Il diluvio che si è scatenato su Monza, durante il Sabato del Gran Premio d'Italia, ha portato non poche polemiche riguardo alcuni temi caldi, come gomme e parco chiuso. Due tematiche importanti, poiché toccano da vicino la sicurezza, da sempre al centro delle attenzioni di tutto il circus. Dopo una settimana, Nico Hulkenberg è uscito allo scoperto e ha chiamato in causa la Pirelli, rea di produrre delle gomme non adatte alle condizioni estreme viste a Monza nell'ultimo fine settimana. Il tedesco, oltre ad una mescola più drenante, ha chiesto un maggior numero di test con gli pneumatici da bagnato, così da aumentare il feeling tra i piloti, le gomme e le vetture in condizioni anomale. 

A Monza, prima le FP3 e poi le Qualifiche, sono state interessate da una situazione particolare, fatta di interruzioni e bandiere rosse, che riguardavano in continuazione la partenza. È stato necessario attendere che la pioggia diminuisse per vedere i piloti in pista, anche se Romain Grosjean già ne aveva fatto le spese. L'attesa, poi, ha reso snervante la sessione di qualifiche, come lo stesso tedesco ha spiegato in TV a Sport1: "Abbiamo indossato e tolto il casco così tante volte, così come siamo ripetutamente entrati ed usciti dall’abitacolo. Quando è stato evidente che il ritardo si sarebbe protratto per molto tempo, ho pensato che avrei dovuto fare altro piuttosto che aspettare. Per esempio dormire“.

Il pilota della Renault, poi, ha proseguito spiegando come, a suo parere, le vetture debbano tornare come qualche anno fa, quando, in caso di pioggia, c'era la possibilità di modificare l'assetto adattandolo alle condizioni della pista. Oltre agli assetti da asciutto, a creare problemi sono stati gli pneumatici Pirelli e anche Whiting non è esente da colpe, come ha ribadito Hulk: "Il problema è che gli pneumatici sono fatti solo per spostare un certo numero di litri d’acqua. Diversamente, l’aquaplaning si verifica facilmente e naturalmente i piloti non vogliono. Charlie Whiting aveva opzioni limitate. Per il futuro, penso che dovremmo continuare a lavorare con Pirelli per migliorare la situazione, perché in passato, con altri produttori di pneumatici, avremmo potuto ancora guidare con quella tipologia di condizioni. L’unica cosa è che non ci sono tantissimi test durante l’anno. Quindi, certamente, non molti sulle piste bagnate e di conseguenza per Pirelli è difficile fare dei progressi”.