Il mondo dei motori è un mondo particolare, a volte non si ferma alla sola competizione, ma contiene al suo interno tante piccole storie. L’ultima, ma solo ultima per ordine di tempo, è la storia di Gianluca Tassi: pilota italiano, che, in seguito ad un incidente in Perù nel 2003, ha perso l’uso degli arti inferiori.

Nato a Perugia nel 1961, scopre sin da subito la sua passione per i motori, tant’è che a 14 anni è al primo anno nella categoria regionale di Enduro nella quale trionfa, ripetendosi per i successivi 4 anni, prima del salto di categoria. I tempi sono maturi e così Tassi, nel 1977, esordisce nel campionato nazionale Enduro, dove trionfa a soli 16 anni e per di più da esordiente. Il suo talento non passa inosservato e così Gianluca inizia ad essere notato da team importanti come Suzuki, Yamaha, Honda ed Husqvarna, con le quali trionfa sia in terra nazionale, sia nei raid all’estero.

Nel ’99, poi, la grande opportunità: la Cagiva lo assume come pilota ufficiale per partecipare alla Dakar. Sfortuna vuole che il suo raid duri solo 5 tappe, infatti proprio nel corso della quinta speciale Tassi cade e si procura una frattura alla clavicola che lo costringe al ritiro. Gianluca non si perde d’animo e dopo un anno è già in sella alla sua moto per il Rally dei Faraoni, a cui segue il trionfo nel Campionato Europeo di Motorally a cui si aggiunge il 2° posto in quello italiano. Giunge il 2002 e Tassi è di nuovo ai nastri di partenza del Raid dei Faraoni, dove è anche tra i favoriti, ma la sua gara finisce al primo giorno, quando, dopo aver assistito alla caduta del suo amico Roberto Benasciutti, si ferma per soccorrerlo.

Fonte: gianlucatassi.it
Fonte: gianlucatassi.it

Giunge il 2003 e durante un viaggio in Perù, organizzato da Bmw Motorrad Italia, la sorte volta le spalle al centauro italiano. In una curva, la moto su cui viaggia Gianluca si impunta e il pilota viene sbalzato a terra, da subito si capisce che l’incidente è grave ed il successivo trasferimento a Lima conferma anche le sensazioni del pilota: a causa dell’incidente perde l’uso delle gambe.

Ma è proprio in questi casi che i veri piloti tirano fuori tutto il coraggio e la voglia di andare avanti, la voglia di non arrendersi davanti a nulla, anche dinanzi ad una difficoltà insormontabile, come dimostra ormai da anni Zanardi e come dimostrato, prima ancora, anche da Clay Regazzoni.

L’incidente non fa perdere a Tassi l’amore verso il mondo dei motori e così il pilota umbro decide, prima, di trasformarsi in organizzatore di gare rally e, poi, di passare alle quattro ruote, anche grazie all’arrivo della Isuzu, che, attratta dalle capacità del driver italiano, adatta per lui una D-Max ufficiale per partecipare al Rally del Marocco. Siamo nel 2006 ed il risultato ha dell’incredibile, nella sua categoria, riservata alle vetture Diesel, Gianluca chiude 5°, rimettendosi in gioco e attirando su di sé l’attenzione dei media e della Mitsubishi, che sempre nel 2006 gli offre la possibilità di salire a bordo di un Pajero 3.2 TD T2. Per Gianluca inizia una seconda vita, affiancato da Massimiliano Catarsi, suo inseparabile navigatore sin dagli esordi nel 2006.

Due anni e Gianluca torna a farsi vedere nei piani alti dei raid, 4° di categoria all’Italian Baja, risultato che per molti sarebbe soddisfacente, ma non per Gianluca che punta tutto sul 2009. E fa bene, la stagione è piena di soddisfazioni, torna addirittura alla vittoria in una prova del Campionato Italiano Tout Terrain, al Raid dei Templi in Campania, che lo fanno diventare il primo pilota diversamente abile a vincere un raid. Dopo la vittoria campana, riesce a sfiorare l’impresa all’Italian Baja dove è 2°, mentre poco più tardi è 5° assoluto in una tappa del Campionato Europeo Tout Terrain, un qualcosa che ha dell’incredibile.

Si arriva al 2016 e dalla Toscana arriva una chiamata per Gianluca da parte di Renato Rickler. Rickler è il capo dell’R Team, una squadra toscana allestita nel 1999, che offre a Tassi la possibilità di partecipare alla Dakar 2017, con un Ford T-Raptor. Spinto dal suo animo battagliero non ci pensa su due volte e così parte per il Sud America, con lo scopo di portare a termine un’impresa che potrebbe entrare nella leggenda.

Siamo giunti a metà Dakar, i due giorni di riposo (uno non preventivato) potrebbero aver ricaricato le batterie di Gianluca e di tutto l’equipaggio (formato sempre dall’inseparabile Massimiliano Catarsi e da Alessandro Brufola Casotto). Forza Gianluca, tutta l’Italia è con te. 

Fonte: gianlucatassi.it
Fonte: gianlucatassi.it