Dopo la prima sessione di test della stagione Indycar a Phoenix la situazione per i team Honda sembrava davvero molto preoccupante, vista la netta superiorità dei motorizzati Chevrolet. La seconda sessione di test invece ha visto una top five monopolizzata da propulsori nipponici, un segnale incoraggiante ma che non va male interpretato: i tempi di questa sessione sono molto più lenti di quelli della prima. Va anche considerato che il tracciato era in condizioni diverse e che la sessione era in notturna. Però il distacco che il migliore della sessione, Ryan Hunter-Reay, si è preso dal miglior tempo di JR Hildebrand nella prima sessione è comunque molto elevato per essere un ovale, per giunta breve.

Come già detto Ryan Hunter-Reay è stato il più veloce. Non c'è molto da festeggiare però: il suo tempo nella prima sessione lo avrebbe collocato in dodicesima posizione. Il team Andretti può comunque tirare un sospiro di sollievo: anche Andretti e Sato sono nella top five (terzo e quinto). Dopo essere risultati i peggiori nella prima sessione, quelli del team Andretti hanno dimostrato che possono andare alla pari degli altri motorizzati Honda. Rimane comunque preoccupante il fatto che tutti e quattro i piloti abbiano girato molto poco in confronto agli altri. Nessuno dei quattro ha raggiunto 80 giri (cosa che in questa sessione sono riusciti a fare tutti gli altri team tranne quello di Rahal) e sia Sato che Rossi hanno girato pochissimo: il giapponese ha distrutto la macchina durante la sessione, l'americano ha fatto solo sette giri, avendo danneggiato la vettura nella prima sessione. Sia il team di Chip Ganassi che quello di Dale Coyne sono riusciti a piazzare un proprio pilota nella top five. Escluso Kanaan, gli altri tre piloti Ganassi e i due di Coyne sono riusciti a percorrere moltissimi giri, con Chilton e Bourdais che hanno trovato anche un buon tempo, cosa che al team di Ganassi non sono riusciti a fare Dixon e Kanaan, che però avevano fatto un buon tempo nella prima sessione. Kimball, del team di Ganassi, e il rookie Jones, del team di Coyne, invece non sono riusciti ad essere incisivi in nessuna delle due sessioni. Per quanto riguarda il team di Rahal, dopo i tanti giri completati nella prima sessione, nella seconda bisognava trovare un buon tempo ma un incidente ha fatto sì che Rahal non abbia girato molto e non abbia fatto segnare tempi competitivi, ma guai a sottovalutarli perchè quando i risultati conteranno Rahal difficilmente sbaglierà e sarà un osso duro per tutti. Non sono stati veloci nemmeno i due del PS Motorsport, Aleshin e Hinchcliffe, ma dopo la top ten della prima sessione entrambi si sono concentrati solo sul percorrere più giri possibile, arrivando entrambi quasi a 100 giri.

Per quanto riguarda i motorizzati Chevrolet, dopo la trionfale prima sessione, né gli alfieri del team Penske né quelli di Carpenter hanno cercato tempi veloci, ma si sono concentrati sulla distanza. In casa Carpenter il pilota proprietario del team non ha girato molto, mentre JR Hildebrand ha di nuovo ben impressionato percorrendo 93 giri, riuscendo ad essere sempre molto veloce e trovando il limite negli ultimi giri percorsi. L'americano però ha leggermente rovinato i suoi test a Phoenix con un incidente: come nel 2011 ad Indianapolis, ha commesso un errore banale che ha guastato qualcosa che stava facendo alla perfezione, se vuole vincere JR deve cercare di commettere meno sbavature. In casa Penske, Castroneves, ma soprattutto il neo arrivato Newgarden, hanno percorso più giri e sono stati più veloci di Power e Pagenaud, ma la cosa non sorprende: il neozelandese e il francese sono molto più competitivi sui cittadini rispetto agli ovali e sia Castroneves che Newgarden sugli ovali sono tra i migliori. I due del team di AJ Foyt invece hanno dovuto obbligatoriamente cercare un tempo competitivo, dopo il disastro della prima sessione, e sono stati i più veloci dei motorizzati Chevrolet. Munoz ha chiuso sesto, Daly settimo, ma l'americano è riuscito a completare molti più giri. Se un team Chevrolet deve essere preoccupato di come sono andati questi test è sicuramente quello di Foyt, che è risultato probabilmente il peggiore.

In conclusione, chi monta un motore Chevrolet andrà via da Phoenix molto più soddisfatto rispetto a chi monta un motore Honda, ma la situazione non è così tragica da poter pensare ad un dominio netto Chevrolet per tutta la stagione. Certo è che quelli del team Penske partono nettamente favoriti. Tra i motorizzati Honda gli unici che possono seriamente pensare al titolo sono Dixon e Rahal, ma sarà molto difficile perchè il quartetto Penske è molto in forma (e il titolo probabilmente se lo giocheranno in famiglia) e Hildebrand, se non commette errori, ha le capacità per lottare al top. Inoltre i mezzi Chevrolet sono superiori a quelli Honda, quindi salvo miracoli di Dixon o Rahal il campionato lo vincerà un motorizzato Chevrolet. Attenzione però perchè se c'è una gara in cui Honda e Chevrolet partiranno alla pari è la 500 miglia di Indianapolis e vincere lì può salvarti la stagione.