Dopo aver visto i migliori momenti della carriera di Michael Schumacher negli anni '90, andiamo a rivedere quali sono i best moments dal 2000 in poi, in anni in cui la sua impronta è forte, dato anche il suo dominio assoluto nel primo lustro. 5 titoli mondiali, 56 vittorie e 46 pole position, questo recita il palmares di Michael, a partire dal 2000 in poi.

Le lacrime dell’uomo di ghiaccio, Monza 2000 – Campionato mondiale 2000, Michael Schumacher e Mika Hakkinen, ancora una volta i due a contendersi il titolo. Il finlandese volante, mentre era in testa l'anno prima si andò ad insabbiare e scoppiò in un pianto interminabile, che colpì tutti i tifosi presenti a Monza. Nel 2000, in un gran Premio funestato dall'ennesimo incidente grave, che vede il povero commissario Paolo Gislimberti perdere la vita, a vincere è il suo grande rivale Schumacher, che dopo un inizio di campionato trionfale, subisce una battuta d'arresto nella parte centrale del mondiale. Il Kaiser chiamato alla riscossa davanti al pubblico ferrarista, dopo la pole al sabato conduce tranquillamente la gara e vince davanti a Mika Hakkinen e al fratello Ralf. In conferenza a Schumi viene fatto notare come abbia appena eguagliato il record di vittorie del compianto Ayrton Senna, un mito per Michael, che vi aveva corso contro all'inizio della sua carriera. Michael si ferma e scoppia a piangere, l'uomo di ghiaccio, il robot costruito per vincere si mostra umano, umano e fragile come non mai. Uno sfogo emotivo che lo renderà fortissimo, Michael diventerà inarrestabile, sarà un uragano sul mondiale, a Suzuka, dopo 21 anni regalerà il titolo iridato a Maranello. Diventerà un cannibale, azzannerà i mondiali dal 2000 al 2004, battendo ogni record.

Il giorno più bello, Suzuka 2000 – Dopo anni e anni di duro lavoro, Michael Schumacher può laurearsi, finalmente, campione del Mondo con la Ferrari. Il tedesco già a Suzuka può chiudere i giochi e, infatti, parte a bomba, conquistando la pole il sabato. La gara, però, già in partenza sembra un replay della stagione: Hakkinen davanti e il Kaiser ad inseguire. Hakkinen prova a scappare via, ma Michael, aiutato anche da una leggera pioggerella, ricuce il distacco in vista del 2° pit stop. Al momento della sosta del finlandese, Schumacher compie un vero e proprio miracolo: con la macchina scarica inizia a girare a tempi da qualifica, poi, una volta rientrato ai box, sono i meccanici a fare il resto: pit lampo, solo 6” e quando il tedesco stacca il limitatore Hakkinen è soltanto ad inizio rettilineo. Ai box, a Maranello, a Kerpen e ovunque esplode la gioia, il sorpasso è compiuto! Michael allora vola, 2…3…4…6” il distacco tra i due, scende solo negli ultimi due giri, in cui Schumacher pensa a godersi la passerella che lo porta al rettilineo finale, alla bandiera a scacchi, al trionfo. Sì, Michael Schumacher ce l’ha fatta, è campione del mondo per la 3° volta, la 1° volta con la Ferrari, che finalmente dopo 21 anni torna sul tetto del mondo. Jody Scheckter ha un successore, per il tedesco è il titolo più bello, raggiunto dopo 4 anni di critiche, di sofferenza, dopo aver superato i momenti più bui, come Jerez, Suzuka e Silverstone.

La cinquina da record, Gp di Francia 2002 - Magny-Cours, estate 2002: siamo solo a luglio, eppure Michael Schumacher può già laurearsi campione del Mondo per la quinta volta, terza con la Ferrari. Il tedesco sta dominando e nel Gp di Francia ha già il primo match-ball. In Qualifica Montoya è davanti per pochi millesimi, ma in gara succede di tutto. Al via Montoya parte bene, seguito da Schumacher e da Raikkonen, con il tedesco che attacca al tornante Adelaide, ma la sua manovra non è delle più felici e ciò aiuta Raikkonen, che lo infila. La situazione non muta fino al 27° giro, quando Schumacher rientra ai box per il cambio gomme, dopo il quale si ritrova in testa alla corsa, ma ecco giungere una penalità, per aver superato il limite della pit-lane. Ciò porta Raikkonen in testa alla gara, mentre Schumacher insegue alle sue spalle, in una situazione che mantiene ancora aperto il mondiale. A quattro giro dalla fine, sulla Toyota di McNish si rompe il motore, con l'olio che rende scivolosa la pista. Räikkönen non se ne accorge e arriva lungo alla frenata, Schumacher lo supera e si invola verso la vittoria. Dopo solo 11 gare, è campione del Mondo per la quinta volta!

