Fluttuano dirigibili nella notte stellata di Singapore, inorgoglita dalle tonnellate di particelle d'aria rarefatta che la compongono e la nascondono agli occhi dei curiosi. Fluttuano mentre il contesto, ciò che circonda la velocità, sembra essere uscito da un set di un film di ultima generazione in cui i generi si mescolano fino a crearne uno totalmente nuovo e innovativo. E' un film muto, quasi due ore di silenzi e grida isolate, di palpitazioni all'unisono e nel rosso opaco che prende sempre più il centro della scena.

Poi il silenzio, talmente assordante da squarciare la notte, quella notte che 730 giorni prima aveva gettato nello sconforto più totale il protagonista di questa storia e tutto il mondo Ferrari. C'è il silenzio al termine di una fatica immane. Una corsa di Formula 1? No, quasi una crono scalata degna dei migliori giri del mondo: c'è solo il silenzio, che è la virtù dei forti, nelle parole di Sebastian Vettel. Un silenzio talmente profondo da spaccare la sua mente e i suoi pensieri nel momento in cui la sua Rossa taglia il traguardo per prima, dopo 391 giorni. 

Risorgere nella notte dopo tanto buio, un ossimoro divertente e sportivamente tragico ma allo stesso tempo pieno di significati per il 4 volte campione del mondo (semmai qualcuno se ne fosse dimenticato). Nel suo silenzio durante il Team Radio e in quello sguardo visibilmente emozionato sul podio c'è tutto l'Essere Ferrari, indossare quella tuta rossa 24 ore su 24 senza lasciare che nessun altro colore al di fuori del Rosso possa macchiare il simbolo e la storia. Si perché nel tedesco c'è tutto l'Essere Ferrari, c'è la discesa e la risalita, ci sono le emozioni che scorrono sui binari sbagliati nel momento degli errori, c'è la capacità di emozionarsi su un podio nonostante i quattro titoli Mondiali.

C'è l'incredulità, l'orgoglio di aver portato a casa la vittoria numero 14 in Ferrari, sarebbero state 15 se i commissari non lo avessero defraudato in Canada. C'è la commozione ribelle ed onesta, la mimica faccia che grida più di un Team Radio. C'è la notte di Singapore che assomiglia tanto alla copertina di un film, le mani al cielo come una lettera d'amore alla Formula 1 e alla sua Rossa. C'è la consapevolezza di brillare nuovamente nella notte mentre i fuochi d'artificio delimitano un confine, scansano via il buio per irradiare di luce la Ferrari numero 5. La Ferrari di Sebastian Vettel, never underestimate the heart of a champion.