Nelle ultime ore si è parlato molto delle novità presentate dalla Ferrari, in particolare sull'ala anteriore, quella posteriore e sul fondo vettura. Se tecnicamente le singole aree della vettura hanno delle modifiche diverse nella loro concezione, quello che le rende comuni è l'impressione che i tecnici di Maranello, finalmente, giochino d'anticipo e stiano cominciando ad interpretare il regolamento in maniera maliziosa, creando anche l'interesse particolare dei concorrenti. Non voglio soffermarmi troppo su questo, che ha già trovato argomenti di discussione e, per quanto possiamo confidare nei tecnici Ferrari, fin quando non vedremo il cronometro non potremo dire se queste novità saranno positive o meno.

Voglio portare l'attenzione su quelle che sono le peculiarità tecniche di questo circuito, che hanno portato gli ingegneri dei team a indirizzare lo sviluppo in direzione diversa rispetto a quanto visto nello scorso week-end di gara. Come potete vedere dall'immagine, questo è un circuito che si può dividere in due tronconi: dalla curva 13, passando per il rettilineo dei box, fino alla curva 4, in cui abbiamo dei rettilinei intervallati da frenate importanti, tutte candidate a fornire dei sorpassi, ed un tratto misto, anch'esso intervallato da un rettilineo. Sono molte le frenate importanti, quindi l'uscita dalle rispettive curve avviene con velocità bassa e quindi sarà importante avere una ottima trazione, quindi particolare attenzione alle gomme posteriori.

Da un punto di vista puramente velocistico, sarà importante come verrà gestita la potenza del motore, in particolare quella erogata dalla parte elettrica della macchina. Nell'era dei motori ibridi, a seconda delle mappature decise in base al circuito, questi 160-162 cavalli in più vengono tipicamente rilasciati o in fase di accelerazione (per esempio è un caso tipico in Ungheria, dove il circuito presenta diverse curve che si inseriscono una dentro l'altra) oppure verso la fine dei rettilinei, nel caso di circuiti in cui la velocità di punta è importante, come in Bahrein.

Da questo punto di vista, potremmo avere una ulteriore conferma da parte della crescita tecnica della Ferrari, vittima l'anno scorso del fenomeno detto clipping e di affidabilità visto il ritiro di Vettel nel giro di ricognizione; se ricordate, infatti, nell'edizione 2016 del Gp del Bahrein, la scuderia di Maranello accusava almeno 17-18 km/h allo speed trap, proprio perché gran parte dell'energia accumulata dal MGU-H veniva usata per sopperire all'elevato turbo-lag, accusato specialmente in uscita dalle curve lente, generato da un turbo-compressore sovradimensionato. Questo "spreco" in uscita dalle curve, comprometteva la possibilità di utilizzare tutta la potenza elettrica in fondo ai rettilinei, quindi perdita di velocità. Vedremo dunque se la Ferrari sarà cresciuta sotto questo aspetto.



Altro ruolo importante, da sempre sul circuito di Manana, ce l'hanno le temperature; sarà dunque importante massimizzare lo smaltimento del calore prodotto dalle power unit. Mercedes e Ferrari hanno portato due novità diverse per lo stesso obiettivo; se la casa di Maranello ha ampliato la zona delle branchie ai lati dell'abitacolo rispetto a quelle viste in Cina i tedeschi, invece, hanno ripreso la soluzione della pinna a camino, già vista in Australia. Altro aspetto è la temperatura dell'asfalto, mediamente sopra i 40 gradi che può portare rischio di blistering sulle gomme. 

Ultimo aspetto, e non per ordine di importanza, ce l'hanno le gomme. Questo è un circuito in cui l'aderenza è buona così com'è rapido il degrado dello pneumatico; come già accennato l'uscita dalle curve lente sarà importante, quindi la trazione e la gestione delle gomme posteriori saranno di vitale importanza. Da tenere in considerazione anche le gomme anteriori, viste le numerose e violente frenate, che genereranno dei carichi verticali importanti sulle gomme stesse. 

Sarà quindi interessante valutare la tenuta delle gomme, dopo aver visto che il degrado è risultato costante e di modesta entità nelle due gare appena trascorse. Se ci aspettiamo, come normale che sia, l'utilizzo delle supersoft per la ricerca del giro veloce, sarà interessante capire la gestione di gara, magari più aggressiva con due stint di supersoft ed uno con le soft o addirittura vedere, magari qualcuno a centro gruppo, rischiare un solo pit stop e montare le medium.

Non ci resta dunque che aspettare i primi giri cronometro alla mano che avverranno tra poco.