La vittoria più triste, Imola 2003- È il giorno più triste della carriera di Michael Schumacher, la madre, malata da tempo, si è aggravata nelle ore precedenti al Gp, ma vuole che i figli corrano lo stesso, per onorarla. La Domenica mattina giunge nel circus la notizia più triste, Elisabeth non ce l’ha fatta! Michael e Ralf sono distrutti, ma vogliono renderle omaggio, così eccoli in pista, affiancati in prima fila. Michael, forse per i troppi pensieri, parte male, mentre il fratello Ralf Schumacher lo sfila. I due lottano, ma devono passare 16 giri prima che Michael ritrovi la testa, mentre Ralf è rallentato da un problema al pit. Michael non molla più, nemmeno durante i pit stop e trionfa, tra le lacrime e la commozione, Ralf paga i problemi ai box e chiude 4°, ai piedi del podio. Schumi sale sul podio, trattiene a stento le lacrime durante l'inno tedesco e alla fine dichiara: “Mia madre oggi avrebbe voluto vederci correre. Lei amava essere sulle piste. Mamma e papà ci hanno sempre sostenuto e hanno reso possibile che noi siamo diventati ciò che siamo ora. Oggi nel team tutti, dico davvero tutti, mi hanno dato un grande sostegno e mi hanno dato il senso di quanto mi sono vicini". Anche nel giorno più triste, il talento di Michael è uscito fuori.

Genio ed estro per battere Nando, Magny-Cours 2004 – Se c’è un Gp che rappresenta meglio di ogni altro la supremazia della coppia Schumacher-Ferrari è il Gp di Francia del 2004. Dopo la beffa in qualifica, Schumacher parte 2°, ma Magny-Cours è un circuito ostico e superare non è facile, così in Ferrari si inventano LA STRATEGIA. 4 soste invece che 3 per superare Nando nel modo più assurdo ed incredibile. È il 42° giro quando si intuisce che qualcosa sta succedendo, Schumacher rientra ai box e dopo un pit lampo eccolo di nuovo in pista a spingere come un matto. Alonso, che dopo un’ottima partenza non ha mai ceduto il comando, rientra 4 giri dopo. Superato il rivale, Schumacher spinge al massimo per avere un margine sufficiente in vista della quarta sosta e dopo una serie di giri da urlo ecco che al 58º passaggio Schumacher effettua la quarta sosta e quando esce in pista è al comando, con un vantaggio importante su Alonso. Il tedesco controlla e va a vincere, con un numero d’alta scuola, con una strategia elaborata dall’estro dell’ingegner Baldisserri.

L'ultimo titolo, Spa 2004 - Spa è sempre stata un'amica fidata di Schumacher, che nel 2004 arriva sul tracciato delle Ardenne lanciato verso il titolo, il settimo. La gara del tedesco, però, nostante il 2° posto in griglia, non è affatto facile, poiché già alla partenza ha delle difficoltà e viene sopravanzato da Alonso e Coulthard, poi, dopo una lunga SC, provocata da un maxi-tamponamento al via, viene superato anche da Raikkonen e Montoya. Raikkonen sopravanza anche Coulthard e si mette a caccia di Trulli, che scavalca dopo il pit al 13° giro. Alle sue spalle, risale Schumacher, che supera Coulthard, Montoya e Trulli. Davanti Raikkonen controlla Schumi, che gestisce il 2° posto, utile per portare a casa il titolo. Dalle retrovie, risale Barrichello, che si porta al 3° posto. Il Gp finisce così, Raikkonen trionfa in quella che diventerà anche la sua Pista. Schumacher, che di Spa ne ha fatto il suo Regno, conquista il settimo ed ultimo titolo mondiale, l’ultimo della Ferrari, prima dell’arrivo proprio di Raikkonen.

