“Qualsiasi Quarterback che capisca veramente cos'è un'attacco, avrà successo”. (Joe Montana)

“Certo, la fortuna significa molto nel football. Non avere un gran quarterback è sfortuna”. (Don Shula)

“Il battito del cuore di una squadra di football è il ruolo di quarterback e penso che tutti coloro che capiscano qualcosa del gioco capiscano che è necessario disporre di consistenza in quella posizione per essere una squadra vincente”. (Terry Bradshaw)

Spesso è capitato e capita di sentire grandi massime sui Quarterback. Siano esse frasi di presidenti, grandi giocatori o allenatori leggendari; siano esse parole semplici o grandi frasi ad effetto; tutte, nessuna esclusa, fanno capo ad un'unica grande verità: qualunque squadra voglia competere per il titolo, deve avere un grande quarterback.

Giunti alla metà della stagione regolamentare ci sembra quindi opportuno tirare una linea e stilare un bilancio parziale per i (secondo noi) 5 migliori passatori della lega.

 

Se non è un segreto che un QB possa rivoluzionare completamente una squadra, magari una che fino a 6 mesi prima era un totale disastro, l'apertura dell'analisi va senza dubbio dedicata ad Alex Smith (1795 Yards, 9 TD, 4 Int).
Draftato nel 2005 dai 49ers di Coach Mike Nolan come prima scelta assoluta, Smith non ebbe da subito una carriera baciata dalla fortuna. Incorso in diversi infortuni e “vittima” del continuo cambiamento degli Head Coach alla corte di San Francisco (e quindi dei relativi playbook), il talentuoso QB iniziò a collezionare statistiche favorevoli solo nel 2011 con l'arrivo di Jim Harbaugh.
La scorsa stagione, nel momento statisticamente migliore della sua carriera, proprio quel coach che tanto lo aveva ispirato lo ha voluto fuori dal campo una volta e per sempre.
Sostituito da Kolin Kaepernick a seguito di una concussion, Smith non ha potuto che aspettare il termine della stagione prima di essere tradato con i KC Chief in cambio della loro seconda scelta 2014.
Probabilmente annoverabile come la migliore trade dell'anno, Kansas City rimane attualmente l'unica squadra imbattuta della lega e, parola di Andy Reid, tutte le sue vittorie sono costruite sotto il segno dell'altissimo “football IQ” di questo QB.

 

Peyton Manning (2919 Yardds, 29 TD, 6 Int) si riconferma come uno dei massimi interpreti di questo sport sotto qualsiasi punto di vista.
Premiato dalla NFL con il 2° posto nei top 100 player del 2012, insignito lo stesso anno del “Comebackplayer Award” dopo i ben 610 giorni di assenza dai campi a causa di un'infortunio, già la passata stagione questo giocatore non si era attardato a rimettersi in mostra.
Se questo avveniva grazie alla complicità di Thomas e Decker, WR portentosi e mai sfruttati a dovere dai predecessori di Manning, certo il 2013 è per il QB ex Indy l'occasione di sognare in grande.
Grazie a nuovi elementi della OL e all'arrivo di Wes Welker, ricevitore insidioso e d'esperienza, il gioco aereo di Manning ha ancora più capacità espressive ed una viabilità che poche volte un QB della NFL può aver vantato.
Considerato un vero e proprio faro dai suoi compagni di squadra, la sua solidità e la sua dote di leadership non ci rendono difficile azzardare la presenza dei Broncos alle finali di conference e perché no, al Superbowl.

