Il mistero si infittisce, la trama assume sfaccettature sempre più anguste e nascoste. Tre le parti chiamate in causa, tutte equamente coinvolte in un'equazione che stenta a trovare un bilanciamento. Pepe Reina al centro della contesa, invischiato anch'egli tra un rapporto tutt'altro che idilliaco con la società che detiene il suo cartellino, stretto nella morsa tra la voglia di lanciarsi in una nuova sfida, quella del Paris Saint-Germain, e di garantirsi altri tre anni di carriera lautamente retribuiti, e la richiesta di un rinnovo mai accolta. Poi c'è il Napoli, anch'esso trovatosi in una posizione che peggiore non si poteva - chi è causa del suo mal, pianga sé stesso - tra la necessità di confermare lo spagnolo ed andare a caccia dell'eventuale sostituto. Ed infine, per ultimo ma non in ordine di importanza, c'è Maurizio Sarri, al quale spetta la scelta più ardua, quella che mira al campo, all'obiettivo ultimo, al risultato: Reina o non Reina, domani sera, in campo? 

Le reciproche frecciatine alla base del dissidio, ogni parte in causa che tira acqua al proprio mulino, due protagonisti che, per cocciutaggine e focosità, sono decisamente simili. Da una parte De Laurentiis che fa muro alle richieste - eccessive - del numero uno spagnolo, forte delle necessità del club di guardare in casa propria; dall'altra Reina, voglioso di avere maggiori certezze sul proprio futuro, al cospetto di una fiducia tecnica che pian piano vacilla nei suoi confronti. La frattura è inevitabile, quasi insanabile, ed in mezzo al guado si trova in balia delle due correnti Maurizio Sarri, il quale conscio dell'importanza del Reina leader emotivo e carismatico, oltre che fine direttore d'orchestra dell'azione dal basso, punta tutto sullo spagnolo, ne tesse le lodi e ne sostiene la candidatura.

Il toscano adesso però è davanti ad un bivio, perché al di là delle polemiche, il suo lavoro è guardare agli aspetti di campo, quelli tecnici, di badare al sodo, al risultato. Per raggiungerlo contro l'Atalanta e dare continuità di risultati, rendimento ed entusiasmo al suo Napoli, la scelta è decisamente ardua: affidarsi all'esperienza e all'integrità morale dell'uomo Reina, rispettato ed anche profondamente da Sarri, oppure lasciare che sia Sepe a difendere i pali della sua squadra e lasciare all'iberico i suoi dubbi e le sue ansie? 

Nel frattempo, la società si cautela. Impossibile non pensare anche al peggio, sebbene il muro eretto dai partenopei alla cessione di Reina appaia forte e granitico. Karnezis non può bastare, può rappresentare un'ottima alternativa all'iberico o - eventualmente - a chi arriverà al posto dell'ex Liverpool. La necessità tuttavia è quella di pensare ad un sostituto di assoluto e primo valore: Rulli, che ieri sera ha giocato con la Real Sociedad, sembra convinto della permanenza a San Sébastian; Leno è incedibile - e giustamente - per il Bayer Leverkusen a questo punto della stagione; l'ultimo nome in fondo alla lista è quello di Rui Patricio, per il quale il Napoli ha fatto timidi sondaggi: buona, anzi ottima, esperienza, carisma e personalità da vendere, anche se tecnicamente non esaltante.

Il profilo potrebbe essere quello giusto, anche se il Napoli in cuor suo spera di sanare la frattura, in qualsivoglia modo, e non doverci ripiegare. Per il bene del futuro stagionale della squadra campana, De Laurentiis è chiamato ad un atto di fede nei confronti del suo allenatore. Una mano tesa verso Reina, nella speranza che non sia troppo tardi.