La riscossa di un Leone, Imola 2005 - Il 2005 della Ferrari e di Michael Schumacher non è affatto un anno da ricordare, merito del nuovo regolamento che penalizza nettamente la Rossa e la Bridgestone. C'è però un Gp in cui il talento di Michael viene fuori alla grande e, nonostante a Maranello non arrivi la vittoria, il tedesco dimostra a tutti come il più forte sia ancora lui. Sulla pista del Santerno, il Kaiser scatta dalla tredicesima posizione, ma punta dritto alla testa della corsa. Si ritirano Fisichella - superato al via - Raikkonen e Barrichello, intanto la rimonta del tedesco prosegue furiosa. Salta Villeneuve e il fratello Ralf, via Trulli, Heidfeld, Sato e Wurz, poi a 16 giri dalla fine compie un sorpasso da urlo. Davanti a lui c'è Jenson Button, Michael ne prende la scia e alla Variante Alta entra dentro, prendendosi un grandissimo rischio. Il sorpasso è compiuto, ma ora c'è Alonso. Il pilota della Renault è lanciato verso la vittoria e verso un ulteriore allungo nella classifica iridata, ma la sua vettura gira monca, le manca un cilindro e dietro sta risalendo il Kaiser. Il duello è meraviglioso, Schumi attacca, Alonso sfrutta la superiorità degli pneumatici e la tortuosità della pista per difendesi e la battaglia fa tenere il fiato a tutti gli spettatori. Alla fine, dopo 13 giri di sofferenza, Alonso può festeggiare, ma il pilota del giorno è senza dubbio Schumacher, risalito da metà gruppo fino alla testa della gara, dove solo un giovane Alonso è riuscito a tenergli testa.

È il momento di salutare, Monza 2006 - A 15 anni dall'esordio a battagliare e vincere in pista c'è ancora Michael Schumacher, soltanto che non è più lui il re, perché in una stagione 2005 horror per la Ferrari, il giovane Fernando Alonso gli ha scippato il titolo. Nel 2006, Michael e la Ferrari sono cresciuti. Michael lotta, battaglia e si diverte ancora, nonostante i 37 anni suonati. Si arriva a Monza con il mondiale aperto, ma con Alonso in testa e il fuoriclasse in rosso pronto a dare una svolta. A Monza il duello in pista, e fuori, è cruento: Massa (compagno di Schumi), rallentato in qualifica da Alonso, reclama e fa retrocedere lo spagnolo in 10a posizione, Michael invece è secondo alle spalle di Raikkonen, ma pronto a scappar via come ai vecchi tempi. Dopo 17 giri Schumi va in testa e molla il vertice soltanto in vista del pit-stop, ma recupera subito, controllando Raikkonen e andando a vincere. Dietro Alonso, preso dalla rimonta, rompe il motore e dice addio ai punti iridati. Schumacher così si porta a -2 punti dal leader del mondiale, lanciando il suo attacco all'8° iride. A fine gara però ai box si vedono facce tristi, c'è una notizia che scuote il mondo della F1, Michael Schumacher a fine stagione dirà addio alla F1. E' l'ultimo squillo del Kaiser davanti al pubblico italiano, che per 10 anni l'ha amato e osannato, quel pubblico che ha pianto con lui negli anni dei mondiali sfuggiti all'ultimo Gp e che ha gioito poi, quando finalmente la Ferrari, grazie al suo cavaliere Rosso, ha ritrovato la strada del successo. Con il suo ritiro si chiuderà un’era, ma Michael prima vuole l’ottavo sigillo.