 

Perchè Andy Dalton alla terza posizione? Semplicemente perché gli onori vanno al merito! Non parliamo del merito di un exploit positivo in una partita o di aver fatto la giocata risolutiva che ha portato alla vittoria di un solo match. Qui parliamo di costanza e dedizione che portano ad un continuo miglioramento; parliamo di capacità di mettersi sempre in discussione e migliorare continuamente.
Andy Dalton (2249 Yards, 16 TD, 7 Int) ha proprio queste caratteristiche e, ormai alla sua terza stagione da professionista, serve guardare con più interesse a un simile giocatore.
In queste prime 8 partite il QB made in TCU si è infatti superato a diverse riprese, segnando ben 3 “carreer-high records”: 78.8% di passaggi completati contro i Chicago Bears; 92.8 QBR (Quarterback Rating) contro i Detroit Lions; 98.9 QBR contro i NY Jets.
Se a tutto questo ci si aggiunge il premio di Best AFC Player of the Week, in occasione della partita contro Buffalo, allora non è complicato comprendere come questo QB, attualmente in quarta posizione nella classifica di ruolo, abbia portato Cincinnati (6 – 1) in testa al girone Nord dell' Amercian Conference.
Anche se i play-off sembrano l'unica via possibile per i Bengals, oggi è prematuro fare previsioni sul destino di Cincinnati, soprattutto considerando la non complicatissima Schedule che hanno dovuto fin qui affrontare.
Come si suol dire: chi vivrà vedrà... ma occhio alle sorprese.

Al 20° posto nel rank dei QB della NFL compare il nome di Russell Wilson (1628 Yards, 13 TD, 4 Int). La ragione per cui noi lo includiamo nella nostra top 5 è presto detta: il suo passer rating di 99.0 che è attualmente il sesto di tutta la lega, il suo TPI (TD Pass to Interception Ratio) che è uno dei migliori della NFL e la sua leadership tra i Rushing QB di tutta la NFC con 339 Yards.
Ben diverso dai solidi lanciatori “vecchia scuola”, Wilson non è di certo l'uomo che da solo può fare la differenza. Poprio per questa ragione al coaching staff di Seattle va riconosciuto il merito di aver costruito attorno al suo QB una squadra che gli permettesse di esprimere al meglio il suo talento: un playbook ad-hoc; una scelta mirata alle linee di attacco; un sostegno notevole dal “calling sheet” (le chiamate degli schemi) dei Coach, volto a preservare uno dei QB più colpiti della NFL.
Con uno starting record di 7 – 1, che ricalca il record di chiusura della passata stagione di Seattle, Russell Wilson ha guidato i suoi ad un totale di 14 vittorie nelle ultime 16 partite.
Affiancato da uno dei migliori corridori degli ultimi anni, Marshawn Lynch, l'attacco di Seattle è da considerare uno dei più pericolosi della lega.
Del resto si sa: il miglior amico di un Quarter Back è un buon gioco di corsa.

In un testa a testa con Andrew Luck, decidiamo di nominare in quinta posizione Drew Brees (2290 Yards, 19 TD, 5 Int).
Uomo dei record della passata stagione (54 partite con almeno un TD pass segnato; più di 5000 yard lanciate per 3 stagioni; più di 40 TD pass per 2 stagioni), Brees si riconferma uno dei QB più solidi e capaci della National Football League.
Nonostante sia al tredicesimo anno di carriera, il suo gioco si esprime sempre ad un altissimo livello e con una continuità di risultati davvero eccezionale.
Attualmente in lizza per il premio “Fedex player of the week” (al quale potrete votare qui) per i 5 TD pass rifilati ai Bills lo scorso fine settimana, Brees si pone come obbiettivo i play-off per riavvicinarsi a quel Super Bowl raggiunto e vinto senza rivali nel 2010.
Dubitiamo della possibile vittoria del campionato da parte dei Saints, ma le ragioni di questo dubbio pongono le loro radici in una più generalizzata sfiducia nei confronti dei Saints come collettivo che non nei confronti di Drew Brees e delle sue indiscusse capacità.
Veder arrivare i Saints fino in fondo ci riconfermerebbe quanto abbiamo dichiarato all'inizio di questo articolo: un QB “da solo”, può fare la differenza.

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