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Dakar 2018 - Peterhansel torna Re, Sainz gestisce

Peterhansel rinasce a Tupiza, dove la leadership di Sainz si macchia di giallo, per un reclamo del fondatore di Booking. Lo spagnolo è penalizzato, ma resta leader tra le polemiche. A Bèlen, poi, Mr.Dakar continua ad imporre legge, mentre Al-Attiyah rischia.

Dakar 2018 - Peterhansel torna Re, Sainz gestisce
Fonte: stephanepeterhanselofficial
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Di Ciro Vassallo

Ci eravamo lasciati con la tappa di Uyuni, che aveva visto Sainz strappare la leadership al compagno di team Peterhansel, salvato da Despres, dopo un grave problema ad una sospensione che gli aveva fatto perdere quasi due ore di tempo, rispetto allo spagnolo. Ora, dopo la tappa di Tupiza e il giorno di riposo di Salta - forzato, a causa del maltempo - troviamo il francese in gran forma, vincitore di due tappe consecutive, in cui Monsieur Dakar ha fatto capire a tutti che, senza il problema di Uyuni, la Dakar sarebbe stata sua, anche se Sainz, che aveva dimostrato di poter reggere il francese, gestisce e non rischia. 

TAPPA 8: Uyuni-Tupiza - Peterhansel rinasce a Tupiza, dove si rivede anche Despres, che lo aveva salvato nella tappa precedente. I due sono separati da 49", mentre alle loro spalle, chiude Nasser Al-Attiyah, che spinge e prova a recuperare su Sainz, che gestisce la tappa e chiude al 5° posto, preceduto anche da Ten Brinke, che si ferma a 5' netti dal vincitore, mentre Sainz lascia 7'04" sulla strada. 

Chi, nell'ottava tappa, cede tanto è Giniers De Villiers, che chiude al 9° posto a 23'19", mentre brillano le Mini di Orlando Terranova e di Jakub Przygonski, con l'argentino a 10' esatti dal miglior tempo, mentre il polacco, che si conferma costante, è a 16'04". A precedere De Villiers, troviamo anche Al-Qassimi, 8°, mentre alle spalle del sudafricano, in decima posizione, chiude Martin Prokop, con 27'55" di ritardo. Chi perde qualcosa in più è Mikko Hirvonen, che comunque è ormai fuori dai giochi da tempo, mentre lo scotto maggiore lo paga Lucìo Alvarez, argentino che occupava il decimo posto al via e che al traguardo, arriva con quasi 4 ore di ritardo da Peterhansel e così, il decimo posto passa ad un altro argentino, Sebastian Halpern

La tappa si macchia di giallo, al traguardo, quando Kees Kooken, accusa Sainz di averlo colpito nella prima parte della tappa Marathon, nel cammino verso Uyuni, ma che non si è fermato a soccorrerlo, come invece impone il regolamento. Dopo le difese di Sainz, Lucas Cruz e Bruno Famin, grande capo di Peugeot Sport, i giudici si sono riuniti e hanno deciso di penalizzare lo spagnolo con dieci minuti di penalità.

Subito è partito l'appello di Bruno Famin, con Kooken, che a sua volta ha minacciato azioni legali, anche se le voci sull'incidente creano un vero giallo, poichè come sottolinea Terranova, Kooken - da uomo d'affari quale è - è anche investitore nella Overdrive, azienda che prepara le Toyota. La classifica è sub-judice, la battaglia è aperta, ai posteri l'ardua sentenza. 

Cancellata la tappa con arrivo a Salta, la carovana riprende il cammino con la decima tappa, da Salta a Belèn, in cui Peterhansel si scatena ancora una volta e trionfa, mentre si assiste al crollo di Nasser Al-Attiyah. Peterhansel, parte forte e sin da subito impone il suo ritmo tagliando il traguardo dopo quasi 5 ore, limite che non supera nemmeno Giniers De Villiers, 2° al traguardo a 8'46" dal francese, che precede Carlos Sainz, autore di una prova tranquilla, che gli permette di gestire il vantaggio sui rivali. Alla fine "El Matador", chiude a 13'07", davanti alla Peugeot di Al-Qassimi, che a 19'11" precede la Toyota dell'olandese Ten Brinke, 5° con 22'22" di ritardo dalla testa. 

Il polacco Jakub Przygonski, chiude con il solito sesto tempo, che dimostra tutta la sua abilità e costanza, mentre il suo ritardo si aggira intorno ai 24', con Cyril Despres, che si piazza alle sue spalle, a 24'30". Il francese, che partiva secondo, dopo pochi chilometri si è fermato ad aspettare Sainz, che ha scortato fino al traguardo, perché - come ha già dichiarato - lui farà da angelo custode e da assistenza sia allo spagnolo che al connazionale Peterhansel, come già fatto a Uyuni. 

Buone le prove di Orlando Terranova e di Mikko Hirvonen, che chiudono all'ottavo e nono posto, nonostante qualche problema nel finale, dove il finlandese ha quasi cotto il suo motore. Chiude la Top10 Nasser Al-Attiyah, che paga quasi mezz'ora di ritardo, a causa di un problema nel finale, che gli fa perdere tempo. 

Infine, da segnalare, il ritiro del peruviano Fuchs, anch'egli in lotta per la Top10 con gli argentini Alvarez e Harlpen. 

Nella generale, scende il vantaggio di Carlos Sainz, che tra penalità e tempo guadagnato da Peterhansel, mantiene il distacco sui 50' a 4 tappe dalla fine. Al-Attiyah, che sperava di poter attaccare le due 3008 DKR, cede una posizione e passa sul gradino più basso a 1h12' da Sainz, mentre alle sue spalle si fa minaccioso Bernhard Ten Brinke, che difende il 4° posto da De Villiers, con i due a 1h22' da Sainz e separati da 33". 

Come detto, la costanza paga, e Jakub Przygonski ne è la dimostrazione, poichè il polacco è alle spalle dei primi 5, anche se il suo ritardo è consistente, poichè paga quasi un'ora a De Villiers e 2h21' a Carlos Sainz. Alle sue spalle, però, incombe la Peugeot di Al-Qassimi, che tra alti e bassi è riuscito a far sua la settima posizione, con un vantaggio importante nei confronti degli inseguitori, dato che Prokop è 8° a un'ora e 27' da lui, mentre il distacco dell'ex-Wrc dal leader è di 4h18'21". Segue Peter van Merksteijn, che precede Sebastian Halpern, il quale chiude la Top10, davanti a Lucìo Alvarez, che paga la giornata di Tupiza.