Vi abbiamo parlato della presentazione in pompa magna della e-Tron FE04, monoposto con la quale Audi si candida a vincere il campionato costruttori, che al momento viene detenuto dalla Renault e.dams. Ma nella sede avveniristica di Norburn è stato il giorno non solo del colosso tedesco, il quale esordirà ufficialmente nella serie a propulsione full electric dopo essere stato partner del team Abt Schaeffler nelle precedenti edizioni, ma anche del campione in carica Lucas di Grassi.

Il brasiliano dal passaporto italiano, in una convulsa ultima gara dello scorso campionato che ha visto Sebastian Buemi, favorito per la vittoria finale per gran parte della stagione, cedere ad atteggiamenti poco professionali tali da beccarsi una squalifica, risultata poi determinante per la conquista del titolo iridato.

L’ex pilota di Formula 1 si è lasciato andare a dichiarazioni sulla competizione a propulsione elettrica, andando a rimarcare alcuni aspetti che di solito vengono dati per scontato, come ad esempio il livello dei piloti partecipanti. In tal senso un primo dato viene fornito dalle limitate “prove” che si fanno in un week-end di gara a differenza della più blasonata Formula 1, dove invece si continua a richiedere più prove, test e via discorrendo: “Avremo un’ora di prove libere il sabato, un solo giro di qualifica e poi la gara. Vietato sbagliare, questa è la filosofia della F.E. A chi non conoscesse il campionato dico: pensate a una F.1 interamente elettrica, su circuiti cittadini, tanta battaglia tra i piloti perché al massimo tra il primo e l’ultimo c’è mezzo secondo. La migliore auto non vince senza un ottimo pilota

Di Grassi ha anche rimarcato la sua esperienza nel WEC, le prestazioni delle monoposto elettriche non sono affatto da sottovalutare, in particolare nell’accelerazione: “Ho fatto tre anni nel WEC guidando “mostri” da 1200 cavalli, ma vi assicuro che queste auto elettriche non sono affatto lente, hanno una potenza media pazzesca, che permette uno scatto 0 -100 km/h in 2,9 secondi”.

L’italo-brasiliano si è poi spinto in una valutazione più “sociale”, in particolare sull’impatto che nei prossimi anni avrà questo tipo di tecnologia da autotrazione, valutando già i primi successi venuti dallo sviluppo tecnologico improntato proprio in sede di Formula E: “È un’evoluzione costante anche nelle performance delle batterie, tra un anno sarà abolito il cambio auto durante la gara. Tra 10, 20 o 30 anni le auto stradali avranno questa propulsione: questa è la direzione, il mondo delle corse deve seguirla. Un tempo l’uomo andava a cavallo, poi è arrivata l’automobile, e il cavallo è rimasto per qualche gara di salto o di velocità. La stessa cosa succederà alle gare con le vetture a motore termico”.

Per chi non lo sapesse, nelle gare di Formula E il pit stop non consiste nel cambio gomme come siamo abituati a vedere in Formula 1 o più in generale in altre numerose competizioni a quattro ruote. La sosta in questo caso si sviluppa in un vero e proprio cambio macchina, con il pilota che parcheggia nello stand della scuderia la vettura, esce ed entra immediatamente in una seconda vettura, con la quale riprenderà la gara. Il motivo è presto detto, per logiche di tempo non ci sarebbe la possibilità di ricaricare le batterie di una unica macchina e dunque si va ad utilizzare un secondo stoccaggio di carica su di una seconda vettura.

Con queste dichiarazioni, D Grassi si è spinto aldilà della competizione, analizzando come questa possa essere una linfa per un qualcosa di più grande. Sarà così?