incredibile arrivando in scia a Vettel, che guida la gara. All'ultimo giro il tedesco sbaglia e l'inglese va a vincere una gara rocambolesca. In Ungheria piove di nuovo e di nuovo vince Button che poi coglierà tanti podi e una vittoria sull'asciutto in Giappone. A fine stagione l'inglese è secondo, ma vista la differenza tra la sua Mclaren e la Red Bull di Vettel, per molti Jenson meritava l'iride. Button inoltre diventa il primo (e fino a due mesi fa l'ultimo) compagno di Hamilton a batterlo in classifica. Nel 2012 Button ha alti che lo portano a vincere in Australia, a Spa e in Brasile (questa sarà la sua ultima vittoria in carriera, tanto per cambiare sul bagnato) ma troppi bassi e qualche guasto gli impediscono di lottare per il titolo. In ogni caso Button in tre anni ha reso quasi quanto Hamilton, e visto il passaggio di quest'ultimo alla Mercedes, la Mclaren decide di puntare tutto su di lui.

Button in McLaren - Foto Road 2 Sport
Button in McLaren - Foto Road 2 Sport

Nel 2013 però inizia la discesa. Per la Mclaren sono quattro annate tremende in cui il team inglese riesce a rimediare soltanto due podi (entrambi in Australia nel 2014). Jenson comunque rende sempre al meglio e in ben tre occasioni su quattro batte il compagno di squadra, tra cui Fernando Alonso nel 2015, diventando il primo e unico pilota ad aver battuto sia Hamilton che Alonso a pari vettura. Poi dopo un 2016 un po' sottotono arriva il ritiro. Ma l'amore di Jenson per le corse è troppo grande per smettere in maniera definitiva: l'inglese è ancora legato alla Mclaren (e chissà che non corra qualche gara) e si parla di una sua possibile partecipazione alla 24h di Le Mans. Speriamo di poter riuscire a rivedere l'inglese in pista (magari sotto l'acqua) perchè quando Button si esalta è uno dei piloti più spettacolari del nuovo millennio. Oggi l'inglese compie 37 anni, tanti auguri Jenson!