Max Verstappen si pone davanti a tutti, precedendo il leader del mondiale e la Ferrari di Vettel, con Ricciardo che conferma l’ottima performance della Red Bull. Da registrare l’undicesima posizione di Brendon Hartley, che ha esordito in Formula 1 solo la settimana scorsa. Qui la classifica

IL RACCONTO

L’ultima sessione di prove libere si è aperta con una temperatura abbastanza bassa, con 12 gradi ambientali e 14 gradi per quanto riguarda l’asfalto, pur essendoci un bel sole.

Come di consueto, i primi minuti sono stati caratterizzati da poca attività in pista, se non fosse per i vari giri di installazione dei big o dei primi chilometri per i piloti che tipicamente si trovano nelle retrovie. L’unica notizia, in negativo, delle primissime fasi, riguarda Pierre Gasly il quale a seguito di un team radio in cui lamentava problemi alla power unit, ha dovuto parcheggiare la sua Toro Rosso nella zona dello stadio, concludendo anzitempo il lavoro del sabato mattina messicano.

Il primo big a segnare un tempo è Kimi Raikkonen, il quale comincia a girare prima con un comodo 1’20’’9 per poi abbassare il crono di due secondi subito dopo. Da segnalare un lungo della Renault di Carlos Sainz in curva 1, ma soprattutto la momentanea prima posizione dell’idolo locale Sergio Perez che risveglia il pubblico messicano, visto anche il poco movimento avuto nei primi 20 minuti di sessione.

Ma è a questo punto che si comincia a fare sul serio, con il leader del campionato Lewis Hamilton che su gomme Ultrasoft si issa in vetta alla classifica con un 1’18’’0, rifilando 7 decimi ai primissimi inseguitori. Interessante quanto fatto vedere da Max Verstappen, il quale piazza un tempo di soli due decimi di ritardo rispetto all’inglese, pur avendo montato gomme Supersoft.

In un susseguirsi di miglioramenti generalizzati, Valtteri Bottas è il primo a scendere sotto il minuto e 18 secondi, con Sebastian Vettel che fa segnare il primo giro di rilievo fermandosi a mezzo secondo dalla vetta girando con pneumatici “rossi”. Seguono 4 minuti di lotta serrata, tra il duo Mercedes e della Red Bull, con Verstappen che sembra particolarmente performante con le Supersoft per l’intera sessione di prove.

Interessante notare come nonostante le ottime prestazioni della Red Bull, l’olandese abbia comunicato alla squadra che i pneumatici anteriori “Non si stanno comportando bene” e che quindi si sarebbe dovuto intervenire con delle modifiche al setup.

Gli ultimi 30 minuti della sessione si sono aperti con i big protagonisti di un miglioramento continuo della prestazione. A turno, prima Raikkonen, poi Vettel e a seguito i due della Red Bull, abbassano il limite, andando al di sotto del record della pista. Piccola defezione di Hamilton, il quale non riesce a migliorarsi e comunica ai box cge sembrano esserci dei problemi alla power unit, prendendosi 6 decimi dalla prima posizione temporanea.

Dopo un fitto dialogo con gli ingegneri e dopo alcuni controlli effettuati ai box, il britannico riesce a piazzare un ottimo giro, portandosi a meno di un decimo dalla Red Bull di Max Verstappen, sembrato sin da subito particolarmente in palla sull’Autodromo Hermanos Rodriguez. C'è però da registrare come i tecnici del pilota inglese abbiano comunicato al pilota che, prima delle qualifiche, si potrà migliorare qualcosa di più sull’assetto.

A 10 minuti dal termine i due della Mercedes, della Red Bull e Vettel sono racchiusi in 4 decimi, mentre Raikkonen risulta leggermente più attardato.

Va inoltre sottolineato come il neozelandese Brendon Hartley si piazzi in 11esima posizione, al solo secondo Gran Premio di Formula 1 in carriera, mettendosi dietro piloti di sicura maggiore esperienza.

Un’annotazione va fatta anche sulla velocità di punta. Allo speed trap, che risulta essere al termine del lunghissimo rettilineo dei box, si issano i motorizzati Mercedes, sintomo che la power unit tedesca rimane con un certo vantaggio sugli altri motoristi. Altro aspetto interessante, riguarda la differenza di velocità misurata rispetto allo scorso anno, che si aggirava intorno ai 370 km/h mentre a causa di queste vetture più larghe si nota una peggior penetrazione aerodinamica in senso generale, pur avendo tempi sul giro nettamente inferiori.