L’ultimo trionfo della Leggenda, Gp Cina 2006 – Per tenere vivo il mondiale serve una vittoria, ma ad attendere il circus c’è la Cina, dove Schumacher ha sempre avuto problemi: 13° nel 2004 e ritirato nel 2005, in più Alonso è deciso a vincere perché il successo gli manca da 6 Gp ed in Cina ha trionfato nel 2005. In qualifica lo spagnolo conquista nuovamente la pole e si prepara al bis in gara. Sotto una pioggia battente, la gara prende il via, con lo spagnolo subito davanti a tutti, mentre Schumacher, partito 6°, arranca e ad un certo punto si trova a mezzo minuto dalla vetta, ma poi grazie ad un ritiro e a due bei sorpassi, eccolo risalire in terza posizione, subito dietro le due Renault al comando. Il tedesco rinasce, vola e dopo la prima sosta ha già recuperato tutto il suo svantaggio. Intorno al trentesimo giro sia Fisichella che Schumacher superano Alonso, che si mette in scia al rivale, ma ecco che a dieci dalla fine il tedesco approfitta di un errore dell'italiano per andare in testa. Fisichella si fa da parte e lascia passare anche Alonso, ma non c’è nulla da fare. Schumacher vince sotto al diluvio, è il suo 91° sigillo, l’ultimo della sua carriera, ma Michael deve ancora regalare l’ultimo show.

L’ultimo show, Interlagos 2006 – Dopo la Cina, Suzuka ha spento le speranze mondiali di Schumacher, che ha visto andare in fumo ogni possibilità di titolo, a causa della rottura del suo motore. In Brasile, però, il Kaiser vuole lasciare il segno. La qualifica vede Michael Schumacher chiudere al 10° posto per colpa di una pompa della benzina difettosa, mentre in pole finisce il compagno Felipe Massa, pilota di casa. Massa scatta bene dalla pole, Schumacher è chiamato ad una rimonta, sempre che Alonso si piazzi alle sue spalle e non raccolga abbastanza punti per rimanere in testa al mondiale. Ma sembra tutto andare a rotoli, per la rossa: Michael rimonta come una furia, ma arrivato negli scarichi di Alonso, tocca Fisichella e fora la posteriore sinistra alla S di Senna. Un intero giro su tre ruote, sosta ai box, ultimo. Tutto sembra perso. Massa, in testa nel GP di casa, difende la posizione sperando in una rimonta del suo compagno. Allora Michael Schumacher, chiamato a gran voce da tutto il pubblico, incitato dai box alla sua ultima grande gara, inscena una rimonta che ha dell'impossibile. Quando esce dai box è a più di 30 secondi dal penultimo, quasi doppiato da Massa. Schumacher rimonta, giri veloci dopo giri veloci, sorpassi da urlo, che tolgono il fiato: Schumacher sta facendo una cosa considerata impossibile, da quasi doppiato al podio. Stupendo il sorpasso rifilato a 3 giri dalla fine a Kimi Raikkonen, suo successore in Ferrari, al quale Michael, nonostante l’età, dimostra ancora una volta quello che sanno fare i campioni. Alla fine chiude 4° tra gli applausi e le lacrime. Massa trionfa davanti al suo pubblico, il primo ad abbracciarlo è proprio Michael, sul quale si concentrano tutte le attenzioni: tutte le telecamere sono per lui, i giornalisti cercano solo lui.

Il rientro e l’ultima perla, Montecarlo 2012Michael Schumacher non sa stare lontano dalla F1 e così, 3 anni dopo l’addio, alla fine del 2009, annuncia il rientro con la Mercedes, in vista del 2010. Il Kaiser, però, non è lo stesso, forse è arrugginito, ma la sua Freccia d’argento non aiuta. Michael, però, non ci sta e nel 2012 sfodera l’ultimo colpo di mano, un colpo da vera leggenda. Ormai sono quasi concluse le qualifiche, quando Schumi si lancia per l’ultimo tentativo. Sfiora i muretti, vola tra i cordoli del principato e lascia tutti a bocca aperta, metro dopo metro. Quando passa sul traguardo il cronometro fa esplodere un boato: 1'14"301, è pole position! Una pole che non gli verrà riconosciuta, a causa di una penalità comminatagli al termine del precedente GP di Spagna. Michael riuscirà a salire sul podio a Valencia, ma questa sarà l’ultima perla. Si ritirerà a fine stagione, ancora una volta in Brasile.

Ormai il Kaiser ha abbandonato la pista da 5 anni, da 4 anni sta correndo la gara più importante, quella dove non c'è tifo contro, ma solo amici e alleati che sperano che il Kaiser possa tornare, ancora una volta, il più forte. Forza Michael!