Si avvicinano le presentazioni delle vetture e, come è consuetudine, in questo periodo iniziano a filtrare anche i primi rumors circa il lavoro ingegneristico svolto dalle scuderie durante l'inverno. Ogni volta le voci che si susseguono vanno prese con le pinze prima dei test, perchè naturalmente esse non troveranno mai una conferma ufficiale in un momento dell'anno dove tutto vuole essere tenuto segreto per quanto riguarda le soluzioni tecniche nascoste nelle vetture.

Gli appassionati italiani di motori sono senza dubbio interessati in primo luogo a conoscere l'operato, in fase di progettazione, della Ferrari: ricordiamo che la gestione sportiva della Rossa vede al suo vertice Mattia Binotto, promosso a capo progettista dopo l'addio ad Allison, coadiuvato da Simone Resta. Le voci che girano circa il progetto 668 non possono infondere fiducia ai ferraristi, in quanto esse parlano di dati usciti dalla galleria del vento  non soddisfacenti. O meglio, a Maranello erano convinti di aver intrepretato bene il cambiamento regolamentare per quanto concerne l'aerodinamica prima di venire a conoscenza di dati ufficiosi degli altri team che circolano tra gli addetti ai lavori. Per questo motivo nessun rappresentante della Rossa parla: sono tutti dediti a recuperare il gap nello sviluppo del nuovo progetto, un ritardo accumulato nei mesi in cui è avvenuto il passaggio di consegne tra la vecchia e la nuova gestione sportiva.

Negli ultimi mesi a Maranello è stato presente in modo costante Rory Byrne, ingegnere sudafricano considerato un "guru" della tecnica motoristica, che inoltre aveva lavorato per la Ferrari negli anni di Schumacher, quando la Rossa dominava in lungo e in largo. Byrne non si era mai distaccato completamente dal team italiano, rimanendone legato come consulente esterno, ma ultimamente è stato ingaggiato a tempo pieno per cercare di recuperare il tempo perso. Ma c'è dell'altro. Il progetto 668 è figlio di James Allison perchè era stato l'inglese a porne le basi, e sembra che Byrne lo abbia valutato in modo negativo, sottolineando come con esso non sia possibile ambire a recuperare il gap con la concorrenza. Siamo ormai a metà febbraio, il 27 ci saranno i primi test a Barcellona, motivo per cui manca il tempo per riprogettare da zero la macchina e per riuscirla a portare a fine mese in pista: l'ingegnere sudafricano sembra che abbia dunque pensato di concludere in fretta la progettazione e l'assemblaggio della vettura iniziata da Allison, per iniziare a gettare le basi per una sorta di versione B della macchina, contenente una vera e propria rivoluzione tecnica. Ciò è sicuramente un'idea che contiene i suoi rischi, perchè la versione B sopracitata necessiterebbe di tempo per essere ideata e perchè non sarebbe mai pronta per i test pre stagionali, dunque ci si dovrebbe affidare solo ai dati dei simulatori per portarla in pista presumibilmente dopo il ritorno in europa del Circus, ed in tal caso si parlerebbe di maggio-giugno.

I rumors che vogliono quanto detto possono prendere valore alla luce della recenti decisioni della FIA sulle sospensioni idrauliche: la federazione ha infatti riaperto la porta ad esse dopo che le aveva precedentemente vietate, ed è possibile che la Ferrari stia valutando la loro introduzione nella macchina rivoluzionata. Resta il fatto che se tutto ciò trovasse fondamento si prefigurerebbe un inizio di stagione terribile per la Ferrari, che nella peggiore delle ipotesi potrebbe perdere anche la posizione di terza forza (ma comunque vicina alla Red Bull seconda) che aveva a fine 2016: la pista potrebbe fornire un quadro della situazione più definito già nei primi test, ma come sempre il primo reale riscontro si avrà solo nel weekend di Melbourne che aprirà la stagione 2017.