Si chiude nel segno di Giniers De Villiers la Dakar 2018, un'edizione dura e piena di colpi di scena che non ha risparmiato nessuno, nemmeno driver del calibro di Stèphane Peterhansel o Sebastien Loeb, con il secondo costretto al ritiro, prima ancora dell'arrivo in Bolivia. Si chiude con il trionfo di Carlos Sainz, partito piano e cresciuto fino all'apoteosi di Uyuni, dove ha staccato tutti, a partire proprio dal compagno Peterhansel, abbandonato dalla sua Peugeot 3008 DKR all'ultima apparizione al Raid. Gli ultimi colpi di scena erano arrivati nella penultima tappa, con Peterhansel costretto allo stop per quasi un'ora a causa di un problema meccanico e con il ritiro finale di Bernhard Ten Brinke, involato verso un meritato successo ed un podio meraviglioso, ma la Dakar è ingiusta a volte e l'olandese è stato costretto alla fermata alla penultima tappa. 

La Toyota, però, si è rifatta, prima con Al-Attiyah che ha portato a casa la tappa da San Juan a Cordoba e poi con il sudafricano De Villiers, che ha bissato il successo del compagno nella tappa odierna, portando a quattro le vittorie consecutive della casa del Sol Levante. Il sudafricano era già sicuro del podio, ai danni di Peterhansel, ma per ribadire la sua abilità ha spinto a tutta ed ha preceduto proprio il francese, beffato per 40". In una prova corta come quella di Cordoba, ogni secondo è prezioso e lo sa anche Nasser Al-Attiyah, che perde il 2° posto di tappa per 1", dato che lui, dal compagno De Villiers, dista solo 41", mentre alle sue spalle recrimina anche l'argentino Lucio Alvarez, autore di un'ottima speciale, che chiude ai piedi del podio, con soli 43" di ritardo. 

Si sarebbe potuta trasformare in un inferno quest'ultima tappa se fosse piovuto, ma così non è stato e i driver hanno scelto semplicemente di gestire, così da mantenere un piazzamento sudato negli ultimi 15 giorni, in cui hanno lottato con fango, sabbia e caldo, che ha messo tutti a dura prova. A dimostrazione della relativa calma con cui è stata affrontata la tappa, troviamo il solco che si è scavato tra il quarto e il quinto, poichè alle spalle di Alvarez, l'olandese Van Merksteijn è 5°, ma ad 1'30" da lui e a 2'06" dalla testa. Si è abbonato al sesto posto durante questa Dakar il polacco Jakub Przygosnki e la tattica ha pagato, perchè alla fine la sua Dakar si può dire trionfale, 5° assoluto e primo dell'equipaggio Mini, ovviamente in quest'ultima tappa, al traguardo è sesto, a 2'11" dal vincitore, seguito da Martin Prokop, altro protagonista di questa Dakar, che chiude a 2'13" da De Villiers. 

8° posto per Sebastian Halpern, che con i suoi 2'25" di ritardo precede il nuovo Re della Dakar, il vincitore di questa quarantesima edizione, Carlos Sainz. El Matador, come in tutte le altre tappe, è il solito calcolatore, freddo e preciso, preferisce andare cauto, non giocarsi il successo, ma alla fine quello che conta è la generale, che lo ripaga con la seconda vittoria alla Dakar, dopo quella del 2011. Lo spagnolo, per onor di cronaca, è nono a 3'19" dal vincitore, seguito da Al-Qassimi, che si gode l'ultima tappa, con la quale chiude questa Dakar. L'emiro è 10° a 3'37" e precede l'argentino Yacopini e il cileno Garafulic, mentre Cyril Despres non lascia solo Sainz nemmeno nell'ultima tappa e da buon angelo custode lo scorta al traguardo, dove il francese è 13° a 6'37". 

Chiudono una Dakar oscura anche Mikko Hirvonen e Orlando Terranova, che non riescono a far meglio del 15° e 16° posto, a 8'07 e 9'06" di distacco dal vincitore di tappa. Finisce qui anche la Dakar di Raud, ultimo al traguardo di Cordoba, che ha comunque raggiunto un risultato importante, come quello di concludere la Dakar. Una corsa mitica, che non è stata giusta con corridori come il Re del Rally, Sebastien Loeb o con Bernhard Ten Brinke, che ha dovuto dire addio al podio a pochi chilometri dalla fine della penultima tappa, così come è stato già per l'equipaggio italiano della Two Wheels Driver, di Eugenio Amos, autore di una Dakar fantastica fino a che la sua Honda non ha deciso di abbandonarlo. 

La generale incorona Carlos Sainz, che centra il secondo successo, precedendo le Toyota di Nasser Al-Attiyah e Giniers De Villiers, che sembrava fuori dai giochi per il podio fino a 48h fa, ma poi l'inconveniente di Peterhansel e il ritiro di Ten Brinke gli hanno permesso di salire a far festa con il qatariota e Sainz. Un podio meritato e legittimato con questa vittoria, un podio sul quale non sale Monsieur Dakar, Stephane Peterhansel, che dopo due vittorie consecutive è costretto ad abdicare in favore del compagno Sainz. 

5°, con merito, il costantissimo Jakub Przygonski, che gestisce alla perfezione le due settimane della Dakar e non sbaglia un colpo e ciò gli permette di conquistare una grande Top5. 6° Al Qassimi, seguito da Prokop, anche lui bravo con la Ford Raptor, 8° l'olandese Peter Van Merksteijn, che precede gli argentini Halpern e Alvarez. 

Come detto, Dakar difficile per la Mini, che se non avesse avuto Przygonski, si sarebbe trovata Garafulic 13°, mentre Hirvonen e Terranova sarebbero stati solo 19° e 20°, con Roma out dai giochi, dopo il crash nelle fasi iniziali di corsa. Fasi iniziali che hanno estromesso anche Cyril Despres, che si è trasformato in uomo-squadra e ha contribuito al successo di Sainz e, se non fosse stato per l'inconveniente di ieri, anche il podio di Peterhansel avrebbe avuto molto di Despres. 

Per l'edizione numero 40, sono 43 i superstiti e tra questi sono tanti i nomi che mancano, come i già citati Loeb, Roma e Ten Brinke, ma anche Fuchs, uscito di scena mentre era in Top10. Però, ciò rende merito anche agli ultimi, capaci di portare a termine un'impresa ardua come la Dakar.