Si sono conclusi ieri i primi 4 giorni di test pre-stagionali della Formula 1, con un'ultima giornata utile per provare le nuove monoposto in condizioni di bagnato. Sono stati giorni che hanno dato alcune prime indicazioni che necessiteranno di ulteriori conferme per divenire dati ufficiali, ma è innegabile che ci sia già chi può sorridere e chi invece deve correre ai ripari in tempi stretti, al di là dei tempi fatti registrare: infatti in questi test il cronometro non dà un'idea della forza di ogni team, in quanto tutti si tengono un margine più o meno grande. e sono impegnati a valutare il funzionamento delle varie componenti provate sulle vetture, cosa che rende difficile mettere insieme un giro buono il più delle volte.

FERRARI: E' TUTTO ORO QUEL CHE LUCCICA? Come già detto, non prenderemo in esame i tempi fatti registrare, ma è innegabile che in casa Ferrari, dopo il battesimo in pista della SF70-H, ci sia un cauto ottimismo circa il potenziale della monoposto. Di sicuro la nuova creatura di Maranello è riuscita dove la SF16-H aveva fallito, cioè nel trovare l'affidabilità necessaria per poter pensare in grande. Come fa sapere la Ferrari tramite i suoi canali social, la SF70-H in questi 4 giorni ha coperto una distanza di 2178 km senza problemi, un chilometraggio che equivale a circa 7 gare; il dato diventa ancora più positivo se consideriamo che la power unit 2017 è montata anche sulla Haas, ed anche per la scuderia americana il riscontro è stato più che positivo in termini di affidabilità. Ma non è solo l'affidabilità che fa sorridere gli uomini della Rossa. Voci e video dal circuito testimoniano una SF70-H molto stabile in curva, specialmente nei cambi di direzione, aspetto in cui negli ultimi anni la Ferrari non eccelleva. Certamente sono solo i primi test e tutto va preso con le pinze, ma quelli citati sono dati fondati ed innegabili. Probabilmente solo il weekend di Melbourne sarà chiarificatore circa i valori in pista della concorrenza.

MERCEDES: IL MARGINE C'E' Dire che il team che nelle ultimi 3 stagioni ha monopolizzato la prime file dello schieramento, sia anche solo leggermente in difficoltà sarebbe totalmente errato e fuori luogo. La Mercedes ci ha abituato ad essere molto abbottonata circa il potenziale della vettura durante i test, ed è estremamente probabile che sia così anche quest'anno: è vero che di mezzo c'è stato un importante cambio regolamentare, ma pensare che la Ferrari abbia recuperato tutto il gap esistente alla fine dello scorso anno sarebbe un pensiero molto ardito. Tuttavia una precisazione è necessaria: la W08 è sembrata, agli occhi di chi ha potuto osservare in pista i test, una macchina non ancora perfetta come la Mercedes ci ha abituato ad essere, e questo potrebbe essere legato all'uso del passo lungo, che dà vantaggi aerodinamici solo quando il setup è adeguato, motivo per cui la valutazione va rimandata a quando i tedeschi troveranno la quadra del cerchio. Inoltre la scuderia con sede a Brackley si è concentrata maggiormente sulla distanza, con simulazioni di gara per entrambi i piloti, oltre al provare elementi aerodinamici diversi, come la pinna posteriore in versione lunga e corta. Un piccolo campanello d'allarme però è suonato ieri notte in casa Mercedes, quando sulla W08 è stato trovato un problema elettronico che ha necessitato di molto tempo per essere risolto, e che ha di fatto impedito ai piloti di scendere in pista nella mattina.

RED BULL: TRA PROBLEMI E DUBBI Il team che senza dubbio è mancato all'appello tra i big è stata la Red Bull, che ha girato relativamente poco per non stressare la fragile power unit Renault di cui è equipaggiata. I problemi di affidabilità ci sono e si sono manifestati, per cui suona più di un campanello d'allarme nella scuderia austriaca: tuttavia verso l'esterno sembrano ostentare una relativa impassibilità, e sono fiduciosi per l'avvenire. Adrian Newey ha già annunciato che la vettura che abbiamo visto in pista non è ancora la versione che prenderà parte al mondiale, in quanto ci sono importanti novità aerodinamiche in fase di studio, che le permetterebbero di fare un salto di qualità notevole. Queste parole fanno tremare la concorrenza, perchè quando quel genio di Newey si mette al lavoro sono guai per tutti. Un lavoro che però potrebbe essere reso vano se Renault non troverà il giusto compromesso tra potenza ed affidabilità.

LA SORPRESA: HAAS Chi più di tutti ha sorpreso in positivo è stata la Haas, che ha girato molto, potendo contare sull'affidabilità della power unit Ferrari, con dei riscontri positivi. Per la verità la scuderia americana si era presentata in modo competitivo anche allo start della stagione 2016, quando aveva riportato risultati molto buoni per un team entrante nel mondiale; poi, inevitabilmente, con il proseguire della stagione, quando i team più importanti hanno sviluppato le proprie monoposto, non è riuscita a tenerne il passo ed è scivolata più indietro. Resta un buon inizio però per la Haas, che ora spera di confermarsi nei secondi test e soprattutto in Australia.

LA DELUSIONE: MCLAREN Ancora una volta siamo qui a dover parlare di una McLaren deludente, falcidiata da problemi di affidabilità che nel 2016 sembravano finalmente superati, o per lo meno decisamente ridotti. Per il 2017 la Honda, fornitore delle power unit al team inglese, ha rivoluzionato il concept del motore, ma tuttavia sembra che manchi nuovamente l'affidabilità, come nel 2015. E' una bella gatta da pelare per la McLaren, che di per sé sarebbe una macchina interessante sotto il punto di vista aerodinamico, purtroppo non supportata da una power unit all'altezza. Anche come potenza di picco non è all'altezza delle altre monoposto, e si preannuncia un anno in salita se non si trovano le giuste contromisure in tempi non brevi, ma brevissimi.