Sarà sembrata un'eternità ad Antonio Giovinazzi ed infatti lo è stata, perchè con i test di ieri si è concluso per il pilota pugliese un lungo periodo che lo aveva visto lontano dalle piste. L'ultima volta sei mesi fa, a bordo della Haas durante un turno di prove libere, poi sempre lavoro al simulatore o in test privati, che avevano lasciato ben poco spazio al giovane driver della Ferrari che nei test di Barcellona è riuscito a salire, nuovamente, a bordo di una monoposto. 

Una monoposto a lui cara, come la Sauber, con cui un anno fa aveva fatto il suo esordio in F1 e che, nel frattempo, ha guadagnato un po' di italianità, grazie all'accordo con l'Alfa Romeo che motorizza la vettura svizzera lasciatagli per l'occasione dal collega Charles Leclerc. Rientrato in pista su uno dei circuiti più difficili e intensi dell'intero calendario del circus, il pilota di Martina Franca non ha avuto nemmeno il tempo di riposarsi che subito è corso nel box Ferrari, per programmare il Day2 in cui salirà a bordo della SF71H. 

In tutto ciò, è riuscito a concedersi anche ai giornali, che gli hanno posto alcune domande, uscite in esclusiva su motorsport.com. Innanzitutto le prime domande han riguardato le sensazioni provate dallo stesso Giovinazzi nel tornare in vettura a così tanto tempo dall'ultima sessione di prove, disputata con la Haas. Nonostante i sei mesi di astinenza, le difficoltà della pista e i dubbi sulla tenuta fisica, il talento italiano ha risposto alla grande: "Sei mesi di astinenza sono tanti! Di solito la pausa invernale di due mesi si fa già sentire quando si torna in pista, specialmente qui a Barcellona. Ma posso dire che fisicamente è andata molto bene, ed anche il programma di lavoro è stato completato senza imprevisti. La squadra aveva bisogno di raccogliere molti dati, e abbiamo macinato tanti giri. Mi sono fermato in pista a cinque giri dal termine, ma era un system-check che ha richiesto la squadra”.

Proseguendo, poi, le domande han riguardato le sue sensazioni, sia per quanto riguarda i pareri personali sull'eventuale differenza tra le vetture dello scorso anno e la Sauber appena provata, sia per quanto riguarda le nuove gomme HyperSoft, che Giovinazzi ha provato per qualche giro: "Nel 2017 ho provato tre monoposto, quindi avevo un mix di sensazioni. Ma posso confermare di essere stato colpito da questa vettura, ha molto carico aerodinamico e alle curve 3 e 9 è un piacere da guidare. Dalla gomma Hypersoft, non mia spettavo tutto quel grip! Ma non ho voluto spingere al massimo perché non volevo correre rischi. La squadra mi ha chiesto un certo tipo di lavoro, e ho eseguito quanto richiesto. Però posso confermare che la mescola è molto buona”.

Ovviamente, da parte di Giovinazzi c'è voglia di far bene e di mostrare tutto il potenziale anche nei test, con l'obiettivo di conquistare un posto da titolare per correre qualche Gp, anche perchè lui sembra già pronto a scendere in pista: "Sono prontissimo. Ogni pilota vuole correre, ed io non faccio eccezione. Se mi chiamano sono qui…”.

L'attenzione si è spostata, così, su ciò che lo aspetterà nel Day2, in cui lascerà l'Alfa Romeo-Sauber per salire a bordo della SF71H, con cui svolgerà altro lavoro e metterà ancora più chilometri nel bagagliaio d'esperienza. L'obiettivo è di rispettare a pieno i programmi, ma se si presentasse l'occasione per spingere, Giovi non alzerà di certo il piede, anche se l'importante è non far danni: "Alla fine è un test, domani farò ciò che mi chiederanno i tecnici della Ferrari come oggi ho eseguito quanto chiesto dalla Sauber. Ma nel caso del test Ferrari ci sarà un aspetto di interesse in più perché ho utilizzato molto il simulatore a Maranello, e queste prove mi offriranno la possibilità di valutare le correlazioni e capire eventuali differenze. Venerdì tornerò proprio al simulatore a Maranello per fare una comparazione con il test in pista. Non conosco ancora il programma di domani, se ci sarà la possibilità di certo non mi dispiacerà, ma sempre tenendo presente che non siamo in qualifica”.

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