Il Gran Premio di Termas de Rio Hondo si conferma come uno dei più discussi dell'anno. Dopo l'edizione 2015 con il contatto tra Rossi e Marquez terminato con la caduta dello spagnolo, anche quella 2018 farà parlare molto di sé e per tutta la durata del campionato del mondo a causa di tutto ciò che è successo nell'ora di gara, ma anche nel pre-gara.

Tutto, infatti, parte con la decisione della Safety Commission di permettere ai piloti in griglia di rientrare in pitlane per cambiare gomme, montando le slick al posto delle wet, cosa che però Jack Miller già aveva fatto. Qua iniziano i problemi. Tutta la griglia di partenza rientra per cambiare pneumatici lasciano Jackass da solo nella casella d'appartenenza. Regolamento vorrebbe che chi rientra nella corsia dei box parta da essa, invece i commissari decidono di riammettere tutti in griglia facendoli, però, partire tre file indietro rispetto alla Ducati Pramac dell'australiano. Un vantaggio dato a Miller per evitare polemiche da parte sua che, come ovvio, si rivela totalmente inutile. Il gruppo è addosso all'aussie in tre curve annullando la genialata di Miller, l'unico su venti piloti ad aver capito che la pista si sarebbe asciugata e quindi l'unico ad aver montato le slick, fatto che, probabilmente, gli avrebbe permesso di vincere la gara. 

Corsa quindi già falsata in partenza, ma ancora di più dopo quello che accade proprio poco prima dello spegnimento dei semafori. Marquez arriva sulla sua casella in griglia, ma gli si spegne la moto. Regolamento alla mano, i commissari avrebbero dovuto annullare la procedura di partenza, far rientrare il 93 ai box e farlo partire dalla pit-lane. Invece, ciò che accade, è che lo spagnolo corre per la griglia saltando sulla moto nel tentativo di riaccenderla e una volta riuscito nel suo intento, fa marcia indietro e si riposiziona al suo posto tra lo stupore generale. Il pilota della Honda ha fatto ciò che voleva, in barba ad ogni regolamento di sicurezza e fregandosene di ciò che gli dicevano gli steward presenti sulla pista. La punizione della Dorna, stavolta, è arrivata tempestiva. 

Pronti-via e Zarco sbatte fuori dalla gara Daniel Pedrosa con una manovra quantomeno discutibile, ma i commissari la giudicano dentro il limite consentito. Marquez, che nel frattempo è arrivato in testa alla gara, affronta la penalità inflittagli, ovvero un drive-through, rientrando praticamente in ultima posizione. Con poca lucidità, il 93 inizia la sua rimonta e al primo sorpasso, quello su Aleix Espargaro, compie immediatamente quello che nel baseball sarebbe il secondo strike. I commissari lo puniscono facendogli cedere una posizione, che nel frattempo è diventata quella presa a Luthi, anche questa senza troppi complimenti.

Il pilota Honda prosegue poi nella sua furiosa rimonta ed arriva a Valentino Rossi. Qua succede ciò per cui si discuterà per un bel po'. Marquez compie esattamente la stessa manovra fatta su Espargaro, con la differenza che Rossi era già in piena curva. L'epilogo, infatti, è anche peggiore di quello avuto con il pilota Aprilia, poiché il 46 finisce in terra: strike tre. Nel baseball, il 93 sarebbe escluso dalla gara, squalificato, mentre Dorna decide di assegnarli trenta secondi di penalità.

La sensazione che lascia questo Gran Premio è che a Marc Marquez sia tutto concesso, ma soprattutto che la Dorna non sia in grado di prendere decisioni giuste, seppur severe, in casi come questo. Mai come ieri si è vista tutta la differenza esistente tra la società organizzatrice del Motomondiale e l'organo che regola ed organizza tutte le competizioni automobilistiche, la Fia, che mai ha mancato di sanzionare i piloti di Formula 1, senza distinzione d'importanza.