Un anno fa era stato un trionfo per la Mercedes, che sul circuito di casa del team e della sua punta di diamante, Lewis Hamilton, era arrivata sotto la bandiera a scacchi quasi in parata, con il britannico 1° e Valtteri Bottas 2°, aiutato anche dalle forature che nel finale avevano messo quasi fuorigioco le due Ferrari di Kimi Raikkonen e Sebastian Vettel. Un anno dopo, è proprio il tedesco a trionfare a Silverstone, interrompendo il dominio Mercedes e, soprattutto, il dominio di Lewis Hamilton, il cui Gp di casa era ormai diventato una formalità, forte dei 6 successi in 10 anni. 

Quando il venerdì i piloti si son presentati in pista, sembrava quasi naturale che la Ferrari - ripreso il controllo del Mondiale in Austria - dovesse preoccuparsi di limitare i danni, perchè si arrivava in casa di Hamilton, e, soprattutto, perchè in Gran Bretagna si sarebbe corso, per l'ultima volta, con le famose gomme da 0.4 mm. Eppure non è stato così, Lewis Hamilton ha conquistato la pole, ma le due Rosse erano lì, a meno di un decimo e ciò ha messo pressione all'inglese, che ha ciccato completamente la partenza trovandosi davanti sia la Ferrari di Sebastian Vettel, sia l'omologa vettura del compagno di team Valtteri Bottas. Arrivati in curva 3, il misfatto: Hamilton lascia la porta aperta per non ostacolare Bottas, Kimi Raikkonen - partito benissimo, ma chiuso dalle vetture di Brackley - prova ad allungare il punto di frenata, ma blocca l'anteriore e centra la posteriore dx dell'inglese, che finisce in testacoda. Ultima posizione dopo solo tre curve e tutto da rifare. 

Alla fine, con caparbietà e anche con un pizzico di fortuna - le due Safety-Car su tutto - il britannico è riuscito ad artigliare un secondo posto che vale oro in ottica iridata, soprattutto perchè gli permette di limitare i danni rispetto ad un Sebastian Vettel dominatore e trionfatore di uno spettacolare Gp di Gran Bretagna. Vittoria, +8 in classifica, striscia di vittorie di Hamilton interrotta e Alain Prost eguagliato per il tedesco, ma ai suoi connazionali qualcosa non va giù.

Subito dopo la fine della gara, infatti, sono arrivate le prime scottanti dichiarazioni dal box della casa di Stoccarda, che suonavano più come delle vere e proprie accuse lanciate dai tedeschi verso la Ferrari. Il primo a lanciare accuse verso i due piloti Ferrari è stato l'ex direttore tecnico di Maranello, James Allison, che ha attaccato accusando i due cavallini di rovinare in maniera deliberata le gare dei due alfieri della Mercedes, in virtù dei contatti al via tra Sebastian Vettel e Valtteri Bottas in Francia e di Raikkonen e Hamilton in Gran Bretagna, appunto. Parole al veleno da parte di un ex-membro, che se ne è uscito con una frase non proprio felice, come riportata poco dopo dal team principal Toto Wolff: "Abbiamo perso molti punti nella classifica Costruttori. Dalle parole di James Allison è stato un episodio deliberato o incompetente, dobbiamo giudicare tre le due". 

Parole dure, che stranamente sono uscite da un box che raramente ha sbagliato qualche colpo in quanto a relazione con i media. Lo stesso manager austriaco ha aggiunto: "È frustrante quando accadono questi episodi, è la seconda volta in tre gare che una Ferrari rovina la gara a un nostro pilota e alla squadra. Sono incidenti di gara, ma per due volte ci abbiamo rimesso noi, ed è seccante. Ma di deliberato non c’è stato sicuramente nulla”.

Una polemica che è proseguita anche all'arrivo, quando Lewis Hamilton ha evitato entrambi i piloti Ferrari ed è subito corso nel retro-box, prima di apparire sul podio e in conferenza stampa dove ha tagliato corto: "Il problema della mia gara non è stata la partenza, ma la Ferrari di Raikkonen che mi ha colpito in Curva 3". 

E infine, anche un altro ex del Cavallino ha pensato a dire la sua, ovvero l'immancabile Niki Lauda, che non è riuscito a trattenere la rabbia: "L'incidente è stato ingiusto, perché per la seconda volta una Ferrari ci ha colpito alla prima curva, e non è affatto divertente. Ma è andata così. Prima di tutto va detto che i commissari si erano sbagliati quando hanno dato a Vettel solo cinque secondi in Francia. Almeno quelli di Silverstone hanno inflitto a Kimi 10 secondi di penalità. Evidentemente i commissari hanno capito cosa è successo qui…”.

Ovviamente, al silenzio dei due piloti, con Raikkonen che ha semplicemente fatto mea culpa, ha fatto da contraltare l'uragano Maurizio Arrivabene, che sta iniziando a sfogare tutta la rabbia repressa negli ultimi anni, in cui la Mercedes l'ha fatta da padrone: "Sinceramente la penalità non l'ho capita, a volte ti vengono a dire che sono incidenti di gara, poi quando ci siamo di mezzo noi arrivano sempre delle punizioni. Comunque oggi abbiamo vinto e quindi va bene così". 

Sulle dichiarazioni di Allison e di Wolff - che poco dopo ha rettificato quanto detto, spiegando come si trattasse di una frase detta per scherzare - Arrivabene ha aggiunto: "Quando Allison dice una cosa del genere dovrebbe vergognarsi, in primis perché a Maranello ci ha lavorato prendendo anche due lire, e poi perché siamo qui in Inghilterra dove ci vogliono sempre insegnare ad essere dei 'gentlemen'. Mi ha dato fastidio perché non si può dare dell'incompetente a Kimi così. Posso accettare tutto da uno che il pilota lo ha fatto, ma da chi non è mai salito in macchina no. Ha perso a casa sua, sarà infastidito per quello. Mi auguro che, come ha poi rettificato Toto, fossero parole scherzose; se così non fosse, vale ciò che ho detto prima. E comunque penso che le loro difficoltà siano più legate al doppio ritiro patito in Austria che agli incidenti. Anche noi abbiamo subito batoste, si fa sempre fatica ad accettarle, ma si cresce. Guardino la telemetria di Hamilton, che chiaramente è partito male, dunque ha perso subito due posizioni. Kimi è scattato molto meglio e si è trovato addosso ad Hamilton. Ricordo in Cina quando c'è stato il contatto fra Vettel e Verstappen, nessuno ha detto nulla. Il messaggio che vorrei mandare a loro è il seguente: è stata una grande battaglia, il pubblico ha sicuramente gradito ed è un'altra lezione per noi su come comportarci, visto che siamo sempre stati eleganti, cosa che loro non hanno per nulla fatto".

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